A Omnibus notte (La7) il segretario trentino della Lega Nord esprime una visione ormai desueta per quel che riguarda la nostra politica. Il Presidente rimandato in diritto costituzionale…
Napolitano difende Monti: il padre snaturato della democrazia sospesa, quello che alcuni accostano a complotti di matrice transatlantica, dalla Francia mette a tacere il chiacchiericcio riguardante il presunto coinvolgimento del bocconiano nella prossima tornata elettorale.
L’uomo del Colle non è uno sprovveduto: blinda Monti, la cui popolarità è a livelli pietosi nonostante i sondaggi compiacenti che gli ascrivono un presunto 30% di gradimento. Il professore, secondo Napolitano, deve rimanere neutrale. Se fosse una partita, diremmo che rimane seduto in panchina, pronto a rispondere positivamente alla richiesta di scendere in campo (mi ricorda qualcosa…) che arriva dall’allenatore.
Monti è intangibile, nonostante i salamelecchi di Casini, che vede nel professore l’unico salvagente che potrebbe nuovamente garantirgli un seggio a Montecitorio. Monti non può avere una lista, perché non deve essere considerato un politico: è un Senatore a vita, non può candidarsi.
L’ennesima bugia dell’unico presidente della repubblica che sia riuscito a far rimpiangere Scalfaro.
Ne avevamo già parlato, ma sembra che la notizia debba passare sottovoce: nel silenzio della legge, Monti potrebbe dimettersi dalla carica vitalizia, facendo risparmiare al tartassato popolo italiano il suo lauto mensile.
Certo, Napolitano avrà sostenuto l’esame di diritto costituzionale ai tempi dello Statuto Albertino, ma non crediamo sia tanto sprovveduto da non aver pensato a questa ipotesi. Piuttosto, teme che possano scoprirla anche altri, ed invocare l’utilizzo di quell’istituto che solo i gentiluomini in odore di peccato non dimenticano mai.
Ci pensa Maurizio Fugatti a ricordare, ad una poco nutrita platea televisiva, questa possibilità. Ad Omnibus Notte, approfondimento politico della notte di La 7, il deputato leghista scopre l’acqua calda: Monti potrebbe dimettersi e tastare con polso il proprio consenso elettorale (che, a rigor di logica, non dovrebbe superare il 6%, a meno di non credere che in Italia ci siano oltre 10 milioni di elettori che lavorano in banca…).
Anche il deputato leghista non riesce nell’intento di attirare l’attenzione sulla semplicità di svincolare politicamente il professore della Bocconi, ma gli riconosciamo il merito di averci provato. E’ la controprova che la strategia di Napolitano era finalizzata a costruire una figura intoccabile, pseudo super partes.
Sappiamo che la legge tace in merito ad un’ipotesi simile, così come taceva allorquando Sandro Pertini sforò, con la nomina di cinque senatori a vita, il numero di parlamentari cooptati dal Presidente della Repubblica nel corso del suo mandato. Nel silenzio della legge dovremmo affidarci alle consuetudini: all’epoca Pertini interpretò la costituzione nel senso estensivo, attribuendosi la potestà di nominare cinque senatori a vita. Sarebbe il momento di creare il precedente, e speriamo che Monti ci pensi.
Sarebbe un bell’esercizio per i costituzionalisti, secondo il conduttore: sarebbe solo un esercizio di buonsenso, crediamo. Se persino il successore di Pietro può pensare alle dimissioni, nulla osta all’esercizio di questo diritto da parte di un Senatore a vita. Portato a palazzo Madama con un colpo di stato finanziario auspicato dal peggior presidente che la storia d’Italia ricordi.