Esistono all’incirca un paio di miti difficili da morire, a proposito di chi si affaccia alla Rete con una storia, e vuole arrivare “in alto”. Quello che si dimentica è che la Rete è di certo potente, ma ha delle leggi che purtroppo non combaciano con le proprie aspirazioni.
Il primo mito?
Il pubblico aspetta la mia storia, il mio libro!
La realtà?
E tu chi sei?
Il secondo mito?
La mia storia è migliore di quelle che circolano in libreria (o dove vuoi tu).
La realtà:
Tutti dicono la stessa cosa.
È la situazione classica che si verifica quando crollano le barriere di ingresso, e naturalmente tutti si precipitano dentro. All’inizio chi prima arriva meglio alloggia, come si dice. Poi viene il momento che essere stati tra i primi non basta più, e occorre reinventarsi.
Non è facile. Anche perché uno dei modi più efficaci per reinventarsi è essere sé stessi, e siccome in tanti non sono che copie di altri… È un lavoraccio.
Ed essere sé stessi vuol dire:
- Onestà. Un aspetto che Raymond Carver detestava era la mancanza di onestà. Vale a dire il bla bla bla, e non solo quello. Essere semplici senza essere sciatti; scrivere in maniera efficace. In una realtà dove un po’ tutti sono impegnati a essere qualcun altro, a imitare, lavorare “solo” sulle proprie qualità è durissima. Soprattutto quando si è una noce vuota.
- Valore. Un concetto che si trova in Flannery O’Connor. Probabilmente ci arrivi quando hai investito pesantemente nelle tue qualità. Hai ragionato, letto, pensato. Attività che pochi abbracciano e infatti i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La scrittura allora non è soltanto scrivere, ammassare parole sulla pagina, ma vedere l’abisso che strapiomba appena sotto la superficie.
- Comunicare. Si potrebbe dire che se per esempio si è sul Web, allora di certo si comunica. Se scrivo un romanzo o un racconto di certo comunico. Non è così automatico. Esserci non è sufficiente, basta dare un’occhiata ai politici nelle settimane precedenti al voto; dopo scompaiono. Esistono migliaia di autori con libri “all’attivo” (si dice così?). Ma sono illeggibili. Anche fare non basta.
Il crollo delle barriere fa credere che tutto sia facile: invece è più dura. Diventare qualcuno, anzi, diventare sé stessi è un duro lavoro. Non è per tutti, e questo dovrebbe essere per te una buona notizia. Hai pochi concorrenti.