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E' già Marzo ma io non lo sapevo

Da Silvia

E' già Marzo ma io non lo sapevo
Non so mai quando inizi la quaresima, ignoro quale sia la carreggiata interna, non sono in grado di leggere il contachilometri di una macchina e dire "sono tanti chilometri, sono pochi chilometri", non ricordo mai se a Marzo debbo mettere l'orologio avanti od indietro e soprattutto non ho mai compreso se dormiremo un'ora in più od un'ora in meno in quel frangente.
Non sapevo cosa volesse dire sentire di non farcela, di non avere più le risorse, di temere di non avere latte a sufficienza.
Non ho mai saputo quali fossero i giorni della merla e non so come si faccia a dire quella cosa che dell'inverno semo dentro o semo fora.
Non credevo che avrei mai sognato di essere incappucciata come un boia ed esposta al pubblico schifo,non sapevo che infondo non mi fido di nessuno, neanche di chi mi deve addormentare per operarmi.
Non so come Binacci faccia ad avere il mio numero di cellulare, perchè compriamo le uova prendendole dallo scaffale e poi le infiliamo subito in frigo, non capisco come si possa trasferire una musica da un violino ad un cd di plastica, cosa ci sia dentro ad un arcobaleno perchè a me pare di vedere solo poesia.
Mi è ignoto come si possa applicare la formula "soddisfatti o rimborsati" ad uno yogurt che promette defecazioni facili (si deve allegare un'ecografia addominale?), mi distrugge come possano esistere persone senza pietas, donne senza complicità, sorelle senza bene.
Mi sconvolgono la solitudine ed il lievito per i dolci, credo che nessuno voglia andare alla festa di compleanno di qualcuno,non capisco perchè certe canzoni mi piacciano così tanto, perchè la gente ponga domande assurde del tipo:" sei ingrassato?" "quando fate un figlio, quando fate il secondo figlio?" "quando ti sposi?".
Non comprendo quelle con i sandali ad ottobre quando già piove da un pezzo, quelli che comprano 64 barattoli di pomodoro, le donne con le unghie di gel spesse 20 centimetri e le borsette tenute addotte al petto.
Ignoro come qualunque essere umano possa trovare bello un tessuto zebrato o maculato, o scegliere dei mobili scuri laccati di legno massello su cui adagiare centrini rigidi.
Non conoscevo la sensazione orribile e terrificante di non percepire più una parte del proprio corpo e pensare di averla perduta per sempre.
Non sapevo cosa volesse dire interrompere la cosa più naturale e bella che una donna potesse vivere, sognare acqua calda alla quale affidare il proprio figlio mentre si cerca di capire se lo si può fare ancora oppure no.
Non ho avuto il coraggio ed intanto era già Marzo.

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