Italo Svevo ha avuto come insegnante di inglese James Joyce e il suo psicanalista era Freud.
Louise Colet è stata amante di Flaubert e sua corrispondente, ha scambiato lettere con Manzoni, era amica di Hugo, Musset e De Vigny.
Il patrigno di Alessandro Manzoni aveva come precettore Parini.
Se negli anni trenta andavi al caffè le Giubbe Rosse di Firenze potevi incontrarci Montale, Vittorini, Pratolini, Gadda, Sebastiano Timpanaro (il nome forse non dirà nulla ma è un guru della filologia).
Se nel 1985 eri iscritto ad Harvard (e se Calvino non fosse morto prematuramente) potevi sentire dalla sua viva voce le sue Lezioni Americane.
Se nel 1934 eri al Ginnasio “Cassini” potevi essere in classe con Calvino e Scalfari.
Se nell’agosto del 1926 eri dalle parti di Sant’Agnese potevi assistere, a casa di Pirandello, a un duello cappa e spada tra Ungaretti ed un altro tizio.
Se all’inizio del ’900 eri iscritto a Cambridge potevi entrare a far parte del Bloomsbury Group assieme a Virginia Woolf, E. M. Forster e John Maynard Keynes (nota per NapoOrsoToro: non è il cantante degli A Perfect Circle).
E’ che a volte è tutta questione di fortuna, di congiuntura astrale, di mah chi lo sa.
Riflessioni dopo aver scoperto che la mia copia di “Il mio mondo è qui” di Dorothy Parker è l’edizione tradotta da Montale e con prefazione di Fernanda Pivano.
Citando la mia amata Dot che la sapeva molto lunga…
Quando tu giuri che sei sua,
Con brividi e sospiri
E lui giura che la sua passione è
Infinita, immortale –
Signora, segnatelo:
Uno di voi mente.
Chapeau.