Pubblicato il 3 agosto 2012 con Nessun Commento
Un regista candidato sei volte al Premio Oscar come Jim Sheridan, tre protagonisti di grido come Naomi Watts, Daniel Craig e Rachel Weisz, una major alle spalle come la Universal e ben 50 milioni di dollari di budget: questa sono le premesse roboanti di “Dream House”, in uscita il prossimo 3 agosto nelle sale italiane (dopo continui slittamenti di programmazione, sembra sia questa la data definitiva).
A quanto si dice, premesse tanto invitanti sarebbero disattese da una trama un po’ troppo scontata e da alcune scelte stilistiche discutibili.
La storia di “Dream House” ruota attorno alla famigliola di Will Attenton, di sua moglie Libby e delle loro figliolette.
Tutto comincia quando gli Attenton si trasferiscono nella casa dei loro sogni, a Morgan Creek…un sogno che presto si trasforma in incubo quando in casa si iniziano a percepire le presenze indesiderate dei precedenti inquilini, uccisi anni prima proprio in quella casa.
Nonostante esista tra i cinefili (specialmente americani) un nutrito gruppo di appassionati al genere “thriller con case stregate”, qualcosa non ha funzionato al botteghino americano visto che il film è stato un vero flop di incassi.
A nulla hanno giovato neanche le polemiche infinite attorno alla pellicola, che le hanno comunque garantito grande risonanza mediatica. Il regista del film Jim Sheridan, infatti, ha deciso di disconoscere il film, inoltrando una richiesta (non accettata) presso la Directors Guild of America (sindacato che rappresenta i registi cinematografici e televisivi statunitensi) per far rimuovere il suo nome dai credits del film. I motivi che hanno portato Sheridan a questa decisione riguardano grandi disaccordi con la casa di produzione “Morgan Creek Productions causati” riguardanti soprattutto il mal digerito taglio inferto al finale del film, che discosta notevolmente dall’idea iniziale del regista.
Per questi motivi il regista Sheridan e i due attori protagonisti Rachel Weisz e Daniel Craig si sono rifiutati di promuovere il lungometraggio e di farsi intervistare dalla stampa, celandosi dietro un categorico “no comment”.
Candidato due volte all’Oscar per la regia di “Il mio piede sinistro” e “In the Name of the Father”, Sheridan ha confezionato anche pellicole indimenticabili quali “The Boxer” e “In America”. Ora siamo curiosi di vedere come verrà accolto in Italia il suo “Dream House”. Per ora, possiamo solo anticipare che i ben informati non parlano proprio di un capolavoro…rimaniamo in attesa di poter dare finalmente il nostro giudizio su uno dei film più discussi degli ultimi tempi.
di Angela Laurino