Cosa? Chi?
Beh, il "chi" è semplice. Stiamo parlando di quella stessa società che non riesce, da qualche mese, ve ne sarete accorti, neppure a fare andare due linee di metro (solo due ne abbiamo, la terza doveva aprire nel 2011, poi sicuramente nel 2012, ma non ce n'è traccia alcuna): Atac.
Il cosa è la campagna per la sensibilizzazione a pagare il biglietto che si svolgerà avendo come testimonial i Cesaroni. E già l'idea che per far pagare il biglietto, che dovrebbe essere una cosa o normale o, in caso di mancanza, sanzionata, ci vogliano degli attori della tv fa piangere (ovviamente solo gli attori minori, per fortuna Amendola o la Elena Sofia Ricci non si sono prestati alla pagliacciata). Ma poi le modalità e il mood con cui si presenta la cosa.
L'iniziativa si tiene mercoledì prossimo, 12 dicembre (il giorno della fine del mondo? Ecco perché!) dalle 12 alle 14. Della serie: per due ore fate lo sforzo di pagare il biglietto e poi tornate a fare come vi pare. Ma questo è niente. La mattinata sarà una sorta di lotteria-premiazione atta a riconoscere un regalo a chi verrà trovato con l'abbonamento o il ticket regolare. Insomma non sanzioni per chi evade, ma premio per chi paga regolarmente. Cioò quelli strani, quelli eccezionali, quelli che spiccano, quelli da mettere in evidenza non sono i furfanti che ogni giorno usano i beni comuni senza contribuire, no, bensì quelli che pagano.
In questo modo, lo capisce anche un bambino ma non le centinaia di individui entrati per chiamata diretta nell'azienda, Atac manda un messaggio terribile. "Una giornata pensata per chi ogni giorno paga la tariffa" sta scritto testuale qui, sul sito ufficiale dell'azienda. Voi pensavate che pagare il biglietto fosse una cosa normale, fosse il minimo sindacale, fosse addirittura fatto obbligo farlo? Niente di tutto questo: se lo fate siete talmente eccezionali che meritate un premio dato da Alessandro Fassari (?), Niccolò Centoni (??) o Alice Olivieri (???) in persona.
I dirigenti di Atac hanno tempo di organizzare pagliacciate insultanti come questa, ma non hanno tempo, chessò, di allarmare le uscite di sicurezza delle stazioni (da tutti utilizzate per entrare senza pagare), di controllare i tornelli (da tutti utilizzati per entrare facendo il trenino), di effettuare controlli in borghese, seri, a sorpresa e non evidenti lasciando dunque modo e maniera a furfantelli di ogni risma di tornarsene indietro contro mano per scendere alla stazione successiva, di predisporre la vidimazione anche in uscita del biglietto come è stato fatto a Milano con ottimi risultati di lotta all'evasione.
In effetti in un contesto simile e con un biglietto aumentato del 50% per quella sparuta minoranza che lo paga, un premio alle persone normali non ci sta poi così male. Ma è e resta una vergogna.