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El Contrasto di Carnesciale et la Quaresima – Primo Canto – 4/4 – raccolto da Luigi Manzoni

Da Paolorossi

Viareggio - Carnevale 2015

Viareggio – Carnevale 2015

El Contrasto di Carnesciale et la Quaresima – Primo Canto – 4/4

XXXI.

Grande allegrezza ne fe el lor signore,
et fur benignamente ricevuti,
et dimostrato fo lor grande amore
essendo a dar soccorso ivi venuti.
sperando per costoro havere honore,
perchè di grasso vennon proveduti,
et fer provisione in questa guerra
acciò che Carnoval vada per terra.

XXXIl.

Dodici nave fece charicare
di bolzanaia con molta tonina,
et quindeci galere fece armare,
tutte di serra vantaggiata et fina,
et dell’ acciughe non potrei contare,
che a romor mettean quella marina,
et mille carrategli di sardelle,
et ottocento balle di fritelle.

XXXIII.

Novanta barche furon preparate,
che furon tutte quante tinche grosse,
di grasso tutte quante covertate
per dare alle galline gran percosse,
et quattrocento barchette dorate
per aiutar Madonna si fur mosse,
et trote, ragni, lamprede et anguille
fur delle navi mille volte mille.

XXXIV.

Così essendo questi legni armati
di ciò che fa mestiere et ben forniti,
trecento legni furno preparati,
che tutti furno Cephali arrostiti,
da nove milla Lucci accompagnati,
per chè a’ passi non sieno assaliti ;
preser buon vento et le vele distese,
giunsono alla Quaresima in un mese.

XXXV.

Haveva Carnoval notificato
al signor delle selve el suo volere,
et come al tutto egli ave terminato
di vendicarsi giusto il suo potere,
però che si sentiva ingiuriato
tanto, che non potea più sostenere:
et però la sua gente in punto metta
per dare alla Quaresima una stretta.

XXXVI.

Et per imbasciador volse mandare
una Fagiana , che era arrostita,
et sapeva per letera parlare,
ma non sapeva dir: domine ita,
et missesi gli sproni per cavalcare
per esser honorata et reverita,
et a cavallo montò sopra a un gatto
et speronando giunse et disse el fatto.

XXXVII.

Sentendo questo , el feroce Leone
fé comandare a ciascuno animale
apena della sua indignatione
che favorir si debba Carnovale,
et faccino una bona collatione,
acciò che possin far guerra mortale,
ne mai nessun non torni all’ erba verde
se prima la Quaresima non perde.

XXXVIII.

Sentendo gli animali andare il bando,
tutte le selve levarno a rumore,
per la foresta ne venian saltando
ch’ era a vederle proprio uno stupore
per far del gran Leone el suo comando,
et obedirlo come lor signore,
tutti si ragunar per andar via
drento a una fiorita prataria.

XXXIX.

O quanti Cervi vedevi saltare,
o quante lepri vedevi corrire
o quanti porci cinghiali scrolare,
o quanti Ricci delle tane uscire,
o quanti Caprioli e lanci fare,
o quanti ghiri levar da dormire,
Spinosi , volpi , tartarughe et tassi,
pratichi tutti a combattere a’ passi.

XL.

Tutti costoro uscir della foresta,
et giorno et notte sempre caminaro
con molta furia et con molta tempesta,
tutti a Carnoval s’ appresentaro :
el quale a tutti fece una gran festa,
perchè ciascun di lor molto havia caro,
et sì ne prese molta vanagloria,
sperando per costoro haver vittoria.

XLI.

Chi stimeria e’ fagiani et capponi,
polastri quaglie con tordi et pernici,
tortele, beccafichi et merlagioni
per offendere e’ porri et le radici !
o quanta multitudin di piccioni,
tutti della Quaresima nimici !
Non vi restorno ucelli in quelle machie,
che non venissi insino alle cornachie.

XLII.

Molte ne fé Carnovale arrostire,
et parte fritte et parte fe lessare,
in molti modi le fe stribuire.
Vattene a lui che noi sapeva fare !
o quanti cocchi che fece venire !
et delle spetierie non domandare :
el vin fuor traboccava per condotto
trebian , vernacia , malvagia e vin cotto.

XLIII.

Delle vivande non ci metter mano,
a zuppe, pan gratato con lasagne,
che ogni cosa correva a un piano,
con tanto cascio , che parean montagne !
Migliacci , torte , ova et zafferano,
più che non son nè fronde , nè castagne,
et mille rugghia fece di guazzino,
et di savore empiè un magazzino.

XLIV.

O tu che dici : e’ m’ avanza appetito,
et voi che non potete digiunare,
et tu che sei sì forte indebilito,
cavatevi la voglia del mangiare :
questo primo cantare è qui fornito,
tutti licentia potete pigliare,
et volendo sentir la istoria intera
al piacer vostro tornate sta sera.

( tratto dal “Libro di Carnevale dei secoli XV e XVI raccolto da Luigi Manzoni” , Edito a Bologna presso Gaetano Romagnoli, 1881 )


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