Sunrise (Golden Retriever) e Mercurio (Alaskan Malamute) giocano insieme rosicchiando un legno
E ora ce la spassiamo! E’ questa l’affermazione che più spesso mi balena in mente quando penso alle mille e uno cose che ora posso fare con Mercurio, il mio Alaskan Malamute. E sì perché, finito il lungo periodo di addestramento/educazione, ora possiamo vivere il nostro tempo scoprendo i mille mila mondi a disposizione e i modi possibili di stare insieme e divertirci con tutta la nostra famiglia.
Non che prima non fosse possibile, ma non avevo la stessa serenità e fiducia che mi accompagna ora quando mi sperimento con Mercurio in situazioni nuove, ragionevolmente certa del rapporto instaurato fino ad oggi con lui e del suo conseguente comportamento. Ora, dopo i cinque mesi di training, il tempo è tutto per noi. Così, io e il mio compagno, abbiamo deciso di lasciarci alle spalle il Parco degli Acquedotti almeno fino all’autunno. D’altronde, da quando è qui, Mercurio ha conosciuto prevalentemente questo luogo: è ora di cambiare aria. Tutto sommato, benché ci siano ettari di verde a disposizione, il mio Malamute li conosce a menadito tutti, perché li abbiamo percorsi in lungo e in largo, con il sole e con la bufera, ogni giorno, più volte al giorno, sin dal suo arrivo. Il Parco degli Acquedotti, poi, è un posto meraviglioso, storicamente fondamentale, ma la primavera e l’estate hanno portato i romani sui prati e, con loro, quintali di immondizia ogni settimana, smaltita a fatica, pericolosa a volte. Non mi piace far correre il mio cane nel bel mezzo della spazzatura lasciata da incivili mai puniti da quelle stesse guardie che, invece, scoccano multe a destra e a manca se scoprono i cani a farsi un bagno nel laghetto; non mi piace far bagnare i miei cuccioli in acque discariche, nelle quali confluiscono i rifiuti oppure vi vengono lasciati serenamente, per la gioia dei ratti che popolano l’ambiente circostante. Direi che, più passa il tempo, più ritengo che il Comune di Roma si dovrebbe vergognare per l’indifferenza cronica verso le bellezze storiche e artistiche e i polmoni verdi di questa città, soprattutto quelli in periferia e politicamente non sempre interessanti. Trovo molto stressante, poi, la lotta oraria che avviene tra ciclisti, pedoni e vacanzieri contro i proprietari di cani e i cani stessi. Non tutti siamo uguali, per carità. Ma questi animali sporcano molto meno di quanto non facciamo noi umani ogni giorno all’interno di queste aree curate solo da pochi coraggiosi volontari, armati di tanta buona volontà e poco altro.
Quindi: via! Una delle prime cose da fare con Mercurio, una di quelle che ho recuperato a fine training, è stato il vivere la città insieme a lui e, finalmente, ho portato il mio Malamute in metropolitana! Usciti, siamo stati a fare un lungo giro “di giri”: negozio per il pc, tabaccheria, erboristeria. Devo dire che l’incontro con gli odori pungenti delle tisane, dei germogli, degli alimenti biologici e, soprattutto, delle spezie, lo ha innervosito un pochino, soprattutto perché non poteva assaggiare e scoprire cosa fossero questi nuovi mondi. Poi, io e il mio compagno abbiamo finalmente preso una decisione che ci ha svoltato la vita: il kennel che avevamo preso per l’auto è troppo grande, per me ingestibile. Così, abbiamo comprato la griglia da attaccare ai sedili posteriori e, dopo mesi che sognavamo questo momento, abbiamo finalmente caricato le belve in macchina e ci siamo diretti verso l’ignoto: il mare di Ostia (inaccessibile ai cani), altri quartieri di Roma, la casa dei nonni.Sappiamo che la gabbia è considerata il top per molti, ma noi cercavamo una soluzione che andasse bene per tutti noi. Quindi, non ce ne vogliano a male i puristi della questione, abbiamo deciso che il bagagliaio della Fiesta versione antica sarebbe stato perfetto per i nostri cuccioloni. Loro hanno gradito, a quanto vedo.
Non contenta, mi sono detta: perché no? Mettiamo in discussione una teoria (che il nordico, senza guinzaglio, scappa). Ho preso la Principessa Sunrise Priscilla Leila e Ser Mercurio Giubecca Luke Skywalker, il libro dell’esame di fisiologia che sto preparando per la futura laurea in psicologia (oltre a quella in lettere) e, giochi, acqua e cibo caricati sulle spalle, li ho portati nel verde, in un luogo di passaggio per cani, bambini, biciclette, gruppi turistici. Li ho sciolti dal guinzaglio e mi sono seduta all’ombra di un albicocco, molto vicina a una piccola cascata. Loro sono stati a giocare vicino a me per tutto il tempo, soprattutto lui. Non si è mai allontanato, non è scappato, non è partito a razzo per seguire chissà quale pista improbabile. Questo mi ha rassicurato molto e mi ha reso felice perché ho sempre desiderato vivere questo tipo di esperienze semplici con il mio cane. Con Mercurio posso godermi una mattinata di studio all’aria aperta senza avere il pensiero di doverlo rincorrere a destra e a manca. Questo è uno dei risultati, sicuramente, del percorso fatto sino ad oggi ed è, indubbiamente, anche frutto della presenza di Sunrise.
Nel quartiere dell’Appia Pignatelli/Statuario c’è un’area cani dalla fama molto positiva: l’abbiamo esplorata e non possiamo che confermare la reputazione favorevole di questo luogo: ci sono gli alberi (e l’ombra), le sedie di plastica, lo spazio è ampio, curato e recintato, ci sono le panchine, c’è lo spazio per i bambini, c’è l’acqua (cosa che manca nell’area cani in zona Subaugusta/Cinecittà). Il centro di ritrovo che ospita quest’area cani organizza moltissimi incontri per le persone di tutte le età e i cani possono socializzare con chiunque: dal neonato all’anziano. Per la prima volta ho visto Mercurio giocare con dei bambini. Sunrise è stata subito sequestrata dai festanti marmocchi e, manco a dirlo, è stata ore a farsi coccolare. Mercurio ha potuto correre con una gioia che non gli ho mai visto prima. Io, invece, mi sono talmente rilassata che, tornata a casa, ho dovuto stendermi e dormire per diverse ore. Non era stanchezza: era proprio quella sensazione di pace, che non provavo da non so quanto tempo. Le persone del quartiere si sono date un codice etico da rispettare e, all’ingresso, è possibile trovare anche il dispensar di sacchetti per la raccolta dei rifiuti organici degli animali. L’incontro con questo parco ha rimesso in pace Mercurio con l’automobile: non lo portiamo in un luogo percepito come negativo (come la strada che lo ha portato sulla neve), ma sa che stiamo andando verso gli amici, le corse, i lunghi rami da rosicchiare, l’acqua pulita e la pompa per rinfrescarsi. Ora sale e scende da solo dalla macchina, con i suoi tempi, anche se non c’è l’istruttore a fianco. Lo fa anche con noi e non sporca o rimette in macchina, non si lamenta o abbaia. Con Sunrise a fianco, poi, è tutto più semplice. Chiunque abbia incontrato Mercurio in quest’area cani ha apprezzato la sua ubbidienza, la sua vitalità, il suo rispettarci, il venire quando chiamato, il suo modo di giocare e risolvere pacificamente conflitti. Per noi è molto importante avere questo tipo di feedback, perché ci fanno capire che abbiamo agito bene, oltre al aver fatto tanti errori. Non è cosa da poco, credetemi.
Oltre all’area cani, li abbiamo portati anche nei negozi grandi come Leroy Merlin (una sorta di Bricofer, per coloro vivessero in regioni in cui non c’è questo negozio) e l’esperienza è stata a dir poco bellissima: loro annusavano tutto, invasi da centomila odori di persone, cose, piante, animali, candele, ceramiche, ferro, plastica, terra diversi. Sono stati bravissimi perché non hanno sporcato, non hanno prestato attenzione a nessun cane presente nel negozio. Noi abbiamo potuto vivere l’esperienza di scegliere alcuni complementi d’arredo per la casa con i nostri amori vicini: è stato bello, ci ha dato la sensazione di famiglia ancora di più. Sappiamo che dovremmo considerarli “solo cani”, ma per noi sono “persone”. Cioè: affetti cari, irrinunciabili, parte di noi.
Ci sono sere speciali, in cui decidiamo di fare qualcosa di diverso con i nostri cuccioli. Di dormire insieme a loro: Mercurio accetta che io gli dorma sui quarti posteriori, nonostante il caldo e Sunrise si rifugia fra le braccia del mio compagno, facendosi coccolare il pancino con una serenità disarmante. Chiudiamo la luce, stiamo in silenzio, stiamo vicini, anche se sul pavimento, facciamo un cerchio, respiriamo insieme. Dormiamo insieme. Al diavolo tutti i discorsi sul come si deve essere un capobranco con un nordico e via dicendo. Non posso rinunciare alla vicinanza fisica del mio Malamute, non riesco a pensare una vita senza questo tipo di momenti magici, che ci uniscono. E’ troppo bello rilassarsi immersa nel suo pelo, grattargli le orecchie, dargli tanti baci, poi rotolare vicino alla Principessa, accarezzarle il musetto, dargli tremila bacini, leccate sul naso, massaggi sulle tempi, lentamente. Potete togliermi tutto, ma non questo con i miei cani! Stiamo meditando di andare in campeggio da qualche parte insieme a loro: dev’essere un’esperienza bellissima questo modo di fare branco, dopo giornate di trekking sulle montagne!
Poi, non contenti, dopo mesi di clausura e di paranoie su cosa si poteva fare o meno con un Alaskan Malamute e, di seguito, con una Golden Retriever, abbiamo deciso che basta. Ce li siamo portati dietro anche in birreria, con cibo e bevute a volontà per tutti: loro acqua e wurstel e noi chiara e rossa con patatine fritte. La domanda ci sorge spontanea: ma perché, invece di ascoltare tutte le follie sui nordici o su come si deve essere degni di un Malamute, non ci abbiamo pensato prima a divertirci con i nostri cani? Evidentemente dovevamo passare anche questa esperienza di crescita per capire che ci possiamo permettere di vivere di più, separando il grano buono dalla gramigna velenosa.
In tutto questo, sia Mercurio che Sunrise sono stati bravissimi: hanno giocato fra loro, si sono messi a terra a riposare, non hanno fatto i matti per scappare o imporci di andarsene, hanno aspettato i nostri tempi. Il personale della birreria li ha coccolati in ogni modo possibile, ammirandoli e dandoci impressioni positive sul loro comportamento. I clienti erano tutti innamorati di Sunrise e ammaliati dalla bellezza di Mercurio. Pensare che, qualche mese fa, tutto questo era pura fantascienza, mi provoca un motto d’orgoglio non indifferente! Se penso a quando una passeggiata per vedere le vetrine dei negozi mandava in tilt Mercurio, se penso a quante volte ci siamo scontrati perché lui accettasse di attendere un minuto in più il mio compagno che usciva dal lavoro, quando lo andavamo a prendere insieme, mi rendo conto che di strada ne abbiamo fatta molto. Mercurio è cresciuto e ora, tutto ciò che verrà, sarà semplicemente vita.
Tutto questo non è niente di speciale perché le persone normali lo fanno tutti i giorni, senza ritenere nulla di ciò speciale o da raccontare. Per noi, invece, è un traguardo. Niente di tutto ciò esisteva “prima”. Per questo lo racconto. Perché è un momento di crescita e di vita. E di grande amore.
Mercurio e Sunrise giocano al parco mentre studio