> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="227" alt="Dylan Dog #300, ovvero tanto rumore per nulla >> LoSpazioBianco" class="size-medium wp-image-35283 alignright" />Il 2011 è un anno molto importante per Dylan Dog, che a fine settembre compirà 25 anni di vita editoriale, e la festa per il suo quarto di secolo coincide con l’arrivo in edicola del trecentesimo albo della serie regolare che, come tutti i numeri a doppio zero in Bonelli, è totalmente a colori.
I numeri celebrativi dedicati alla creazione di Tiziano Sclavi sono tradizionalmente differenti rispetto a quelli dedicati ad altri personaggi della scuderia Bonelli: infatti si sono sempre occupati di gettare un occhio al lunghissimo passato di Dylan, e hanno sempre cercato di arricchire la continuity, quell’animale raro per i fumetti italiani che è invece la base per creare fidelizzazione col lettore oltreoceano.
Anche stavolta il numero centenario si occupa di indagare il passato di Dylan. Per l’oneroso compito, è stato scelto, dopo lo stesso Sclavi per il mitico 100 e Paola Barbato per il 200, Pasquale Ruju, uno degli sceneggiatori maggiormente impegnati sull’indagatore dell’incubo e che ha nel suo palmares anche le miniserie Demian e Cassidy, nonché alcune storie di Tex e Nathan Never.
Ruju è sempre stato uno degli scrittori che ha più diviso gli aficionados di Dylan Dog: ha scritto alcune delle storie e della saghe più interessanti, quali quella che ha protagonisti i vampiri e in particolare Manila, uno dei tanti amori di Dylan; ma è anche uno degli sceneggiatori che suoi forum vengono più criticati, soprattutto da quando negli ultimi anni, con l’attenzione che ha dovuto necessariamente spostare sui suoi progetti personali, le sue storie hanno avuto un notevole calo di qualità. La scelta della redazione è però facilmente comprensibile: dopo il suo creatore Sclavi e dopo la persona che ha avuto le idee più rivoluzionarie sul personaggio negli ultimi 15 anni almeno (la Barbato) è toccato al più esperto del gruppo sceneggiatori.
Lo scrittore sardo ha provato a portare a termine il compito inserendosi nella stessa linea dei due precedenti albi celebrativi. Prendendo spunto da 4 mitici albi della serie (L’alba dei morti Viventi, Morgana, Storia di Nessuno, La Storia di Dylan Dog), tutti a firma di Sclavi, Ruju prova a narrare alcuni dietro le quinte della storia di Dylan. E quindi eccolo tornare nel passato per mostrare il suo rapporto con mamma Morgana alla vigilia del viaggio narrato nel numero 100; nel presente a Inverness per rivedere Sybill Browning il suo primo amore eterno durato due settimane e raccontato sul numero 1, e a cercare la Morgana di cui si era innamorato sul numero 25; e poi nel futuro remoto, dove il mondo è ormai una landa desolata dove vivono solo “nessuni”. Ma se l’idea di base è giusta, a far storcere il naso, però, è la sua realizzazione: a dar fastidio è la piccolezza delle rivelazioni sul passato, la confusione nel raccontare il presente e il modo dozzinale, visto e rivisto di guardare al futuro.
Chi si aspettava un numero 300 scoppiettante e ricco di interessanti novità sul passato del personaggio, è rimasto immancabilmente deluso: anche il gioco metafumettistico per cui le avventure di Dylan vengono raccontate da un fumettista di un futuro apocalittico (che Stano disegna secondo le sue stesse fattezze, espediente già visto in Morgana) sa di stantio, non riesce a sorprendere il lettore.
Come se non bastasse, alcune parti, come quelle del dialogo tra la Vita e la Morte e quella dello scontro tra i Nessuno, sono talmente banali da apparire quasi stucchevoli. Dylan non riesce mai a diventare il vero protagonista di una storia che alle volte dà l’impressione di non sapere neanche lei su quali punti volersi focalizzare. Logicamente, essendo dedicata ai lettori affezionati, la storia risulterà parecchio ostica ai lettori occasionali, poco avvezzi a continuity e giochi metafumettistici. Ma anche il lettore più esperto, sinceramente, non credo sarà felice di aver aspettato così tanto per leggere una storia che è il classico parto del topolino da parte di una montagna enorme.
A provare a salvare capra e cavoli, ci pensano i disegni di Angelo Stano: il disegnatore pugliese sfodera una prova convincente, i suoi disegni colpiscono per potenza e passione, e la sua caratterizzazione grafica dei personaggi non può essere che quella definitiva. Fortunatamente anche i colori, ad opera dello studio Rudoni, morbidi e tenui, si amalgamano bene con le splendide matite, dando un risultato finale sicuramente apprezzabilissimo. Anche la costruzione di alcune tavole è più libera (ci sono addirittura due splash page). Peccato che non vadano a rappresentare una delle storie più belle di tutta la serie dell’indagatore dell’incubo: lo avrebbero meritato.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog#300 – Ritratto di Famiglia
Pasquale Ruju, Angelo Stano
Sergio Bonelli Editore, Settembre 2011
94 pagine, brossurato, colori – 2,70€
ISBN 9771121580009
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