Pagare 3 euro per prelevare allo sportello il proprio denaro. E’ la cosiddetta “tassa sul contante” appena adottata da alcune delle più importanti banche italiane, tra cui Unicredit, Mps, Ubi, Cariparma, Banca Popolare di Milano, Bnl e, probabilmete- nel futuro prossimo- anche Cassa di Risparmio di Alessandria. Si tratta di una vera e propria tassa che il risparmiatore sarà tenuto a pagare ogni qualvolta desiderasse prelevare dei “liquidi” dal proprio conto corrente. Il fatto ha già innescato parecchie polemiche. E’ questa infatti una misura che colpisce le fasce di popolazione meno propense all’utilizzo del bancomat e delle carte di credito, come gli anziani, che prelevano rivolgendosi direttamente agli operatori agli sportelli.
Le banche spiegano che la tassa di 3 euro è una contro-misura per contribuire alla riduzione dei contanti, del cash insomma, come richiesto dall’Associazione Bancaria Italiana, e per contenere i costi come voluto invece dalla Banca d’Italia. Inoltre, si è sostenuto che tale accorgimento favorirebbe il decremento delle code all’interno delle filiali e incentiverebbe l’uso del bancomat.
Ma la nuova tassa, oltre che per la maggioranza dei cittadini, è stata definita discutibile anche da enti del calibro di Federconsumatori e Adusbef, le quali hanno fatto sapere che interverranno in sede legale per impedire alle banche di “penalizzare i propri clienti in questa gravissima maniera”. Anche la banca Intesa San Paolo ha deciso di non aderire alla già impolare iniziativa.
La Cassa di Risparmio di Alessandria al momento non ha ancora adottato la tassa sul contante, ma il direttore commerciale Riccardo Satragno si è detto favorevole all’iniziativa, difendendo le banche che se ne sono avvalse.




