Magazine Mondo LGBTQ
A voi i commenti!
Di seguito vi proponiamo l’intervista esclusiva a Audrey Frau Blucher Squander
Gaymagazine vuole dare spazio alle Drag Queen Italiane. Che cosa pensi di questa rubrica di intrattenimento?
Trovo sia molto utile dare spazio a questa nuova forma di intrattenimento, se andiamo a ritroso nel tempo possiamo accorgerci che le Drag Queen sono una razza tutt’altro che in via d’estinzione, a me piace paragonarci a Chimere, quelle bestie mitologiche tanto belle quanto crudeli e praticamente immortali; che poi anzi, le Drag Queen sono nate molti anni fa, ma sono sempre rimaste nell’ombra o per lo meno poco apprezzate, dobbiamo ringraziare l’omofobia e la Chiesa odierna per questo! Quindi sono molto felice di rendermi partecipe a queste tipologie di intrattenimento che valorizzano e sponsorizzano situazioni, eventi e quotidianità omosessuali che altrimenti non si potrebbero conoscere.
Qual’è il significato del tuo nome d’Arte? Raccontaci in breve il tuo percorso artistico.
Audrey non è sempre esistita, ho avuto molti nomi d’arte più o meno discutibili, da Emma Roidi a Silicon Valery. Audrey nacque da un’idea di Farag Fawcett, noto Dj romano nonché mio carissimo amico e mentore a livello artistico. Quando mi presentai a Roma starnazzando come una pazza che volevo fare la Drag Queen ancora avevo un nome improponibile, lui sosteneva avessi la stessa classe di Audrey Hepburn, che probabilmente si starà rigirando nella tomba, e quindi mi affibbiò il diminutivo di Audrey, anche dovuto al mio vero nome (che non dirò mai!). Da lì scoprii che esiste anche una pianta chiamata Audrey, un ficus se non vado errata; e chi è più “fica” di me??? Nessuno, quindi Audrey!
Come definiresti le tue esibizioni? A cosa ti ispiri?
Patty Pravo, Patty Pravo, Patty Pravo, io adoro a livelli altissimi la signora Strambelli sotto ogni aspetto, il colore dei capelli esasperatamente slavato, l’occhio felino e la voce ultraterrena. Una Drag Queen si impegna nel riproporre una versione personalmente rivisitata o fedelissima alla propria diva di ispirazione, nella mia carriera ho “fatto” molti personaggi: da Annie Lenox a Orietta Berti, da Bjork a Cristina d’Avena, ma anche Mina, Ornella Vanoni, Rettore, Giuni Russo, Anna Oxa, Shirley Bassey, Pink ecc. ecc.
Alcuni personaggi mi piace riproporli perfettamente studiando a fondo ogni minimo movimento, sguardo e quant’altro; per altre esibizioni invece mi piace esasperarle a livello comico, anche affidandomi ad oggetti di scena di cui non posso parlare per non cadere nel trash; spesso e volentieri poi la scenografia ed il corpo di ballo aiutano ed io ho la fortuna di collaborare con Giuseppe Garofano, un bravissimo coreografo che mi accompagna tutt’oggi!
In generale comunque credo di riproporre un genere unico a livello italiano, cercando di prendere il meglio dalle nostre origini “drag” ed affiancandolo con ogni sorta di novità! Lettori dovreste venire a trovarmi alle mie serate, provare per credere!
Tu sei stata la prima Drag Queen a cui è stata dedicata una bambola a sua
immagine e somiglianza. Parlaci delle emozioni e sensazioni che hai provato
in tale occasione.
Oh è stata una sensazione bellissima! Non me lo spettavo minimamente; devo ringraziare infinitamente i ragazzi di Artistcreations per aver realizzato questa splendida bambola. Se mi è concesso lodarmi un poco posso dire con orgoglio che la mia consegna è stata fatta fra quella di Julia Roberts e di Lady Gaga, questo ha contribuito molto alla mia autostima devo ammetterlo! Inoltre si tratta di una cosa unica nel suo genere, non credo altre Drag Queen potranno essere così fortunate da ricevere un simile dono, in ogni caso glielo auguro con tutto il cuore perché si prova un orgoglio così intenso di se stessi che almeno una volta nella vita andrebbe provato!
Tu sei la regista ed attrice di una sit-com indipendente. Parlaci
brevemente di questo progetto
Un giorno manderò Super Audrey a salvarvi! Si tratta di un’idea un po folle nata dalla mente malata mia, di alcuni amici e del mio inseparabile compagno di vita. Le avventure di Super Audrey, questo è il titolo, è la storia di una super eroina alle prese con mille situazioni diverse ed esilaranti; il suo compito di fatto è salvare gente, per lo più gay vistosi o personaggi più o meno inventati, nulla di più o di meno di un qualsiasi eroe, però con un’ironia gratuita ed irriverente!
La scelta di non cercare produttori ma mantenerlo un progetto indipendente nasce dalla voglia di rendere il prodotto unico nel suo genere ed incontaminato dal mercato odierno legato esclusivamente al sesso ed ai soldi, un mercato spietato che non lascia minimamente libero sfogo alla fantasia ed alla creatività. o si può trovare in internet gratuitamente, per la felicità di tutti!
Qual’è il tuo sogno nel cassetto?
Non credo che basterebbe una sola intervista per riassumere tutti i miei sogni nel cassetto!
Nei miei cinque anni di vita nei panni di Audrey mi sono tolta molte soddisfazioni: ho recitato in piccole parti secondarie in alcuni film, ho ricevuto la mia bambola, organizzo e gestisco serate, sono la madrina del Gloss di Roma, quest’anno ho anche iniziato a fare un po di radio! Diciamo che non riesco a stare ferma!
Una cosa che ancora mi manca è cantare! Iniziai un progetto qualche anno fa, che poi accantonai per seguirne altri, credo però che a breve lo riprenderò in mano e chissà non riuscirò anche in questa impresa! Già ho del materiale su cui iniziare, quindi iniziate pure a tremare!
E poi … altri sogni?? Beh, essendo di base una conduttrice mi piacerebbe presentare che so qualche grande manifestazione, e mica mi accontento di piccole cosucce eh! Sai proprio della serie “Sanremo sto arrivando!”, chissà magari che non mi mettano a sistemare fiori!
||| Audrey |||
La redazione di Gaymagazine ringrazia Audrey Frau Blucher Squander per la disponibilità e vi da appuntamento alla prossima settimana con una nuova scoppiettante Drag!
Bambola Audrey | artistcreations Foto | Tillate e Tania AlineriFonte: http://gaymagazine.it/2010/06/24/dragmagazine-audrey-frau-blucher-squander/
Vi abbraccio
Marco Caserta
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