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Effetti collaterali dell'avere un blog.

Da Suster
Effetti collaterali dell'avere un blog.
Ci sono cose che al momento di aprire un blog non avevi messo in conto.
Quando decidevi di avere un tuo spazio on line su cui scrivere, pensavi soprattutto ad una sorta di diario della tua "maternità improvvisata", dove fare il punto e tenere al corrente amici e familiari, per lo più lontani, ma anche vicini, dei cambiamenti della pupa, della sua crescita, delle vostre avventure tragicomiche e della vostra vita un po' a gambe all'aria.
Eh, sì: l'ennesimo blog di una madre svampita che pretende di imporre il proprio originalissimo punto di vista alternativo sulla maternità, quando oramai la rete pullula di materiale del genere, anche assai meglio organizzato e gestito.
Ma non ti sei scoraggiata. Rimaneva il proposito iniziale del diario della tua maternità improvvisata, per quanto strada facendo ci hai ficcato dentro di tutto un po', senza metodo né continuità.
Ciò che ci si deve aspettare, è che qualsiasi cosa che nasca da noi, ma sia esterno a noi, finisce inevitabilmente per prendere forme da noi non previste nè contemplate inizialmente.
Ciò che non ci si può aspettare è che tu, che continui a non capire l'80 % della terminologia correntemente utilizzata on-line, che non sai cosa sia un tumbrl né a cosa serva (figuriamoci poi se sai come si scrive), che ti rifiuti categoricamente di farti l'account Twitter, tanto poi non lo sapresti usare, (e poi per scriverci che?), che per pigrizia rinunci preventivamente a comprendere il funzionamento della maggior parte dei programmi che possiedi, e il 90 % delle funzioni di quei pochi che utilizzi, e che mandi in stand-by il cervello ogni qualvolta qualcuno che ne sa più di te cerca con pazienza di spiegartene i rudimenti più elementari, tanto da poter quasi giurare di aver sentito pronunciare da lui (dal tuo cervello) la frase "Tu resta pure; io me la squaglio", tanto per citare Homer Simpson... proprio tu ora parli utilizzando termini astrusi, annoi tutti conversando amenamente di craft e mommy-blog, di contest e giveaway, usi la parola "feed" al posto della più ordinaria "commento", "follower" al posto di "lettore", e "spam" al posto di "rottura di coglioni", "linkare" e "postare" come se piovesse, cosa che ti eri sempre riproposta di non fare...
Ciò che non ti saresti aspettata era che avresti passato molto tempo a informarti sull'apprendimento cognitivo dei bambini, che avresti illustrato alle tue amiche l'importanza dei travasi montessoriani, che, no, non c'entrano niente con i travasi di bile, che avresti conosciuto il significato di cose della cui esistenza non credevi avresti mai avuto esigenza di cognizione, quali "hand made toys" o "homeschooling" (a proposito, ma un tempo non ti stava sulle palle chi abusava a ogni pié sospinto di terminologia anglofona?); che avresti storto il naso di fronte a una di quelle stratosferiche moto elettriche che da piccola ti facevano sbavare sullo schermo della tv quando le vedevi in pubblicità, anche se alzavi le spalle con noncuranza e superiorità, tanto sapevi che non ne avresti mai avuta una; ora invece passi in rassegna su e-bay i veicoli cavalcabili in "materiale naturale" senza pedali per tua figlia con un entusiasmo pari forse a quello di allora e smanii per quella mucchina di legno dipinto su ruote, che tuo fratello definisce orrenda.
Non ti saresti mai aspettata di girare dieci supermercati alla ricerca di non ben identificati coloranti alimentari per dolci, pur di emulare le attività intelligenti e creative viste in rete senza per questo intossicare tua figlia che ingurgita ettolitri di tempere non ingeribili...
Né ti saresti aspettata che da quel momento in poi (dall'apertura del blog in avanti) avresti catalogato mentalmente ogni minimo fatto della tua ordinaria esistenza sotto le diciture "lo metto nel blog" e "non lo metto nel blog", ammettendo infine una terza categoria: "forse lo metto nel blog". E non immaginavi che avresti oberato la memoria già affaticata del tuo pc con una quantità imbarazzante di foto idiote che prima mai ti saresti sognata di conservare, in vista della pubblicazione di post che mai hanno poi visto la luce effettiva del lap-top.
Non ti saresti aspettata che i tuoi amici ti avrebbero letto con una regolarità che ancora una volta sei costretta a definire imbarazzante, ché ogni volta che vi sentite per telefono, una delle prime cose che ti dicono è: "Ah! Ti leggo sempre sul blog!" e questo ti fa pensare che prima o poi dovresti affiggere in bella vista sulla home-page (ah! Una volta avresti detto "in prima pagina", da brava ignorante!) le prime due regole del Fight Club applicate al tuo blog ("Prima regola del Blog: non parlate mai del Blog. Seconda regola del Blog: non dovete parlare MAI del Blog."), visto che non ti sei mai premurata di renderlo anonimo e riservato...
Ciò che non ti saresti aspettata era che qualcuno che non hai mai conosciuto di persona, che vive a parecchi chilometri di distanza da te e che con buona probabilità mai incontrerai nella vita, potesse pensare a te, informarsi dei tuoi casi quando ti sa lontana, pensare che sarebbe bello passare a farti una visita quando sa che sei sola, chiederti se va tutto bene quando è da un po' che non ti fai sentire, o sentire la tua mancanza dopo una lunga assenza. Non ti saresti mai aspettata di ricevere inviti, regali e pacchi postali, proposte di incontri, esultanze per i traguardi di tua figlia, congratulazioni sulla sua crescita e dichiarazioni di affetto, entusiasmo per ciò che racconti, riconoscimenti e incoraggiamenti a continuare, partecipazione ai tuoi dubbi e ai tuoi scleri quotidiani, e persino tante adesioni alla tua rubrica idiota!
Che dire?
La vita è piena di sorprese...

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