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Draghi, lucertole e simboligia

Da Narratore @Narratore74

8985144_origDraghi…
Un nome che rimanda immediatamente a grandi avventure, a creature mitologiche e fantastiche, in grado, con un loro soffio, di radere al suo un intero villaggio.
Ma non solo crudeltà, anche atti di inimmaginabile bontà possono essere attribuiti ai draghi.
E così, senza che ce ne rendessimo conto, la nostra intera società è stata invasa da queste alate creature.
Film, cartoni animati, libri e fumetti, per partire. Ma la loro imponenza non si ferma qui, e così si va di abiti, gioielli, penne e quaderni.
E chissà che altro.
E tutto per una specie animale fantastica, che non è mai esistita.
Oppure no?

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Perché se è assolutamente vero che fino ad oggi non sia mai ritrovato alcun reperto riconducibile a questi Dei dell’aria, è altrettanto innegabile che sempre più spesso ci si ritrovi a dover fare i conti con animali reali che somigliano sotto molti punti ai draghi.
Rettili, lucertole soprattutto, che per una caratteristica o l’altra, potrebbero benissimo essere lontani discendenti dei cari amici a scaglie.
Ad una di queste abbiamo addirittura dato il nome di Drago di Komodo. Che sia solo un caso?
Cordylus-giganteus

Ok, adesso sto scherzando, ma non scherzo quando dico che dopo aver visto questo piccolo animaletto, il cordylus cataphractus, denominato più gergalmente “lucertola armadillo”, molti dubbi si sono affacciati nella mia mente.
Il suo stesso aspetto ricorda i draghi, ali a parte, e non posso fare a meno di pensare a questi colossi ogni volta che osservo il piccolo musetto di questa lucertola, che ricordo vive in Africa ed è considerata specie protetta.
Che ne dite, potrebbe essere un lontano cuginetto di un grande drago?

Ma le sue stranezze non si fermano qui…
Il cordylus ha una peculiarità, dalla quale viene il suo nome: quando in pericolo o in generale, quando si trova in uno stato di ansia, questa piccola lucertola, che misura al massimo una ventina di centimetri, si chiude, arrivando a mordersi la coda per mantenere una posizione che ricorda un cerchio.
Questo perché le scaglie sulla sua schiena sono molto dure e offrono l’unica protezione contro i suoi predatori naturali.
Ma… un attimo… non ricorda qualcosa questo?

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Eccolo, non è forse grazioso?

Esatto, l’Ouroborus, il simbolo in cui un serpente si morde la coda. Nella simbologia l’uroboro, rappresenta la ciclicità, la teoria dell’eterno ritorno, l’inizio che prende vita nella sua stessa fine.
Così, cercando immagini in giro, si nota però che non sempre l’uroboro è rappresentato da un semplice serpente, protagonista invece delle immagini più recenti. Sempre più spesso, questo simbolo è formato da un animale con quattro zampe, a volte anche dotato di un paio di ali e grandi scaglie colorate, così come potete vedere nell’immagine qui sotto.
Vi ricorda qualcosa?

Ouroboros 3

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E così il cerchio si chiude, riprendendo fedelmente il concetto dell’uroboro.
Certo, questa è una disamina molto in superficie, che prende in esame solo alcuni aspetti della cosa, ma trovo affascinante il modo in cui certi elementi si legano, si rincorrono e finiscono per incastrarsi fra di loro come se fosse la cosa più naturale di tutte.
Una fatto indubbio, però, è il magico fascino che draghi, lucertole e simboli hanno su di noi, sulla nostra cultura e il nostro stile di vita. E chissà che, prima o poi, non arrivi qualcuno a dimostrarci che questi imponenti animali, portatori di saggezza e di magia, siano realmente esistiti.
In fondo, sognare non può far male, no?
E sognare un enorme drago dorato sento che potrebbe essere un bel segno…
Non credete?


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