In quest’ultima domenica di bel tempo, in Piazza Vittorio si è tenuta la “Eating City – La città che mangia”, con il patrocinio di FAO e ONU. Il pasto gratuito ha attirato 2800 persone, anche se i pasti sarebbero bastati a soddisfarne ben oltre 3mila. Lo scopo dell’iniziativa, che fa parte del programma degli “Smart City Days” di Risteco, impresa che si occupa di logistica della ristorazione, era quello di sensibilizzare sul tema dello spreco e del consumo alimentare consapevole.
Secondo il direttore artistico Gaetano Capizzi l’evento: “È stato il più grande di questo tipo in Italia. L’obiettivo era proporre un’azione politica contro gli sprechi per mettere in evidenza un problema reale. La campagna di Informazioni mirava ad attirare circa 3mila persone, e la risposta della gente non si è fatta attendere. Era importante anche solo supportare l’idea alla base del progetto con la propria presenza, decidendo poi di pranzare altrove come molti hanno fatto”.
Ma da dove provenivano gli alimenti? Sulla tavola, buona parte dei prodotti sono stati recuperati dagli avanzi della grande distribuzione della provincia di Torino, altri provenivano dalle eccedenze dei mercati generali. Il menù prevedeva la caponata e un tortino di verdure (del valore totale di 1,5 tonnellate), e una pesca (sul totale è stata impiegata circa mezza tonnellata di frutta).
I circa 200 pasti rimasti, sarebbero già stati distribuiti alle associazioni di volontariato presenti sul territorio. Una iniziativa senz’altro lodevole, al passo coi tempi, in un mondo non sempre facile.
Articolo di Emanuele Stalla