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E' troppo tardi.

Da Chiaravr
Jeans sportivi e maglietta rossa. Sguardo severo. Ce l'aveva forse con il mondo?! Sembrava sempre arrabbiato con tutto e tutti. Era un tipo strano Filippo eppure ad Aurora piaceva. Da morire. Lei era grassottella, di media altezza, capelli ricci e biondissimi e due occhioni talmente azzurri da fare invidia persino al cielo. Lui, un metro e ottantaquattro centimetri, fisico scolpito, occhi e capelli scurissimi. Insomma, il giorno e la notte. Lei la classica "sfigata" della classe, la "stupida" seduta in primo in banco che riempiva i professori di domande inutili. Lui il "figo" rigorosamente seduto in ultima fila. Frequentavano il secondo anno del Liceo Scientifico Messedaglia di Verona. Tutti i compagni si prendevano gioco di Aurora, Filippo in particolar modo.
"Allora cazzo! Ce la fai o no a prendere 'sta palla?! Sei un'incapace!" gridava lui durante le ore di educazione fisica. Ogni occasione era buona per deridere la povera Aurora che, in gran segreto, lo amava.
"E' proprio una sfigata, un'impedita!" esclamava Filippo.
"Hai ragione Pippo! Ma pensa te 'sta cozza, ci ha fatto perdere la partita oggi!" rispondeva Andrea.
Aurora soffriva, si riprometteva ogni giorno di liberarsi di quell'amore impossibile ma senza riuscirci. Lo amava, era follemente innamorata di quel bastardo.
Treno 645. Verona Porta Nuova - Bologna Centrale. Carrozza 2, scompartimento 14.
3 posti liberi, Aurora occupava il numero 4. Il treno cominciava a riempirsi ma lei, presa dalla lettura di un libro, non faceva nemmeno caso alla gente che le si sedeva accanto.
"Ehi! Ciao.."
"Fil..Filippo??? Ma sei proprio tu??"
"Aurora..Come sei cambiata!"
Aurora era diventata bellissima. Fisico formoso. I biondissimi ricci si erano allungati notevolmente. E gli occhioni azzurri erano nascosti dietro un paio di occhiali da vista fucsia.
"Non ci siamo più visti dopo che hai deciso di cambiare scuola." disse Filippo con un velo di tristezza negli occhi.
"Eh, dopo aver abbandonato il Messedaglia ho deciso di iscrivermi al Maffei. Due cose completamente diverse insomma. Ma dimmi un po', che ci fai qui sopra??" rispose Aurora cercando di cambiare discorso.
"Ah, mi sono iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche. E tu che ci fai su un treno per Bologna?"
"Io..io sto andando da un'amica." tagliò corto Aurora.
"Perfetto, ci aspetta un bel viaggetto insieme allora!" esclamò felice Filippo.
Era diventanto ancora più bello. Il suo ciuffo di capelli scuri cadeva ribelle sulla fronte ad ogni movimento del capo e lui, puntualmente, lo risistemava. Dio, quant'era bello!
Ore 11.53. Stazione Bologna Centrale.
Era giunto il momento di scendere.
"Potrei chiederle di andare a bere un drink insieme una sera..o il numero di cellulare..", pensava Filippo mentre scendeva dal treno insieme ad Aurora.
"Bene, io devo andare verso ovest. La mia amica abita in quella zona e sono anche in ritardo per l'appuntamento. Mi ha fatto piacere rivederti." disse Aurora con una sorta di nodo in gola.
"Anche a me..Davvero!", rispose il ragazzo.
"Ci si becca allora..Ciao!"
"Aspetta! Devo dirti una cosa.." urlò Filippo.
"Mi sei sempre piaciuta..Dal primo giorno di scuola! Eri bellissima ma non potevo far capire agli altri che ero follemente innamorato di te. Si sarebbero presi gioco anche di me, come io del resto ho fatto con te per due anni. So di essere stato la causa del cambio di scuola e so anche che mi amavi. Sì, l'avevo capito. Mi guardavi di nascosto da dietro i tuoi stupendi ricci. Ma io non ero alla tua altezza, Aurora. Non ti meritavo. Ero un ragazzino infantile. Un povero idiota che aveva capito quanto tu fossi speciale ma non aveva il coraggio di farlo sapere al mondo. Mi dispiace Aurora. Adesso sono cambiato. Sono cresciuto. Potrai mai perdonarmi?". Questo avrebbe voluto dirle. Ma non lo fece.
"Ti va di andare a bere qualcosa insieme?" disse lui.
"Mi dispiace. E' tardi Filippo. E' troppo tardi." rispose Aurora con le lacrime agli occhi.
E' troppo tardi.

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