Ogni anno migliaia di migranti sbarcano sulle coste italiane in cerca di una vita migliore, lontana da guerre e miseria. I partiti politici sono chiamati a dare risposte su un tema che potrebbe dimostrarsi cruciale per il futuro del nostro Paese: l'immigrazione.
Il tema dell'immigrazione, drammaticamente riproposto dal quotidiano stillicidio di migranti nel Mediterraneo, sembra attrarre a fasi alterne l'attenzione dei gruppi politici. La popolazione straniera in Italia rappresenta attualmente l'8,1% del totale ed è continuamente in crescita: nel solo 2014 i richiedenti asilo sono stati 64.600, cui si aggiungono gli immigrati per ragioni lavorative o familiari e l'immigrazione clandestina. Mentre un serio dibattito sull'integrazione degli stranieri sembra ancora di là da venire, i diversi partiti sembrano interessarsi maggiormente alla questione in termini di gestione dei flussi migratori. È inevitabile tuttavia rilevare che il problema dell'immigrazione infiamma raramente il dibattito parlamentare, e torna in auge principalmente nei periodi elettorali, spesso con chiari intenti propagandistici. Lo scarso interesse verso la questione costringe dunque a fare riferimento, per una disamina obbiettiva delle posizioni partitiche, ai programmi elettorali delle ultime consultazioni. Dalla lettura dei diversi manifesti per le Europee di maggio 2014 è possibile, seppure con qualche difficoltà, ricavare una visione complessiva delle varie proposte che vada oltre le dichiarazioni estemporanee di qualche esponente politico in occasione di una delle tante "stragi del mare".
Il Partito Democratico
La formazione politica che forse ha dimostrato maggiore attenzione al tema è il Partito Democratico di Matteo Renzi, che dedicava un punto del suo programma alla " diversità come ricchezza". L' " Europa dell'integrazione e della solidarietà", secondo il partito del premier, passa innanzitutto attraverso una " vera gestione comune" delle frontiere esterne dell'Ue. L'attuale operazione europea Triton, che ha rilevato con scarsi risultati Mare Nostrum, dovrebbe nelle intenzioni dei democratici diventare un corpo europeo di guardie di frontiera, in grado di affiancare l'Italia nella gestione delle emergenze migratorie. I recenti e tragici avvenimenti di Tunisi dimostrano poi come sia ancora cruciale la cooperazione con i Paesi del Maghreb, che il PD auspicava sia per quanto riguarda la sicurezza ed il contrasto al terrorismo, sia per la lotta all'immigrazione clandestina ed il controllo delle frontiere. Secondo il partito di Renzi l'Ue dovrebbe gestire " direttamente e meglio le politiche di mobilità delle persone, fissando principi e condizioni comuni per l'ingresso per lavoro, studio, ricerca, [...] facendo perno sui diritti umani e dei migranti". In ultimo, il documento proponeva " l'estensione dell'accesso alla cittadinanza per i bambini nati in Europa da genitori stranieri o per i residenti di lunga durata", ossia, in altri termini, uno ius soli europeo.
Le destre: Lega Nord, Fratelli d'Italia, Nuovo Centro Destra
Agli antipodi del PD si situa invece la posizione della Lega Nord, che ha costruito la sua fortuna politica anche sulla vexata quaestio dell'immigrazione. Il Carroccio ha sempre sostenuto che la " solidarietà europea" sulla questione dei flussi migratori non sia nient'altro che " una frottola per creduloni". " Crediamo - sosteneva nel suo programma il partito di Salvini - che il futuro nella gestione dell'immigrazione dovrà passare per una più stretta collaborazione fra le forze di polizia e le unità addette a prevenire l'immigrazione illegale degli Stati membri che sono in prima linea e sono più colpiti dal problema, senza però l'ingerenza di Bruxelles". Due i capisaldi del pensiero leghista in materia: l'autonomia dei singoli Stati nella legislazione sull'immigrazione extracomunitaria ed un presidio costante delle frontiere terresti e marittime, anche con azioni di respingimento. " L'unico metodo che garantisce risultati sicuri", a detta del Carroccio, è quello degli " accordi bilaterali con i Paesi terzi da cui hanno origine i maggiori flussi d'immigrati irregolari ". Questo approccio, auspicato dai leghisti, fu in effetti alla base dell'operato dell'allora ministro degli Interni Maroni (governo Berlusconi IV), i cui respingimenti in mare di profughi africani furono però condannati nel 2012. dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.
Affine alle posizioni leghiste è il programma di Fratelli d'Italia, che punta ad una " cooperazione europea per contrastare l'immigrazione selvaggia". Il partito di Giorgia Meloni invoca " meccanismi vincolanti per la redistribuzione dei richiedenti asilo e rifugiati tra gli Stati dell'Ue" e " la revisione della regolamentazione di Dublino". Notevole poi la proposta di introduzione di una " clausola della Nazione più esposta": " visto che siamo una Nazione di frontiera - argomentano di eredi di An - l'Italia applichi automaticamente la normativa più restrittiva tra quelle in vigore nell'Unione Europea". La stretta invocata da Fratelli d'Italia non si limiterebbe tuttavia all'immigrazione extracomunitaria. Il partito chiede infatti " la piena applicazione della direttiva 38/2004, che prevede l'espulsione degli immigrati comunitari che entro tre mesi dal loro arrivo in uno Stato membro non siano in grado di dimostrare di avere un regolare contratto di lavoro e risorse lecite sufficienti per il proprio sostentamento ".
Anche il Nuovo Centro Destra non ama le attuali politiche europee sull'immigrazione. Angelino Alfano, in veste di ministro dell'Interno, si è confrontato quotidianamente con il problema degli sbarchi di disperati sulle coste italiane, ed il suo partito propone, seppur schematicamente, alcune soluzioni riassunte nello slogan " Meno clandestini, più sicurezza ". NCD vorrebbe che il Mediterraneo diventasse la frontiera comune di tutta l'Europa, con più risorse dall'Unione per affrontare l'emergenza. Il partito propone inoltre l'insediamento di una base operativa di Frontex in Italia e la ricollocazione obbligatoria dei richiedenti asilo in tutti gli Stati Membri.
Gli assenti: Forza Italia e Movimento Cinque Stelle
Dai dati sinora vagliati si ricava un quadro tutto sommato prevedibile, con la consueta attenzione della sinistra per l'aspetto "sociale" dell'immigrazione e le severe misure invocate dalle destre contro l'immigrazione illegale. In questo contesto si segnala però l'assenza di alcune formazioni politiche: se ultimamente il tema dell'immigrazione non riscalda - se non in periodo elettorale - gli scranni del Parlamento, i programmi di Forza Italia e Movimento Cinque Stelle non ne recano benché minima traccia. Berlusconi in pubblico ha parlato spesso di immigrazione, ma il Mattinale di Renato Brunetta condensava le proposte forziste in tre righe, limitandosi a chiedere una " revisione del regolamento di Dublino 2, dei criteri di accoglimento e distribuzione dei rifugiati e dei richiedenti asilo ". I pentastellati paiono invece non occuparsi della questione: sia nel programma per le Politiche 2013 che in quello per le Europee 2014, infatti, non si parlava di immigrazione. Per ricostruire una posizione del Movimento occorre quindi fare riferimento alle parole di Beppe Grillo, che in campagna elettorale aveva sottolineato la necessità di una nuova politica europea per governare i flussi di profughi.
Il problema dell'immigrazione appare quindi un tema non particolarmente sentito, se non da quelle formazioni politiche - Lega Nord, FDI - che hanno sempre avuto al centro del proprio progetto una forte tutela degli interessi nazionali. Le prospettive per il futuro appaiono incerte: l'Unione Europea, a febbraio, ha prolungato l'operazione Triton fino a fine anno, aumentandone il budget di 13,7 milioni di euro senza tuttavia modificarne il mandato (controllo delle acque territoriali e non soccorso). Da più parti si invoca, essenzialmente per ragioni umanitarie, un ritorno a Mare Nostrum, avversato ovviamente dalle destre. Nei giorni scorsi il presidente Mattarella si è detto "orgoglioso" dell'operazione avviata dal governo Letta, ma ha precisato che spetta al Parlamento decidere se ripristinarla. Di fronte agli sbarchi incessanti, che potrebbero ora nascondere il pericolo di infiltrazioni terroristiche, il Governo dovrà quindi agire di concerto con l'Europa per minimizzare i rischi e al tempo stesso non tradire i doveri di accoglienza che la Carta Costituzionale prescrive.