Prorogati fino a fine anno gli eco-incentivi per le ristrutturazioni edilizie e per il risparmio energetico. Grandi aspettative da parte del Governo che si appresta a intervenire sull’aumento di alcune aliquote IVA per finanziare gli ecobonus. A pagare le aziende editoriali, i distributori di bevande e alimenti nei distributori automatici, con una ricaduta sui consumatori.
A pochi giorni dall’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri, non mancano le polemiche sui nuovi bonus destinati a chi aumenterà ‘efficienza energetica dei propri immobili o deciderà di ristrutturarli. Dagli sconti sono esclusi i pannelli solari, gia’ oggetto degli incentivi per le rinnovabili e le caldaie che rientrano invece in quelli per le ristrutturazioni.
Mentre per il Governo, come si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi, sarà un intervento che, “potrà dare un forte impulso all’economia di settore e in particolare al comparto dell’edilizia specializzata” , con un impatto macroeconomico potenzialmente superiore a circa un decimo di punto di Pil nel 2013 di circa 160 miliardi, per qualcun’altro sarà una mazzata. Per i prodotti allegati ai giornali e per gli spuntini di mezza giornata aumenterà l’Iva e a pagare i nuovi incentivi saranno le industrie editoriali, peraltro già pesantemente in crisi, e chi distribuisce le bevande e gli alimenti attraverso le macchinette automatiche. Da ultimo ricadrà ancora sui consumatori.
Il costo per l’erario sarà di “circa 230 milioni all’anno per 10 anni, ma la proroga dei bonus sulla casa è stata fatta, secondo il Ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, “senza creare ulteriore debito, muovendoci nella direzione della razionalizzazione e semplificazione” all’interno del bilancio. “Si è deciso di intervenire con una razionalizzazione delle aliquote Iva che sono più basse rispetto alla norma e questa è una raccomandazione che ci viene anche dall’Unione Euro”.
Nuove tasse quindi e non solo tagli, diversamente da quanto dichiarato dal Ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi al termine del Consiglio dei ministri. A partire dal 2014 l’Iva sui prodotti editoriali venduti insieme alle pubblicazioni aumenterà dal 4% al 21%, per un introito stimato da parte dello Stato di circa “125 milioni di euro su base annua”, mentre il regime speciale dell’Iva delle bevande e alimenti venduti nei distributori aumenterà dal 4% al 10% , il che porterà nelle casse dello Stato “104 milioni su base annua”. ”
Come al solito con una mano ti dò e con l’altra ti levo. Senza contare poi che, per accedere agli eco bonus la macchina statale non concederà proroghe e soprattutto complicherà la vita ai tanti contribuenti che decideranno di usufruirne. Il bonus per i consumatori sarà disponibile solo fino a fine anno (del resto sul piatto ci sono 500 milioni) e la scelta potrebbe in parte depotenziare l’effetto anticiclico della misura, fortemente voluta da tutti gli operatori del settore dell’edilizia e costruzioni, alle prese con una crisi catastrofica. Impossibile anche ridurre l’arco di tempo – dieci anni – in cui si può spalmare la detrazione: meno sono gli anni e più attraente diventa il bonus fiscale. Per non parlare poi delle complicate procedure per accedere agli incentivi. Secondo un articolo di Manuel Seri, pubblicato oggi su Chicago Blog, gli eco incentivi non saranno antirecessione ma piuttosto un bel flop. Secondo il quotidiano diretto da Oscar Giannino la macchina statale non concederà sconti ai contribuenti in termini di semplificazioni burocratiche.
“I Comuni devono comunicare all’Anagrafe Tributaria i dati e le notizie contenuti negli atti che presentati agli Uffici tecnici per effettuare gli interventi edilizi in questione (art. 7 c. 1 del D.P.R. 605/1973); gli stessi Contribuenti, per usufruire delle detrazioni, debbono adempiere a vari complessi oneri burocratici verso l’Amministrazione finanziaria a pena di decadenza dai relativi benefici. Il Fisco dispone dunque di elementi importantissimi per valutare la posizione dei Contribuenti ai fini dello “spesometro” (i costi sostenuti nell’anno si presumono non inferiori ai redditi prodotti nello stesso anno, fino a prova contraria – art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973) o ai fini del nuovo “redditometro” (art. 38 c. 5 del medesimo Decreto) e se per caso i conti non dovessero tornare …”, spiega Manuel Seri.
Sicuramente gli italiani spinti dalle motivazioni più lodevoli faranno qualche sacrificio per poter usufruire in tempo dei nuovi interessanti bonus. Ma come scrive anche Manuel Seri, finchè “non saranno liberate le risorse finanziarie celate sotto il materasso (per chi ne ha), nessuna misura incentivante potrà risultare efficace per invertire la recessione in atto”. Ancora una volta lo Stato riuscirà a fare cassa invocando il principio del risparmio energetico, dell’occupazione per un settore in crisi e, soprattutto, dei benefici per i cittadini che ovviamente pagheranno per usufruirne.
Il Governo di larghe intese ha così dimostrato di saper mettere d’accordo un po’ tutti: persino il Giornale, quotidiano che solitamente affossa ogni tipo di iniziativa “troppo vicina ai temi ambientali”, ha dato il proprio placet all’iniziativa. Solo questo la dice lunga su come verranno gestiti i nuovi bonus e a chi andranno i benefici. Non dimentichiamoci poi che nel 2015 ci sarà una punta verso l’alto del fabbisogno” relativo alla copertura degli sgravi per le ristrutturazioni edilizie “che dovrà essere coperta attraverso interventi mirati di riduzione di voci del bilancio dello stato la cui individuazione è in fase di completamento”. Attendiamo quindi fiduciosi nuove tasse per reperire le risorse che mancano, senza preoccuparci troppo della crisi che sta investendo l’editoria e che di solito, grazie a gadget e CD rom, riusciva a guadagnarsi qualche nuovo lettore. E’ vero anche questo settore deve sapersi rinnovare e non sopravvivere solo grazie alla vendita di gadget ma è pur vero che in uno Stato dove si comprime e non si agevola, è comunque difficile sopravvivere.