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Una Drag Queen non smette mai di rinnovarsi, di cambiare per raggiungere quella che considera una figura finita; questo tipo di personaggio, nonostante la sua completezza e bravura, non è da considerare un punto d’arrivo ma uno di partenza, ci sarà sempre un qualcosa che, col tempo o attraverso critiche (sia positive che negative), andrà modificato o cambiato totalmente. Essere Drag Quenn vuol dire anche essere artisti e, di conseguenza, avere mentalità aperte e una certa bravura innata. Vi proponiamo oggi una Drag che ha fatto tesoro delle sue esperienze, un’artista nel suo genere.
Ecco a voi l’intervista a CastaDiva
Gaymagazine vuole dare spazio alle Drag Queen italiane. Cosa ne pensi di questa rubrica?
Credo che la rubrica di Gaymagazine possa essere molto interessante per scoprire più a fondo cosa c’è aldilà della maschera di noi drag queens. Leggo con molto piacere le vostre interviste e spesso con altrettanto piacere scopro che in alcuni casi c’è un bel contenuto, oltre che un bel contenitore in alcune di noi. Penso anche che sia una delle rubriche che difficilmente tramonterà dato che perfino nel paesino più disperso d’Italia ci sono almeno 9 milioni di drag queen e ogni giorno ne nascono altrettante.
Potresti spiegarci il significato del tuo nome d’arte?
CastaDiva, come molti di voi sanno, è il nome di un’aria tratta dalla celebre Norma di Bellini. L’ho conosciuta ascoltando la Callas e mi innamorai del testo in cui questa sacerdotessa gallica eleva una preghiera in nome della luna, ammirando il suo volto e la luce che essa sprigiona nel cuore della notte. Altisonante e contraddittorio per una drag queen, ma adatto al nostro lavoro che si svolge principalmente al levare della luna, decisi di prenderlo come nome d’arte.
Il mondo dell’animazione Drag è molto vario, a tuo avviso, cosa deve fare o avere una Drag Queen per differenziarsi dalle altre?
Una Drag Queen deve avere una propria personalità che spesso è difficile da trovare e identificare io, per esempio, sto cercando di definirla ma so che questa è una ricerca che non deve mai cessare. Un artista, se tale, è in continua evoluzione e credo che fare la Drag Queen significhi creare un’opera d’arte e metterla in mostra nella sua completezza. Dipingiamo con i trucchi, scolpiamo creando gli abiti e possiamo dare anima a tutto questo con le interpretazioni delle nostre performances. Diciamo dunque che, per fare il nostro lavoro, ci vuole molta passione e di sicuro un pò di talento, altrimenti si è sempre in tempo a dedicarsi ad altro.
Ogni Drag ha un modello da cui trae ispirazione, tu a chi ti ispiri?
Fin da piccolo ammiravo le grandi dive del mondo dello spettacolo come Rita Haiworth, Audrey Hepburn, Marilyn. Le grandi voci come Liza Minnelli, Whitney Houston, Mina ,Barbra Streisand. Seguendo la loro eleganza, la loro dolcezza nelle movenze e l’emozione che si percepisce nei loro sguardi dai video, cerco di fare un buon mix, tenendo loro e molte altre “dei vecchi tempi” come punto di riferimento e fonte di ispirazione. Ammiro anche le grandi artiste contemporanee come Madonna o Lady Gaga uniche nella padronanza del palco e provocatorie al punto giusto.
E’ chiaro che stiamo parlando di artisti con talento elevato ma puntando in alto e perseverando senza arrendersi si riescono poi ad ottenere discreti risultati.
Qual è stata l’esperienza lavorativa che ti ha toccato o piaciuta di più in assoluto?
Mi sono sempre esibito di fronte ad un pubblico eterosessuale dove ero l’unica drag queen, quindi possiamo dire che in qualche modo nell’ambiente da discoteca era un pubblico facile, perchè hanno meno termini di paragone e l’unica attrazione della serata ero io. Nel 2010, invece, ho partecipato a due concorsi drag queen. Il Drag Factor al Gloss e Miss Drag Queen Italia, sono state esperienze che mi hanno dato sia l’opportunità di esibirmi di fronte un pubblico più esigente e critico come quello gay sia di confrontarmi, conoscere e poi collaborare con altre Drag Queen dalle quali poter imparare e ampliare i propri orizzonti. Tante sono state le emozioni, altrettante le soddisfazioni soprattuto con Drag Factor che mi ha introdotto nella famiglia del Gloss di Roma dove continuo a lavorare e a crescere grazie ad uno staff amico e i direttori che mettono a disposizione la loro esperienza per la mia crescita e la mia sperimentazione artistica. A loro, di sicuro, devo un grande grazie.
Sappiamo che hai lavorato anche in Egitto, è stata un’esperienza interessante? Cosa t’ha lasciato?
L’esperienza in Egitto è stata particolare e a tratti commovente. Lavoravo nei villaggi turistici, quindi, vivevo il pubblico che mi veniva a vedere la sera in teatro 24 ore su 24. Dalla mattina in spiaggia alla sera in discoteca dopo gli spettacoli.
E’ stato bello notare come lo spettacolo Drag riesca ad aprire gli orizzonti di chi aveva dei pregiudizi a riguardo. E’ stato fantastico poter fare conoscere a più di mille persone ogni settimana chi è Bruno, chi è CastaDiva, poterli confrontare e trarne conclusioni scindendo la due personalità. Grazie a questo molti hanno capito che il nostro lavoro è una vera forma d’arte guardando la trasformazione e la differenza di atteggiamento nei due diversi contesti, l’animazione di giorno, e il teatro la sera.L’emozione più grande mi è stata data dai bambini che ti guardano con innocenza e senza pregiudizio, ma capiscono perfettamente chi sei e cosa stai facendo e proprio per tutto questo, non essendoci per loro nulla di scandaloso, mi adoravano e ogni settimana mi regalavano delle lettere o dei disegni che ancora custodisco gelosamente.
L’egitto, o Sharm El Sheikh, mi ha lasciato una quantità infinita di emozioni e splendidi sorrisi, dovuti sopratutto al pubblico che mi seguiva nel corso delle settimane.
Che rapporto hai con il pubblico che ti segue?
CastaDiva nei confronti del pubblico a volte è un pò distaccata, poco caciarona o frizzante come riescono a fare altre colleghe (che ammiro molto). Rimane spesso un passo indietro, preferisce osservare ed essere gentile ed educata con tutti.
Studia molto chi ha davanti e fa tesoro di ciò che le stanno dicendo, siano esse critiche o complimenti. Il pubblico è la nostra forza, la nostra vera soddisfazione e per questo va rispettato e ringraziato nel più gentile ed educato dei modi.
Quale consiglio ti sentiresti di dare a quelle persone che si sono appena affacciate, o vogliono entrare, in questo mondo dell’animazione come Drag?
Rimanere con i piedi per terra! Sai, spesso, chi indossa una parrucca e si esibisce un paio di volte sotto i riflettori pensa di essere arrivato al massimo e che tutto gli è dovuto perchè sono già delle star. Io non la penso così, credo che l’umiltà sia l’ingrediente principale e necessario per raggiungere i propri obiettivi, per crescere ed arricchire il proprio bagaglio culturale. E’ importante fare tesoro delle critiche o dei consigli di chi ha più esperienza di te, anche nei casi in cui non si è completamente daccordo, è sempre bene tenere quel consiglio a mente perchè potrà venire utile più avanti. E, sopratutto, cercate di non essere mai volgari perchè, essendo noi uomini vestiti da donna, errare e diventare sgradevoli è davvero un attimo.
Lungo il tuo precorso di crescita hai trovato qualche ostacolo, hai dovuto affrontare delle dispute o favoritismi?
Come in tutti i lavori del mondo ho trovato degli ostacoli, magari nel mio caso è stato difficile insierirmi nelle realtà molto ristrette come la Sicilia, la terra dove sono nato. Ho dovuto tenere testa a chi insulta perchè ti reputa pagliaccio, a chi ti deride perchè ti vesti da donna ma col passare del tempo impari anche a digerire questi bocconi amari arricchendoti e fortificando la tua corazza.
Hai qualche desiderio o sogno nel cassetto per il tuo futuro?
Il desiderio più grande è veder schiudere davanti a me un grande sipario in velluto rosso, accendersi i riflettori e interpretare un mio spettacolo in teatro. Vedere in platea lo sguardo emozionato di mia madre, dei miei cari e tutti gli amici che mi sono stati vicino e hanno creduto in me in tutti questi anni. E’ a loro che devo il Grazie più grande.
Gaymagazine ringrazia CastaDiva per quest’interessante intervista e le augura di riuscire a realizzare il suo grande sogno; mai smettere di sognare e mai smettere di dare il massimo per realizzare i propri sogni.
L’ultima foto è stata scattata dal fotografo Andrea Fanny Marino; gli altri scatti sono stati fatti da Alessio P. Camarda.
Fonte: http://gaymagazine.it/2011/01/12/dragmagazine-castadiva/ Vi abbraccio
Marco Caserta
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