Noi pensiamo con due menti opposte.
L’emisfero sinistro è sempre proteso al futuro, a differenza di quello destro che è proteso verso il passato.
Noi abbiamo due emisferi cerebrali e quindi “pensiamo” con due menti opposte: una emotiva (emisfero dx) e una cognitiva (emisfero sin). Logicamente i pensieri prodotti dalla mente emotiva o inconscia sono molto diversi rispetto a quelli prodotti dalla mente cognitiva o conscia. Nel primo caso si tratta di pensieri irrazionali e spesso negativi strettamente legati alle emozioni, nel secondo caso invece si tratta di pensieri razionali e positivi (e forse anche troppo…).
Due menti opposte per pensare
Precisiamo bene come vedo le cose. La mente emotiva è molto più potente di quella cognitiva. Ciò perché non appena ci emozioniamo, viene escluso l’emisfero sinistro del cervello poiché le emozioni rappresentano bisogni insoddisfatti. I bisogni hanno sempre carattere d’urgenza e in molti casi attivano reazioni emotive automatiche, arcaiche e per lo più disfunzionali. Poiché viene escluso l’emisfero sinistro quando si prova un’emozione intensa, non capiamo più nulla. Ecco perché si perde facilmente il controllo della situazione e si commettono le più grandi fesserie di cui poi a mente fredda ci pentiamo.
È il caso del raptus di gelosia e del raptus di follia e anche della fatale dimenticanza del proprio bambino in macchina sotto il sole per ore e ore, che si spiega proprio con l’insorgere inatteso di un potente fatto emotivo dopo essersi allontanati dalla macchina, che fa dimenticare tutto. Molte mamme infanticide, a mente fredda, non credono di essere state loro a uccidere il proprio bambino, e negano decisamente e in maniera convinta di fronte agli inquisitori.
Quindi, quando si commette un delitto, specialmente nell’ambito familiare, è sempre in azione l’emisfero destro o emotivo, mentre se si tratta di un omicidio premeditato ad opera di un criminale, è sicuramente in azione l’emisfero sinistro, freddo e volontario. Questa considerazione è importante perché ci fa capire che quando operiamo con una sola mente, con un solo emisfero, insomma con metà cervello, ci comportiamo sempre in maniera egoistica e sbagliata poiché i due emisferi cerebrali hanno funzioni esattamente opposte e complementari.
La loro complementarità genera la sintonia, ossia la funzione equilibrata e coordinata di entrambi gli emisferi. In assenza di sintonia tra i due emisferi cerebrali, quello emotivo si comporta in maniera arcaica e asociale, mentre quello cognitivo agisce in maniera esageratamente egoistica e riprovevole.
Due menti opposte per pensare
Dunque, sono del parere che i due emisferi cerebrali, le nostre due menti, producono pensieri totalmente opposti: quello destro produce pensieri negativi e involontari, legati alle emozioni, mentre quello sinistro produce pensieri razionali e volontari. Tuttavia, non è detto che i pensieri razionali, logici e freddi, ossia non dettati dalle emozioni, siano quelli giusti, mentre quelli irrazionali siano sempre sbagliati. Una cosa è certa: una emozione si accompagna sempre a determinati pensieri.
Ecco perché possiamo affermare che la principale funzione dello sviluppo personale è quella di insegnarci a gestire le emozioni – le paure in particolare – in maniera funzionale e appropriata alle circostanze. Se non si è capaci di intervenire sui propri stati emotivi, si resta in balia di forze interne spesso animalesche e incontrollabili, con gravi conseguenze per la nostra vita personale e di relazione.
Le emozioni negative non si devono evitare, né occorre opporre resistenza, e non ci si deve identificare con esse.
Quando si è soggetti a un’emozione spiacevole, per esempio la paura, viene naturale cercare di evitarla per non ritrovarsi in quella brutta situazione. La strategia di evitamento tuttavia è dannosa perché limita non poco la nostra vita e tende a rafforzare sempre più
l’emozione stessa, e con il trascorrere del tempo si resta sempre più bloccati. Anziché evitare le situazioni spiacevoli che ci fanno paura, è assolutamente necessario affrontarle!Le paure e tutte le emozioni negative si vincono soltanto vivendole, ossia affrontandole. In tal modo ci abituiamo ad esse, e quando ci siamo abituati, la paura cessa di farci paura. Questo discorso vale per tutte le paure, compresa quella di parlare in pubblico.
In poche parole bisogna allenarsi ad affrontare ogni genere di paura.
Classico è l’esempio dei vigili del fuoco, dei paracadutisti e degli artificieri dell’esercito, che esercitano mestieri molto pericolosi proprio perché essi si esercitano a lungo e quindi si abituano ad affrontare le situazioni di pericolo acquisendo col tempo sempre più abilità, sicurezza e professionalità. Infatti, la paura è causata dal non sapere come affrontare il pericolo.
Uscendo spesso dalla cosiddetta zona di comfort, ossia mettendosi in gioco e sottoponendosi volontariamente allo stress, si fa esperienza e si diventa sempre più sicuri di sé ed esperti e ci si abitua a non aver paura.Chi non si sottopone volontariamente allo stress per imparare, ad esempio, qualcosa di nuovo e di difficile, non progredisce e andrà soggetto a ogni genere di stress involontario in futuro perché non sarà in grado di affrontare le difficoltà della vita in maniera efficace!
Due menti opposte per pensare
Anche opporre resistenza, ossia negare l’esperienza emotiva spiacevole, è estremamente controproducente perché la resistenza esercita una forza uguale o ancora più intensa dell’emozione stessa a cui si resiste. Gli inglesi dicono: “What you resist, persists” (Ciò a cui resisti, persiste). Anziché negare l’evento spiacevole, per esempio un lutto, un crac finanziario, una rottura sentimentale, un tradimento, una grave malattia, ecc. e restare tristi, confusi, impotenti e depressi, la cosa più giusta da fare è accettare il cambiamento rappresentato dall’evento spiacevole.
Infatti l’accettazione della realtà elimina l’effetto nocivo e paralizzante delle emozioni e ci consente di recuperare rapidamente la lucidità mentale e il senso di responsabilità, e quindi si è in grado di riprendere velocemente la vita normale.L’accettazione della realtà e l’accettazione di se stessi nonostante gli eventi contrari, sono i fattori fondamentali per affrontare con successo le immancabili avversità della vita. Purtroppo, la maggior parte delle persone vorrebbe soltanto il bello dalla vita e rigetta il brutto, e così facendo si ritrova proprio ciò che non accetta.
Due menti opposte per pensare
Molti si sentono sbagliati e si autoflagellano di fronte ai propri insuccessi e ai propri sbagli, mentre dovrebbero capire che persino i miliardari fanno errori e vanno incontro a molti dispiaceri, ma non per questo si sentono sbagliati, e riescono a riprendersi presto ritornando di nuovo a galla.È un errore grave quello di identificarsi con le proprie emozioni e i propri pensieri negativi. Infatti, in circostanze spiacevoli si dice “sono impaurito”, “sono arrabbiato”, “sono sbagliato” mentre si dovrebbe dire: “In questo momento mi sento impaurito, arrabbiato, sfortunato”, ecc. L’emozione è causata da una data esperienza e si prova in un preciso momento, quindi è una condizione temporanea dovuta alla particolare situazione che si sta vivendo.
Identificandosi con le proprie emozioni e i propri pensieri si va incontro alla cronicità dell’emozione, e in pratica si hanno sempre gli stessi pensieri e si ha sempre davanti agli occhi l’evento che ha scatenato l’emozione, per cui è come rivoltare ogni volta il coltello nella ferita. Una grande acquisizione dello Sviluppo Personale è proprio quella che non si deve mai smettere di accettarsi, amarsi e approvarsi a prescindere da come vanno le cose.
Due menti opposte per pensare
Quando si perde l’attenzione, si innesta automaticamente il pilota automatico e pensiamo esclusivamente con l’emisfero destro che, siccome è di natura emotiva, è legato alle esperienze e ai ricordi dolorosi del passato che provocano emozioni e pensieri negativi e a volte ossessivi con i quali ci identifichiamo: ciò porta inevitabilmente alla depressione.
Al contrario, quando viviamo “troppo” nel futuro, è la mente conscia la nostra principale nemica perché va sempre di fretta e vuole avere sempre ragione anche se è a corto di informazioni, per cui si mette in conflitto con l’inconscio che invece è lento, previdente e anche fraccomodo, per cui diventiamo ansiosi, tristi e preoccupati.
Quanto ai brutti ricordi, alle fobie e ai traumi, esistono diversi modi per ridurre o eliminare l’intensità dell’emozione a essi legata, ma il più efficace, secondo me, è la reinterpretazione in chiave positiva degli eventi del passato. Infatti, al momento dell’impatto traumatico è inevitabile interpretare l’evento in maniera negativa date le conseguenze non certo piacevoli, ma col trascorrere del tempo si riduce l’intensità dell’evento negativo e accadono anche tante cose nuove, se non proprio favorevoli, che consentono di reinterpretare l’evento in maniera positiva e quindi di dargli più luce, più brillantezza, più chiarezza e più consapevolezza. Molte volte la sfortuna si trasforma nella nostra fortuna, ed è anche per questo che non bisogna mai perdere la speranza e rialzarci dopo ogni caduta.
Quando ci emozioniamo, pensiamo con l’emisfero destro e siamo portati nel passato dove esistono i nostri ricordi molto carichi di energia emotiva, ricordi che rivoltano il coltello nella ferita ogni volta che si riattivano e che comunque producono emozioni e pensieri negativi e/o ossessivi in maniera involontaria.
Tutte le volte che siamo distratti si attiva sempre il pilota automatico, l’emisfero emotivo, e siamo bombardati dai pensieri negativi che ci impediscono di ragionare con lucidità e di prendere decisioni assennate e risolute.
Quando invece siamo attenti e tutto presi da ciò che stiamo facendo, agisce l’emisfero sinistro, e in questi casi la mente emotiva non può interferire negativamente e possiamo agire e operare con freddezza e razionalità.
Due menti opposte per pensare
Purtroppo però, quando siamo sotto l’influsso esclusivo dell’emisfero sinistro, ci facciamo prendere, come dicevo, dalla fretta – ed ecco l’ansia!- e ci mettiamo in contrasto con l’inconscio che è lento, fraccomodo e boicottante; ed inoltre, credendo di essere razionali, pensiamo anche di avere ragione e perciò facciamo molti errori perché siamo a corto d’informazioni.
L’emisfero sinistro è sempre proteso al futuro, a differenza di quello destro che è proteso verso il passato.
Quando, infine, oltre ad essere attenti, riusciamo anche a concentrarci, si ottiene la sintonia tra i due emisferi cerebrali e siamo nel qui e ora, nel presente, dove non c’è sofferenza perché non ci sono emozioni negative, ma soltanto consapevolezza: e si ottengono le migliori prestazioni.
In fondo, la cosiddetta mente superiore di cui hai sicuramente sentito parlare, si attiva proprio grazie alla concentrazione e alla sintonia emisferica perché l’inconscio dispone della conoscenza universale per cui è quasi impossibile fare errori o dire e scrivere cose sbagliate. Infatti, la creatività e l’intuito che sono prerogative della mente emotiva, sono coordinati e sostenuti dalla logica e dalla razionalità prerogative della mente cognitiva, come pure la veduta d’insieme della mente inconscia è corroborata dalla visione analitica della mente conscia, e viceversa.
E quando, oltre ad essere perfettamente concentrati, si è anche molto bravi e preparati nell’attività che si sta svolgendo, attività che costituisce la nostra passione e perciò ci piace molto, come nel caso degli atleti professionisti, durante le gare essi entrano facilmente nello stato di flow o di grazia e ottengono prestazioni eccezionali.
E allora perché non siamo sempre attenti e concentrati? L’attenzione e ancora di più la concentrazione consumano enormi quantità di energie e producono molte scorie che ci fanno sentire stanchi. Non a caso l’atleta nel tiro al piattello, e l’arciere nel tiro con l’arco, trattengono per un attimo il respiro tanto sono concentrati, e quando non si respira bene, il cervello non riceve ossigeno a sufficienza e si stanca subito. Al contrario, quando si attiva volontariamente il pilota automatico, come fanno i piloti degli aerei in condizioni di volo di relativa sicurezza, essi possono rilassarsi e riposarsi un attimo perché sarebbe assai faticoso e insostenibile essere concentrati per ore e ore.
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