Ho messo insieme qualche dato per Il Politico:
5% di analfabeti, 33% di semianalfabeti e un altro 33% a rischio analfabetismo di ritorno. Sono questi i dati elaborati da Tullio De Mauro, che disegnano un’Italia spaccata. E la linea di frattura divide un’Italia che possiede i mezzi per comprendere la complessità e un’Italia che difficilmente riuscirà a comprendere un articoletto sull’ultima giornata del campionato di calcio.
Preoccupante la proporzione. Sono infatti il 70% le persone che hanno difficoltà gravi con la lingua italiana. Mancanza di proprietà di linguaggio, mancanza di comprensione e di conseguenza impossibilità di rielaborare. E impossibilità di esprimersi, di raccontare le proprie rabbie, le proprie paure, di immaginare un futuro che sia diverso dal presente.
Oltre il dato su scala nazionale, la frattura risulta essere anche geografica. Le regioni italiane dove l’analfabetismo sfonda l’8%, la soglia di allarme, sono tutte del centro/sud: Campania, Calabria, Molise, Sicilia, Puglia, Abruzzo, Sardegna e Umbria. Il triste primato spetta alla Basilicata, con il 13,8%. L’elemento geografico ci racconta anche un’altra dinamica: Basilicata e Calabria hanno, in percentuale, più laureati di Lombardia e Piemonte, ma il tasso di emigrazione dei giovani laureati è talmente alto che la popolazione analfabeta e semianalfabeta incide notevolmente sul dato complessivo.