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Eccezioni

Creato il 01 febbraio 2011 da Ducdauge @ducdauge

 

eccezioni

foto:flickr

Soqquadro è una di quelle parole che mi piacciono particolarmente! La prima volta che l’ho sentita (penso a scuola elementare) mi rimase subito in testa. Di solito ai bambini si insegna che la parola soqquadro è un caso eccezionale in cui compare la “q” geminata. Come spesso mi è accaduto con molte delle eccezioni della grammatica di una lingua, questa mi si è impressa nella mente e non l’ho più dimenticata: anche se la parola soqquadro ha qualcosa in più delle altre eccezioni, uno strano profumo di libertà.

Eh già, il potere delle eccezioni! Si dice che c’è sempre un’eccezione che conferma la regola: non so a voi, ma a me pare che questo sia una sorta di pretesto, per trovare ulteriori conferme quando non si riesce a spiegare bene una cosa. Un pretesto di onniscienza, e di ogni scienza. Ancor prima di spiegarti la regola, molte volte ti spiegano la sua eccezione, tant’è che si rischia poi di fraintendere e confondere la regola con l’eccezione. Perché le eccezioni, dopo averci riflettuto bene, sembrano raddoppiarsi e poi triplicarsi, quadruplicarsi fino a diventare una vera e propria regola dell’eccezione. Prima c’è quindi la regola e poi la contro-regola che teoricamente dovrebbe confutare quanto affermato dalla regola; ma noi per comodità (e perché vogliamo avere sempre ragione e non ci piace essere contraddetti), la chiamiamo eccezione!

Le regole servono innanzitutto per guidarci, darci la giusta direzione: ma mi piacciono le eccezioni perché spesso è come pensare che ci sono strade alternative per arrivare al medesimo traguardo. E poi chi ci dice che le regole siano tutte, ma proprio tutte giuste direzioni? Per esempio la regola che ci insegnano fin da bambini è che dobbiamo tenere sempre in ordine la nostra stanza: per quale fine? Per ritrovare meglio le cose che cerchiamo?! Io quando provo a mettere ordine nella mia stanza, finisco sempre per non riuscire a raccapezzarmi più. Inizio allora a mettere tutto a soqquadro, e d’improvviso capisco quante sono belle le eccezioni.


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