Magazine Mondo LGBTQ
Di seguito vi proponiamo l’intervista esclusiva a Labirya Pompadour.
Gaymagazine vuole dare spazio alle Drag Queen Italiane. Che cosa pensi di questa rubrica di intrattenimento?
Trovo l’ iniziativa certamente interessante. Ogni mezzo e’ buono per divulgare la nostra arte, e rendere partecipe il maggior numero di persone; renderle consapevoli ed informate su ciò che c’è dietro il nostro make up e i nostri stravaganti vestiti. Inoltre ringrazio Davide Morante per l’ opportunità di poterne parlare su drag magazine.
Qual è il significato del tuo nome d’Arte? Raccontaci in breve il tuo
percorso artistico.
Ho carpito il mio nome da due famose meretrici, storpiando Cabirya in Labirya ( personaggio interpretato da Giulietta Masina ne “le notti di Cabirya” di F.Fellini) e naturalmente ho rubato il mio cognome Pompadour ,dalla cortigiana più famosa della storia! Mi divertiva l’ idea di non essere una lady, ne una miss, ma interpretare grottescamente l’ oggetto del desiderio dell’ uomo. Colei che attraverso la sua sensualità determina e sancisce il suo potere sul maschio- babbeo. Sono una convinta femminista! E ho sempre trovato romantica questa figura intramontabile della donna leggendo Bukoskij ed ascoltando de andre’. Il mio personaggio gioca molto sulla lascivia, sull’ interpretazione e l’ esasperazione del ruolo della donna fatale, personaggio ricco di spunti su cui tonnellate di letteratura, gossip e avanspettacolo offrono infiniti appoggi di battute ridanciane senza per questo scadere nel volgare. Raccontare in breve il mio percorso artistico e’ facile, poiche’ il mio personaggio da cabaret e’ nato quest’ anno, prima avevo partecipato a pochissimi show quasi per gioco senza capire l’ essenza di una drag queen. In passato ho lavorato esclusivamente nelle discoteche, producendomi in elaborate perfomance dal respiro gotico , con un gruppo di dancers. Perfomance ideate da me stessa.
Nel mondo delle Drag Queen, ci sono invidie e gelosie. Che cosa deve avere una Drag, per differenziarsi dalle altre?
Questa e’ la classica domanda da un milione di dollari! Si, purtroppo ci sono tante invidie e gelosie, che devastano l’unità della comunità gay e rendono difficili gli slanci di unità tra colleghe. Cattiverie la maggior parte delle volte alimentate da un pubblico avezzo al pettegolezzo che mina gli sforzi di comunione . E certamente gli animi sono erosi da una rivalità tra locali, rivalità che dovrebbe mantenersi entro limiti meramente economici e non dovrebbe riguardare noi che facciamo tutte lo stesso lavoro. E dovremmo riconoscere nel nostro datore di lavoro semplicemente il proprietario del locale nel quale ci esibiamo, e non il padrone dei nostri personaggi. Una drag per differenziarsi dalle altre deve attingere da se stessa il proprio personaggio, nasciamo gia per natura umana tutti diversi, perchè omologarci a qualcosa che neanche ci rappresenta? Ci sono troppe copie di lady gaga in giro per i locali, una drag impersonator puo’ anche andar bene ; e c’ è ne una anche ben riuscita, ma tutte le altre annoiano e sono di troppo certamente. Aver coscienti i propri limiti e tener conto della propia personalita’ mettono in piedi un personaggio lungimirante, che deve certo, anche buttare un occhio ai grandi nomi che l’ han preceduto, perchè da loro si può imparare moltissimo , ma non si deve copiarli!
Parlaci della situazione gay e delle Drag Queen nel profondo sud.
La situazione della comunità gay nel sud, probabilmente e’ uguale a quella di tutta l’italia, soltanto che qui concorrono ad oscurare la rivendicazione dei nostri diritti , altre problematiche quali una angosciosa disoccupazione e la crisi delle medie imprese , e delle fabbriche, problematiche importanti certo,che nell’ agenda dei nostri politici vengono sempre prima, su cui si blatera tanto senza trovare alcuna soluzione. E con la blanda motivazione dei problemi primari, il problema della rivendicazione dei diritti essenziali dei gay è sempre messo da parte. Come se l’ amore non fosse essenziale per l’ umanità, e il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso minerebbe argomenti neanche in relazione tra loro. La sardegna come regione a statuto autonomo potrebbe leggiferare su questo argomento, ma manca proprio l’ interesse a farlo! Il 15 maggio ho partecipato grazie all’assemblea per la giornata contro l omofobia, e il circolo ARC , ad una manifestazione, la seconda del popolo gay sardo. E’ stato bellissimo, abbiamo anche fatto uno show a chiusura della serata, in quel giorno si respirava amore, unione e libertà, ma..il più autorevole quotidiano locale , malgrado la folta partecipazione di migliaia di ragazzi, non ci ha dedicato neanche una riga. Ecco cosa intendo quando dico che le rivendicazioni del movimento gay qui nella mia terra non sono considerate affatto! Per non parlare dell’ ottusità costruita da una fervente mentalità clerico-bigotta!!!
Per quanto riguarda il mondo drag, io vivo a Cagliari come gia detto, e qui soltanto un locale gay ha il monopolio degli show drag , e ciò da molto potere agli imprenditori di quest’ ultimo che agiscono nepotisticamente dando vita spesso a personaggi di scarsa qualità, per un pubblico poco incline ad una sana critica ma propenso ad adorare tutto ciò che il “padrone” ciondola loro davanti, escludendo a priori le drag che lavorano salturiamente in locali comuni. Io stessa sono stata contattata da questo locale ma ho desistito nel lavorarci, poichè io non voglio padroni e voglio far scuola in qualsiasi locale, anche con affluenza etero, non dando l’esclusività a nessuno in particolare. La sardegna ha delle drag queen eccellenti, che io ammiro sin da quando ho iniziato, splendidi esempi di cabaret e avanspettacolo italiano, veri artisti quali la Trave nell’okkio , Shana Visconti, Bryghitte Cecchi Gori e naturalmente Velena , miss drag queen italia 2004!
Secondo la tua esperienza, la Drag Queen ha solamente un pubblico gay o questo personaggio affascina e incuriosisce anche il “mondo etero”?
Io lavoro in locali prettamente etero o gay friendly,. La drag queen affascina tutte le persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Certo ad onor del vero il pubblico etero bada di più all’ approccio linguistico ed al personaggio che deve far allegria, e quello gay si sofferma di più sull’accuratezza dei dettagli dei vestiti o del palyback. Le tre le cose non possono mancare ad una drag queen classica che si adopera nel cabaret! Non ci si deve accontentare, poichè si fa cabaret di mettere in scena personaggi scadenti esteticamente, che certo aiutano a trainare una risata, ma spesso alcune colleghe, scambiano quest’ultima con una derisione. Senza rendersi conto della netta differenza tra scherno o compiacenza del pubblico.
Quali difficoltà deve affrontare una Drag Queen, sia dal punto di vista sentimentale che da quello di semplice persona?
Non ho mai incontrato nessuna difficoltà per il mio lavoro. Calato il sipario io non sono più Labirya, non vado di certo a far la spesa con le zeppe e la tuta in pvc.. anche se mi piacerebbe! La mia famiglia mi supporta e mia madre mi aiuta con i vestiti. Sono un uomo che si trucca solo ed esclusivamente per show. Sentimentalmente sono un ragazzo fortunato poiche’ il mio compagno mi aiuta nei miei tour per i locali, ed è un estimatore dei drag queen show. Lui e’ molto critico soprattutto con me, ma ciò determina una sana crescita del mio personaggio. Le critiche e le autocritiche fanno benissimo in questo campo e le seconde, sono praticamente assenti ,ho notato con dispiacere, proprio in personaggi che s’affacciano da poco sui palcoscenici e non tengono conto della differenza che passa tra un travestito, un trans mancato, un gay efebo mal truccato e una drag queen!
Parlaci delle sensazioni e delle emozioni che provi quando lavori nei locali. Ti è mai capitato di subire atti di omofobia quando interpreti il tuo personaggio?
Fare show per un pubblico variegato e’ emozionante, e mi rende felice dar gioia. Dissipare le ansie quotidiane delle persone con una risata liberatoria, mi piace anche far pensare e porre sempre l’accento sul ruolo politico che le drag queen possono assumere all’interno del movimento gay, grazie alla loro visibilità. Lasciando le pochezze dei commenti sulla nostra non rappresentatività della comunità omosessuale, in quanto incarnazione della macchietta gay. E continuando a ribadire che oltre il trucco ed uno slancio ironico che ci permette di focalizzare i media , ci sono delle persone che possono far di questo lavoro un tramite per argomenti che nella nostra nazione sono ancora dei tabù. Per quanto riguarda l ‘omofobia, io non ho mai subito atti di discriminazione, ciò non vuol dire che non esista , anzi! Quando lavoro nei locali le persone sono incuriosite, spesso scambiano le drag molto femminili e ben truccate per trans e nella loro testa l’ignoranza fa incetta di luoghi comuni e clichè . Ma spetta a noi spiegare la differenza, spetta a noi non lasciarci andare in battute che possono creare climi di predisposizione sessuale, che possono corrompere un personaggio facendolo somigliare ad un appetibile travestito in cerca di facili occasioni. Bisogna saper tenere il ritmo tra ciò che e’ una battuta che lambisce i confini della sensualità e quello che e’ un messaggio esplicitamente volgare e diretto ad adescare possibili avventori! Rinnovo il mio grazie a drag magazine, e mi scuso se sono sembrata molto dura in determinate affermazioni, ma dico sempre ciò che penso malgrado tutto, senza la presunzione di avere la verità assoluta in tasca, ma con la concretezza di chi mette in gioco se stesso attenendosi alla realtà che lo circonda e assumendosi la responsabilità piena di ciò che dice. Dire cio’ che si pensa con educazione, non deve essere un manifesto di abuso di libertà ma parlare con il cuore , con la pancia ..senza barriere e preconcetti! Un morbido abbraccio a tutte le drag queen d ‘Italia !
||| Labirya Pompadour |||
Gaymagazine ringraziaLabirya Pompadour per la disponibilità e vi da appuntamento alla prossima settimana con una nuova scoppiettante Drag!
Fonte: http://gaymagazine.it/2010/08/05/dragmagazine-labirya-pompadour/
Vi abbraccio
Marco Caserta
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