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E' una ballata noiosa e ricca

Creato il 07 gennaio 2011 da Ilpescatorediperle
Premesso che dei compensi e del tenore di vita di Paola Cortellesi non m'importa un tubo. Premesso che il voyeurismo finanziario sulle disponibilità altrui mi disgusta umanamente. Premesso che Zelig non l'ho mai guardato, salvo le esibizioni di Checco Zalone. Premesso quindi che il caso specifico può essere solo trattato a mo' d'esempio, senza infierire su questo o su quello.
Premesso tutto questo, mi chiedo quale sia il rapporto tra 65milaeuroapuntata e l'Italia del 2011, o meglio, a partire da qui, mi chiedo qual è la misura, in generale, che ci regge, o meglio, che ci tiene in scacco. Ma piuttosto che rimanere al perchè?, passo senz'altro al più modesto ma forse più essenziale che cosa c'entra.
C'entra col fatto che una passa dalla sacerdotessa della moralità antiberlusconiana, con apparizioni superlative, al circo equestre del Capo con la stessa disinvoltura con cui, quest'ultimo, passa da Palazzo dei Cigni a Palazzo Chigi.
C'entra col fatto che il massimo che riesci a rispondere davanti ai dubbi è "beh, evidentemente mi vogliono tanto" e "beh, pago le tasse".
C'entra col fatto che i distinguo si fanno sempre in conto proprio, che la manfrina del io-ho-problemi-col-Berlusconi-politico-non-col-Berlusconi-editore vale sempre e solo per se stessi.
C'entra con gente che guadagna milioni per programmi spazzatura e poi viene invitata a discettare contro i programmi spazzatura. C'entra con uno squilibrio generale tra chi ha troppo e chi ha troppo poco, con lo scarso valore del lavoro intellettuale in questo paese. C'entra, quindi, col fatto che non vuoi vedere come le cose si tengano, quando sei tu che hai un segno più. C'entra con la fuga dei cervelli e la stasi degli stomaci.
C'entra col fatto che siamo tutti parte del problema e solo per questo siamo tutti parte della soluzione, e che bisognerebbe ammetterlo, almeno, invece di perpetuare quest'eterna lotta tra fazioni sempre più priva di contenuto. (E ovviamente vale anche per me.)
C'entra col fatto che deve poter esistere una prateria in cui mettere radici tra il Regno dell'Indifferentismo e la Repubblica del Qualunquismo.
C'entra con la facile autoassoluzione di questi tempi, con "la vita è così", con "bisogna fare dei compromessi", con "però ha lasciato dei capolavori", in genere paragonandosi senza impudenza con grandi assoluti.
C'entra con il " La gente può fare a meno di tante cose; il problema è che non riesce a non andare a comprarle" di Alan Bennett. Che è l'idea chiave del nostro sbracamento collettivo.
C'entra con la doppia morale, con la morale della sopraffazione contro la morale del risentimento, o forse, più semplicemente, c'entra con la mancanza di morale.
C'entra coi divorziati al Family Day e le bestemmie "da contestualizzare", con gli strapagati che parlano di povertà e con gli accademici che hanno avuto borse ed emolumenti senza soluzione di continuità dalla laurea all'ordinariato e ti dicono "ma vuole anche una borsa per fare il dottorato? Ma sia contemporaneo, deve fare il precario!" C'entra col figlio di avvocato che lavora nello studio del padre e ti dice "eh, i concorsi, in Italia...", col marito che presenta i libri della moglie che invita il marito a tenere una rubrica sulla sua rivista.
O, come direbbe qualcuno, non c'entra però c'entra.
In effetti, c'entra e allo stesso tempo non c'entra con molte cose. Anche col fatto che questa potrebbe essere solo una sfuriata irrazionale e poco lucida. Soprattutto, però, c'entra con questioni come coerenza, opportunità, credibilità, che sembrano ormai dimenticate. Con il fatto che non è possibile (ma ovviamente è possibile), che in questo paese non si possa mai e dico mai avanzare la pur minima obiezione che abbia il pur minimo legame con qualcosa che si definirebbe "scrupolo morale" senza essere accusati automaticamente di moralismo o con la parte in attacco che assente e la parte in difesa che dissente, per poi invertire il gioco, non appena volga il vento, con i primi che danno dei moralisti ai secondi.
Insomma, c'entra col fatto che se tutto è solo moralismo, non c'è più morale. Contessa.
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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