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È mancato il prof. Giovanni Ravarino, lutto alla clinica Pinna Pintor

Creato il 05 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Improvviso lutto alla Clinica Pinna Pintor di Torino. Intorno alle 11.30 di stamattina, il Professor Giovanni Ravarino – 78 anni, morto-corso-duca-crocetta-torino stimato Consulente Neuropsichiatra della clinica- stava per attraversare corso Duca degli Abruzzi, quando è stato colto da un malore, accasciandosi al suolo. Inutili i tentativi di rianimazione dei colleghi della Pinna Pintor, accorsi immediatamente, prima ancora dell’arrivo dell’ambulanza.
Facce cupe, alla fermata del pullman all’angolo con via Vespucci, dolore e commozione tangibili.
“Era un uomo buonissimo, un professionista affermato: è una perdita gravissima” dicono i colleghi. “Era appena stato il suo compleanno -ricordano- il 2 giugno. Stava arrivando al lavoro come tutti i giorni, uno dei migliori qui. Da più di dieci anni”.
Le parole diventano sconnesse, lo shock prevale. Sul posto sono intervenuti il 118, Polizia, Carabinieri, il magistrato di turno e il medico legale che ha confermato che la morte è stata provocata da cause naturali.

Classe 1935, Ravarino si era laureato in Medicina a Pavia; nel 1963 e 1964 aveva prestato servizio come ufficiale medico presso il 1º Reggimento Artiglieria da Montagna a Rivoli e dal 1965 al 1969 era stato Assistente Volontario presso la Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell’Università di Torino. Nel 1968, come vincitore del Corso di Assistente Neurologo preso l’Ospedale Maggiore di S. Giovanni Battista, aveva svneuropsichiartriaolto attività presso la Divisione di Neurologia dell’Ospedale Martini. Dopo la dimissione dal servizio pubblico, nel 1983, aveva frequentato senza interruzione, in qualità di Consulente di Neuropsichiatria, la Clinica Pinna Pintor, con particolare riguardo alle patologie cerebro-vascolari ed alla psicofarmacologia.

Ci sono anche la moglie e il figlio, mentre il corpo del medico si allontana su una barella. È proprio il figlio che ci tiene a fare il nome del padre, prima celato per riserbo. “È giusto che compaia, Giovanni Ravarino, ricordatevelo. È giusto che sia ricordato come davvero merita.”

Articolo di Giulia Pescara e Alberto Schilirò


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