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E la sorpresa...?

Creato il 13 dicembre 2011 da Dallenebbiemantovane

Cari genitori italiani delle città dove i regali si fanno per Santa Lucia (13 dicembre), per quest'anno ormai è troppo tardi.

Ma posso pregarvi, per il futuro, di non farmi più assistere alle scene viste l'8 dicembre in un grande magazzino che vendeva giocattoli? Ero là con la mia amica N per comprare i regali per suo figlio. Naturalmente, essendo un giorno festivo, il negozio brulicava di clienti: genitori, nonni anche in carrozzella, zii stagionati, coppiette, assembramenti familiari enormi... quello che non mi sarei mai aspettata di vedere - ma io non ho figli e certi riti probabilmente mi sfuggono - era che con gli adulti ci sarebbero stati così tanti bambini.

Bambini, non adolescenti: bambini delle elementari o anche meno.

A comprare i regali per sé stessi. A sceglierseli. A discutere come piccoli contabili su cos'è meglio comprare, su quanto i genitori sono disposti a spendere per loro, a ricattarli magari con la lagna emotiva del "A Luca gli hanno promesso un robot che costa dieci volte quello che volete rifilarmi a me". Osservando i prezzi, confrontandoli, vedendo chi avrà regali più costosi dei loro, più grossi dei loro, più numerosi; vedendo i genitori alla cassa, che tirano fuori la carta di credito o il contante; sapendo già che quei soldi vengono dalla sudata tredicesima di mamma e papà.

Come se lo sapessero già, tutti quei bambini, che Santa Lucia non esiste. Che i suoi doni non sono doni magicamente venuti dal cielo, ma beni materiali acquistati dai genitori con il frutto del loro lavoro.

Ma perché dovete fare un dispetto del genere ai vostri figli? Cresceranno anche troppo presto; verranno bombardati da spot pubblicitari che indurranno le bambine a truccarsi a 8 anni, indossare il push-up a 9, essere su facebook a 10 e limonare a 11. Lo scopriranno da soli - dal solito compagno di scuola più sceglio e/o cinico e/o scafato - che Santa Lucia, Babbo Natale, la Befana siete voi.

Ma che fretta c'è, Cristo?

Come sapeva benissimo Leopardi e come opportunamente ci ricorda anche lo spot televisivo del Campari, il bello di un evento non è la sua realizzazione, è l'attesa: che si concretizzava, una volta, nella preparazione dei regali da parte dei parenti, e nella magica emozione dell'attesa da parte dei bambini.

Era un'attesa che durava giorni, o settimane. Che cosa mi porterà quest'anno? Sarò stato abbastanza buono da meritarmi i regali, o solo carbone (che poi c'era spesso, ed era un dolcetto a forma di).?

La sera qualche nonno o genitore usciva all'aperto e strisciava furtivo sotto la finestra della cucina, attento a non farsi vedere, suonando una campanella: era Santa Lucia che passava con il suo asinello...

Era l'unica notte in cui tutti i bambini dormivano poco, facendo un turbinio di sogni, divorati dalla curiosità. Poi, la mattina dopo, ci si alzava presto, prestissimo, all'alba, senza bisogno della sveglia, per un'unica giornata all'anno. E si correva fuori dalla propria camera in pigiama, alla ricerca dei regali messi sotto l'albero di Natale o vicino al presepe, a seconda.

In molte case, per fortuna, si usa ancora. Ma verrà il giorno in cui non lo farà più nessuno, e sarà un giorno triste per me.


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