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E se facessimo silenzio?

Creato il 16 marzo 2011 da Ilpescatorediperle
Quel che sta accadendo in Giappone è estremamente drammatico.Non penso ci sia molto altro da aggiungere a quanto l'imperatore Akihito, in un messaggio essenziale e umano, ha detto al suo popolo.L'attenzione e la solidarietà, in questo momento, andrebbero concentrate laggiù. Gli eventi sono ancora in corso; la loro stessa gravità, ad ora, non è del tutto quantificabile.Se una riflessione si vuol fare, forse andrebbe, una volta tanto, posta su un piano un po' più elevato delle beghe quotidiane. Forse potrebbe essere un'occasione per soffermarsi sul peso della natura, sulla fragilità dell'uomo, sul caso, sul destino, ... E anche per dare una mano, se richiesto, come richiesto, per quel che si può.Ci sarà tempo per imparare qualcosa, per trarre una lezione, che possa riportarci a noi, all'oggi, al futuro di questa penisola.Per questo trovo fuori luogo l'ansia con cui, in tanti, ci stiamo occupando del nucleare in Italia. Capisco i motivi, capisco che possa anche essere un modo per esorcizzare la paura, il senso di impotenza davanti a variabili che appaiono più forti; che il silenzio stesso spaventi. Mi rendo conto che quel che succede, in un senso o nell'altro, ci dice qualcosa, ci offre elementi in più per pensare alle nostre politiche energetiche, ai referendum di giugno. Ma sperimentiamo, anche, l'incapacità di affrontare un evento tragico senza ridurlo al suo eventuale peso sul nostro orticello europeo, italiano, regionale persino.Ci dovremo pensare, certo. Ma per tutto questo c'è tempo. E credo, modestamente, che non sia questo. Ci sono momenti in cui la più alta forma di pietà umana è un rispettoso silenzio.
E se facessimo silenzio?da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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