Per il designer la scelta di un materiale per fare un oggetto ha un motivo funzionale ma anche estetico e poetico.
Il materiale definisce e conferisce alla cosa disegnata i caratteri intimi nel divenire manufatto: sia essa opera artistica, oggetto di design o di artigianato.
La mostra DUETTO, curata da Anna Gili, pone il tema legato al rapporto di coppia che si genera quando in un solo oggetto giocano due materiali e perciò due diversi linguaggi progettuali.
E’ interessante investigare questo rapporto di connivenza e di energia tra due “status” differenti, difficile anche dal punto di vista delle strutture chimico-fisiche.
L’ armonico o problematico accostamento tra i due si pone in questa mostra come un elemento di indagine. La magia che si genera in questo sistema a due supera i vincoli tecnici dell’uno e dell’altro, e porta lo sguardo oltre i confini di un giudizio estetico di carattere tradizionale.
L’oggetto allora, richiede una forzatura critica per essere compreso nella sua strana ed emozionante energia.
Come nasce l’idea di partecipare alla mostra Bla Bla?
Ho ricevuto un invito a curare una delle varie mostre presenti a BLA BLA BLA.
L’idea della mostra Duetto viene dal mio interesse e da una mia ricerca sulla sperimentazione e sull’abbinamento di due materiali nello stesso oggetto.
Cosa si intende per connivenza di materiali difficili da abbinare?
Posso spiegare con un esempio che conosco bene perché si tratta di miei oggetti:
Il centrotavola “Regina” e il vaso “Principessa” sono stati realizzati da due aziende diverse: il CRAFT di Limoges per le parti in porcellana e l’argenteria De Vecchi per l’argento. I due materiali aderiscono insieme l’un l’altro e l’oggetto che ne scaturisce è singolare. In genere le aziende non amano dedicarsi a questo tipo di sperimentazioni in quanto portatrici di complessità, più consona alla ricerca dei designer auto produttori che vogliono sperimentare nuovi approcci a metodologie e a linguaggi progettuali.
Nella selezione dei progetti per la mostra Duetto ad esempio sono stati eliminati gli oggetti il cui iter progettuale era troppo ovvio e privo di ricerca, come ad esempio alcuni tavoli con il piano di un materiale e le gambe di un altro .
Quanto è importante essere indipendenti dall’industria nel processo creativo?
Può essere interessante anche lavorare con l’industria, coinvolgendola nelle proprie sperimentazioni. L’autoproduzione oggi in Italia è diventata una necessità per coltivare il proprio pensiero e la propria biodiversità progettuale.
L’autoproduzione mantiene il giusto equilibrio tra la cultura industriare e il pensiero umanistico, anche se oggi parlare di cultura umanistica è quasi un utopia pertanto è più appropriato parlare di creatività diffusa e tecnicismo.
Mettendosi dal lato del pubblico, quale crede che sia l’aspetto più interessante della mostra?
Gli aspetti possono essere molteplici. Potrei per semplificare pensare che la parola pubblico comprenda gli addetti ai lavori e i non addetti ai lavori . Le risposte che posso dare sono quindi due:
1-Gli addetti ai lavori, sono molto critici, capiscono con un colpo d’occhio il valore di una mostra che deve risponde a diversi parametri: originalità, linguaggio, tendenze, impatto visivo, multidisciplinarietà etc.
2- ai non addetti ai lavori, una mostra in genere piace o non piace. E’ come un giudizio di un opera artistica. Comunque l’impatto e quasi sempre forte ed efficace, perché non non c’è l’abitudine a una diversa di visione delle cose.