Attribution: Niccolò Caranti.
Dalle elezioni dei capoluoghi arrivati a ballottaggio, Roma compresa, è emersa una cosa ed una soltanto: la disciplina degli elettori di centrosinistra.
La totale vittoria del centrosinistra, che a Roma ha addirittura primeggiato con il 64% dei consensi, quasi i due terzi dei votanti, è tuttavia monca. Le forti astensioni hanno colpito ovunque nei centri votanti, e a Roma, certamente il più importante di questi centri, Marino potrà dire di essere il sindaco dei due terzi del 45% dei cittadini: un terzo di meno della metà dei romani ha votato per lui.
Una vittoria monca è pur sempre una vittoria, comunque, e così il centrosinistra si ridimostra, come già aveva fatto in Friuli con la vittoria della Serracchiani, un partito vincente a livello locale, ma estremamente deludente su scala nazionale, segno evidentissimo del dissenso dell’elettorato verso i vertici di esso, incapaci di mostrarsi sufficientemente rinnovati e proni alla conservazione dello status quo. Tutto questo mentre il Movimento 5 Stelle, che avrebbe dovuto, almeno in teoria, stravincere nel momento in cui si fosse verificata una fortissima astensione, non è nemmeno riuscito ad andare al ballottaggio.
Dell’elezione di Roma si evince, comunque, una grandissima stanchezza verso il sindaco uscente, Gianni Alemanno, tanto che Marino è stato supportato al ballottaggio, più o meno informalmente, anche dal candidato del Cinque Stelle. L’ex-sindaco ha commentato il suo risultato dandogli un impietoso giudizio: “una sconfitta netta”, l’ha definito, in conferenza stampa. Del resto, non gli si può dare torto.
Solito ottimismo, che pur da qualcuno potrebbe essere scambiato per un non voler vedere il problema, da parte del Presidente della Repubblica: “Bisognerà valutare un po’ meglio i dati finali, la diminuzione c’è stata ma il commento non può essere semplicistico”, ha dichiarato.
Con Roma il centrosinistra si aggiudica la città più importante d’Italia, e forse, dai dati delle urne, una delle più vogliose di cambiamento, ed una delle più disilluse. Gli elettori di centrosinistra l’hanno fatta da padrone, e il partito ha vinto, meritatamente, ma anche – questo è certo – per incapacità dell’avversario.
Articolo di Giacomo Conti