In questi giorni lo spirito di noi tutti è affranto per quello che accaduto in Emilia: il terremoto più forte che la nostra regione abbia mai subito.
Questo doloroso cataclisma, come spesso avviene in questi casi e in questo, in modo particolare, mi ha fatto fare tante riflessioni, e oltre a sentirmi colpito e molto vicino a miei conterranei che stanno affrontando “La” battaglia più dura degli ultimi decenni, oggi vorrei fare con te alcune considerazioni legate al tema del “cambiamento”.
E’ sotto gli occhi di tutti come “riferimenti” fino a pochi mesi fa considerati incrollabili, oggi siano nell’occhio del “ciclone” di un cambiamento epocale. Ne abbiamo parlato anche negli ultimi post.
Più che addentrarmi nel perché di questi grandi cambiamenti, sui quali non ho tutte le competenze necessarie ne i dati oggettivi e statistici che mi consentano di effettuare un’approfondita analisi, oggi mi vorrei soffermare con te sul “come”.
Uno degli obiettivi di questo blog è infatti quello di analizzare gli eventi, collegandone l’effetto, al mondo finanziario ed economico, cercando di darne una lettura semplice, e magari “laterale”.
Recentemente ho ricevuto diverse domande riguardanti il collocamento sul mercato americano del Nasdaq (borsa dei titoli teconologici USA) di Facebook. Il social network più famoso al mondo ideato dall’ormai multimilionario Mark Zuckerberg, è a mio modesto parere il palcoscenico contemporaneo della nostra vita.
La sua quotazione (sotto i 29$), forse ”cara” rispetto al reale valore aziendale, certamente è riflesso della grande capacità di Facebook di scandire e in alcuni casi determinare, i ritmi del cambiamento profondo che sta coinvolgendo il mondo.
Abbiamo assistito in tutta europa in questo periodo, ad una caduta del consenso politico, pressoché in modo unanime delle coalizioni alla guida dei vari governi (Francia, Italia, Grecia nonché la stessa Germania). Ciò è stato suffragato dalla forte avanzata di forze politche considerate progressiste, o come in alcuni casi, addirittura estremiste. Leader politici di mezza europa, messi di fronte ad una presa di consapevolezza, mal digerita e peggio ancora comunicata sui media, che il loro ruolo “cristallizzato”, non è più intoccabile e mostra i segni del tempo, troppo lungo, in cui hanno esercitato la loro “malapolitica”.Stipendi pubblici faraonici di dirigenti con mansioni tali da non giustificare tanta magnificenza, condivisi in tempo reale sulle bacheche di milioni di utenti, sempre meno interessati a sporcarsi le mani con l‘inchiostro dei giornali.
Strumenti di informazione questi, di colpo, diventati come libri di preistoria, tutti uguali, tutti finanziati con soldi pubblici, e spesso soltanto megafono del pensiero politico che li sostiene.
Impressionante anche l’efficacia in questi giorni del social network, per attivare la macchina della solidarietà con richieste tanto specifiche da rendere facebook l’unico strumento adeguato per soddisfarle. E così la richiesta di una cucina da campo o la vendita di prodotti emiliani a l’Aquila , in un batter d’occhio vengono organizzati a Km di distanza e a costo “zero”. Incredibile.
Crisi dei mercati finanziari. La velocità con cui un’esternazione della Merkel, si riflette sui mercati è supersonica. Il sistema finanziario, in grande crisi, è avido di informazioni, di questi tempi. Le emozioni e i sentimenti, che a torto si potrebbe pensare, non facciano parte del DNA dei mercati, vengono scaricate tra gli investitori con la semplicità di un “mi piace”.
E così se un banchiere “starnutisce” esitazioni in una conferenza stampa (in gergo “road show”), ecco che i bacilli vengono subito “attaccati” agli altri attori della finanza. Se un premio milionario di un manager fa storcere il naso agli investitori, ecco che il valore del titolo della sua banca cala, con la rapidità di una notifica che fa “trillare” il nostro telefonino. Se l’azienda inglese leader mondiale per la stampa delle banconote di stato, riesuma l’impianto della dracma greca, ecco che gli 850 milioni di facebooknauti (quelli che si collegano almeno una volta al mese!!!), lo leggono in autobus, con la stessa comodità con cui hanno timbrato il biglietto.
Aziende nel settore alimentare e cosmetico/moda. Mi ha molto colpito la quantità di post degli ultimi tempi, riguardanti la produzione e lavorazione dei cibi, con specifiche di nocività che il tal prodotto ha piuttosto che le proprietà benefiche di un alimento. Se un’azienda, che ha “cura di te”, effettua esperimenti sugli animali o la vivisezione, ecco che migliaia di utenti ti possono raggiungere con i vari commenti di ognuno. Anche questo è incredibile. Quanto può incedere sul pensiero comune, un’idea condivisa e sostenuta da centinaia di migliaia di persone? mi chiedo che forza ha? che valore economico può avere?
A mio parere…enorme.
Mi immagino che facebook diventerà realmente, lo è già di fatto, il nuovo mercato rionale, in cui anziché avvicinare la Siura Maria e chiederle se è “valido” o meno il prodotto “X”, potremo avere la conferma o meno in tal senso da un campione molto più significativo di utenti di quel “bene”. Incredibile.
Le aziende più grandi di tutto il mondo lo sanno. Quelle che ancora non lo considerano, lo impareranno. Non avere la pagina di facebook, più che disattendere una moda, è un suicidio economico, o un rifugio sicuro per chi non crede realmente in ciò che produce. Averlo e, soprattutto, “ascoltarlo” è’ un atto di coerenza e di lealtà verso la clientela. Non serve a niente investire milioni di euro in pubblicità, se poi la pagina di Fb, è invasa da commenti negativi o se il brand ha una cattiva reputazione. Tutto questo lo trovo molto prezioso per tutti noi.
Il continuo ricambio generazionale, accelererà questo processo sempre di più. Come quando uno stormo di uccelli vira in cielo per cambiare traiettoria, così l’utilizzo dei social, consente e consentirà sempre più di dare forza al pensiero comune, altrimenti isolato. Politico, sociale,climatico ed economico che sia.
Divide et impera (dividi e impera) non è forse un vecchio dogma, che anch’esso sta mostrando i segni del tempo?
Sui mercati: 6 mesi sembrano un’eternità ma in finanza sono un “soffio”.
3 consigli: 1) nervi saldi. Considerare lo tzunami finanziario è inutile e nocivo per la salute. Nessuno può “proteggersi” in tal senso. 2) mantieni il portafoglio “modello” che ti ho indicato mesi fa. NON modificare nulla. 3) i mercati sono in piena fase di discesa (come avevo messo in conto a Novembre 2011) se vuoi comprare fallo con un piano di accumulo oppure aspetta ancora qualche mese…
Tu cosa ne pensi dei social network?
Ti lascio con il trailer di un film assolutamente da vedere (del 2009) che, inulte dirlo, a me è piaciuto molto…ciao