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E ora, Fini, che ne dici di dimetterti? Berlusconi ha fatto il passo indietro. Aspettiamo il tuo…

Creato il 10 novembre 2011 da Iljester

E ora, Fini, che ne dici di dimetterti? Berlusconi ha fatto il passo indietro. Aspettiamo il tuo…

Le promesse vane di Fini sono ormai note a tutti, come sono note le sue contraddizioni. Ricordate quando rifiutò di fare propaganda elettorale per il PDL alle regionali perché lui era Presidente della Camera e perché il suo ruolo istituzionale non glielo permetteva? Bene, a quanto pare, quella regoletta pare sia stata del tutto dimenticata, se non addirittura abrogata. Già da un po’ veramente. A parte l’oblio estivo, il signor Fini in quest’ultimo anno non ha mancato certo di far pesare la propria presenza negli show televisivi, attaccando il Premier e il PDL. Quel partito – ricordo agli smemorati – che egli contribuì a fondare e che oggi ha contribuito… ad affondare.
Eccolo dunque Fini in piena campagna elettorale. Il libretto delle marchette di presenza TV ormai è pieno. I salotti preferiti? Quelli della sinistra, of course. Ma il carnet degli appuntamenti è ancora bello fitto. Sia mai che non si debba andare a elezioni presto (seppure io personalmente dubito. L’ultimo governo tecnico – quello di Dini – durò quasi due anni: dal 1995 a metà del 1996). Dunque perché lesinare inviti e presenze?
Eppure Fini aveva promesso che si sarebbe dimesso (seconda promessa in verità) un attimo dopo le dimissioni del Premier. Ebbene, Silvio si è dimesso. Che aspetta ora il Presidente della Camera a fare altrettanto? Vogliamo le sue dimissioni. E le vogliamo per quattro motivi: primo motivo, per la promessa fatta in video nella questione Montecarlo. Secondo motivo, perché ha snaturato e svilito il ruolo super partes del Presidente della Camera. Terzo motivo, perché su quello scranno ci è salito grazie ai voti del PDL che ha tradito. Quarto motivo perché sta facendo campagna elettorale spudorata per un partito politico, fondato mentre lui era Presidente della Camera, alla faccia della terzietà della carica.
Ma credo che la richiesta di dimissioni rimarranno lettera morta. L’esempio della coerenza finiana ormai è storia italica. Per lui fare trentuno dopo aver fatto trenta è gratis (paga il contribuente). Perché – del resto – privarsi di un così alto punto di visibilità, or ora che ha l’occasione di far crescere il suo partito-cespuglio? Ma chi glielo fa fare? Il Berlusca è andato. Mario Monti – mai eletto da alcuno – sarà il nuovo Presidente del Consiglio. Suo vice potrebbe essere Giuliano Amato, un altro che non è in Parlamento e che aveva promesso (ah, promesse vane!) che si sarebbe ritirato dalla politica attiva. Agli esteri potrebbe andarci Casini, uno che le elezioni le ha perse. Perché dunque estromettersi dai giochi, proprio nel momento in cui si distribuiscono le fette di torta? Sia mai che lui, Fini, faccia una simile sbaglio. Potrebbe piazzare un suo uomo nel Governo. Ma solo se rimane Presidente della Camera e può esercitare utili pressioni politiche. Se dovesse dimettersi, se facesse un simile sbaglio – fosse solo per coerenza (ingrediente che gli manca, ma non è il solo) – il suo cespuglio rimarrebbe a bocca asciutta.
Questo è Fini, signori. E dire che doveva essere il futuro del PDL. Che ridere. Fini è il passato della politica italiana che ritorna. Altroché! È l’esemplificazione peggiore del cattocomunismo e del gattopardismo all’italiana: elementi che hanno reso il nostro paese un paese debole, privo di valori, privo di aspirazioni alla grandezza internazionale e nazionale. Fini parla di patria, come un comunista parla di difesa dei valori democratici. Per convenienza politica, per opportunismo elettorale. Perché gli conviene. Non certo perché ci crede. Perché se ci avesse creduto, il centrodestra avrebbe ancora saldo il Governo del paese, e ci sarebbe stata una vera stagione di riforme. Quelle riforme che il paese chiede da anni. Soprattutto avrebbe messo all’angolo la sinistra stracciona, antidemocratica e anti-italiana. Insomma, avrebbe permesso che il centrodestra ammodernasse un paese logoro e vecchio, ancorato al comunismo culturale che lo corrode dall’interno ormai da decenni. E invece niente di tutto questo.
Così eccoci qui con l’ennesimo governo tecnico dei burocrati, con l’ennesimo mercato delle vacche in Parlamento, con i noti saltimbanco della politica e con una democrazia rottamata dall’alta finanza, che è solo alta di nome, ma che è spregevole di fatto. Di questo dobbiamo ringraziare tutti quei politici che hanno deciso di voltare le spalle alla maggioranza uscita dalle elezioni del 2008. Soprattutto di questo dobbiamo ringraziare il signor Fini. “Grazie” Gianfranco! Ci ricorderemo anche di questo alle prossime elezioni…

Se anche tu sei d’accordo con le dimissioni di Fini, aderisci alla pagina Facebook: Fini dimettiti da Presidente della Camera.

di Martino © 2011 Il Jester 


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