Dopo Derrick Rose e Rudy Gay a inizio luglio, in Italia nel weekend è sbarcata un’altra superstar NBA, forse la più splendente insieme a LeBron James, ovvero Kevin Durant. L’asso degli Oklahoma City Thunder è stato a Milano venerdì e sabato, per chiudere a Roma sabato sera: KD era in Europa (Parigi e Barcellona le altre tappe) per il tour targato Nike e in collaborazione con Foot Locker per lanciare la sua nuova scarpa e scovare talenti, come spiega la campagna KDI (Kevin Durant Investigate). Basktetcaffe.com ha avuto l’opportunità di incontrarlo all’House of Hoops di Corso Vittorio Emanuele in un venerdì pienissimo per Durant che ha fatto tappa anche a Radio Deejay, alla Gazzetta dello Sport, al Nike Stadium, ha fatto una sorpresa ad alcuni ragazzi al playground di via Dezza, prima di chiudere al palazzetto del ghiaccio del capoluogo meneghino.
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Kevin Durant, medaglia d’oro ai Mondiali di Istanbul nel 2010 i alle Olimpiadi di Londra nel 2012 con Team Usa, non ha nascosto la sua gioia per il suo sbarco a Milano e la grande solarità con cui ha incontrato i fan, tantissimi che lo attendevano all’ingresso di Foot Locker e in un campetto allestito nel retro del negozio. KD ha fatto qualche tiro, con la solita naturalezza, e poi è rientrato nel negozio per scambiare qualche chiacchiera con i giornalisti.
Sugli italiani in NBA, visto che con lui nello spot Nike c’è Marco Belinelli, giocatore che tra l’altro ha cercato di portare a OKC prima che arrivassero gli Spurs, ha detto:
“Sono tutti dei buonissimi giocatori, il loro livello è molto alto, Bargnani, Belinelli e Gallinari sono ormai degli elementi affermati nella Lega. Non conosco Datome ma non vedo l’ora di affrontarlo”.
Sulla prossima stagione ha parlato del suo ruolo di creatore di gioco, anche dopo gli ultimi playoff senza Westbrook al fianco:
“Non è stato facile ma mi sono divertito. Credo che questo farà parte del mio gioco anche in futuro, pur con il ritorno di Russell. E’ stato divertente ma contemporaneamente molto duro”.
Ora le domande difficile: chi prenderebbe nella sua squadra, Kobe Bryant o LeBron James?
“Qualsiasi scelta non puoi sbagliare, sarebbe ottima. Kobe è un vincente ma ora è infortunato, quindi prenderei LeBron nella mia squadra”.
A tal proposito, Basktetcaffe.com ha chiesto al nativo di Seat Pleasant cosa significhi per lui LeBron James:
“Con LeBron siamo amici, c’è grande rispetto reciproco. Giocarci assieme è una delle cose più belle perchè mette sempre la squadra al primo posto, è generoso e altruista. Giocarci contro è una delle sfide maggiori, come avversario è quello che mi stimola di più”.
Ma che tipo è KD? Al Washington Post aveva dichiarato di essere uno molto timido ma le cose sono migliorate:
“Sono cresciuto, è vero che ero così. Però, per il bene della squadra e dei miei compagni, ho dovuto mollare questa veste per impormi come leader all’interno degli spogliatoio e diventare il giocatore che sono. Mi sento molto bene ora”.
Ora le curiosità: la musica preferita?
“Adoro l’hip hop e l’artista che ascolto di più è Drake, mi piace tutta la sua produzione. E’ un amico e inoltre è una persona che mi segue e che mi ispira. Ci sentiamo spesso”.
E il giocatore che vorrebbe essere se giocasse nella NFL?
“Vorrei essere Calvin Johnson (ricevitore dei Detroit Lions, ndr) perchè penso che sia uno dei migliori giocatori della Lega, uno in grado di dominare”.
Concluso il venerdì con l’apparizione al palazzetto del ghiaccio, il sabato italiano di Durant si è diviso tra Milano e Roma. KD ha vissuto la mattinata nella palestra secondaria del Lido di Milano dove ha partecipato ad un clinic con i migliori talenti under 16 italiani e il coach del CSKA Mosca Ettore Messina. Poi in elicottero si è diretto a Monza, sede del Gran Premio d’Italia di Formula 1 dove, ospite della scuderia Ferrari, ha potuto incontrare la squadra e i piloti.
Nel pomeriggio si è recato a Space23, il negozio di Marco Materazzi, ex giocatore di Inter e Nazionale, con il quale ha dato vita ad una sfida uno contro uno in un playground allestito per l’occasione davanti allo store, attorniato da centinaia di fan. Nel tardo pomeriggio via sull’aereo in direzione Roma: in serata Durant è stato accolto al palazzetto dello sport dai giocatori della Virtus, tra cui Tonolli, Goss, D’Ercole e Moraschini, e soprattutto da centinaia di tifosi romani ansiosi di incontrare da vicino il loro idolo per la prima volta.