Il segretario di quel che resta di un centrodestra massacrato dalla miopia politica dei suoi leader è tartassato su Twitter. La sua colpa (una delle tante): aver condiviso il discorso di fine anno di Re Giorgio Napolitano. Come Dario Franceschini…
Segretario? Presidente? Chissà se nell’ottica del 12-15% di voti che può vantare oggi il PdL ha ancora senso parlare di cariche ed incarichi.
I dilettanti della politica, quelli che non hanno capito i motivi dei loro plateali insuccessi, provano a studiare da social web manager. E falliscono miseramente.
Se è vero che l’urna oggi sorride a chi sa mettersi dietro al monitor e a chi usa il sociale sulla rete, è pur vero che non basta mangiar bene per dirsi Chef. Così, tra gli improbabili tweet dei politicanti nostrani, è facile imbattersi in una serie di tweet che servono per permetterci di valutare a quanto sia arrivata la distanza tra (pseudo)governanti e governati.
Non siamo grillini e non lo saremo mai, ma non riusciamo a dar torto al buon Beppe che contesta i ruoli istituzionali: deputati e ministri distanti e altezzosi, ma in definitiva si tratta di bassissima manovalanza che preme soltanto il pulsante al momento del voto. Non sarebbero in grado di compiere valutazioni politiche di sorta. Una scimmia, insomma, potrebbe sostituirli egregiamente se adeguatamente addestrata.
Ed ecco che sua infelicità l’agnellino sacrificale, il segretario dell’ex primo partito d’Italia, si lancia nella bolgia di Twitter: non per cercare voti per le primarie annullate da sua maestà Berlusconi, né per chiedere il permesso per andare al bagno.
Alfano commenta il messaggio alla nazione di Giorgio Napolitano, che mai come quest’anno ha incontrato gli sfavori del pubblico che ha boicottato in massa la pagliacciata quirinalizia. Definisce il messaggio di Napolitano “lucido e condivisibile” e continua con un pensiero rivolto alla crescita per ripartire.
Forse invidia il suo padre-padrone Berlusconi che un po’ di crescita, grazie al trapianto di capelli, può certo vantarla. Caro Angelino Alfano, è piuttosto difficile parlare di crescita quando i prezzi al consumo lievitano quotidianamente (dalla mezzanotte aumentano gas e autostrade).
Ma, si sa, i deputati hanno altre gatte da pelare. Come lo spread e l’imparare ad usare il mezzo digitale. Ed è con questo innocuo quanto sconclusionato Tweet che Alfano si fa le ossa: nel giro di qualche minuto sono innumerevoli i commenti contro l’ex delfino di Berlusconi, riportato da questi all’ordine quando volle trasformarsi in squalo.
I commenti degli utenti non lasciano spazio ad equivoci: il popolo della rete non digerisce le paraculate di fine anno. La stessa mole di dissensi (pochi gli insulti, la protesta è civile e satiricamente incisiva) e di inviti ad andare “a casa!” è stata rivolta altresì ad altri due esponenti politici di primissimo piano, quali Dario Franceschini e Debora Serracchiani, del PD. Come dire, non basta stare su internet per convogliare su di sé i consensi del popolo della rete.
Allorquando sorge un dubbio: se tre esponenti di diverso schieramento hanno considerato l’intervento del Presidente allo stesso modo, dov’è la diversità di vedute che rende apprezzabile il civile confronto dialettico dell’agone politico?
Pardon, dimenticavo un dettaglio di non poco conto: sia il PdL che il PD fanno parte della maggioranza. Logico che sia così.
Che dire? Buon 2013. Auguri. Ne avremo bisogno.