Si è chiusa anche questa tornata di amministrative, le prime sotto la “guida” del Governo Letta, della seconda Presidenza di Giorgio Napolitano e della segreteria Pd di Guglielmo Epifani.
Nonostante le parole di smorzamento sull’effettiva validità come test dei responsi, i leaders politici e i partiti hanno atteso questo primo banco di prova per verificare la tenuta degli attuali equilibri e per programmare il futuro politico. Città importanti come Roma, Brescia, Treviso e Vicenza potevano essere fondamentali per una prima verifica e i risultati non si sono fatti attendere: per quanto riguarda la Capitale, si andrà al ballottaggio tra Ignazio Marino, che ha preso il 42,6% e Gianni Alemanno, sindaco uscente del Pdl, con il 30,3%. Terzo arrivato il candidato Cinque Stelle Marcello De Vito, con il 12,4% . Proprio il risultato di De Vito è stato considerato come un primo segnale di un possibile calo elettorale del Movimento Cinque Stelle, calo prontamente smentito dallo stesso candidato e sicuramente difficile da valutare con un raffronto con le elezioni nazionali. Piuttosto alto anche l’astensionismo, che tocca quota 54,28% (a livello nazionale si attesta poco sopra il 62,41%), altro indice di come anche le elezioni amministrative subiscano un progressivo disinteresse di una buona parte di cittadini per la scelta di una guida politica.
Passando ad alcune delle altre realtà principali, mentre a Brescia e Treviso si andrà al ballottaggio, con il candidato del centrodestra e sindaco uscente Paroli in leggero svantaggio sullo sfidante Del Bono nella prima e Manildo del centrosinistra in vantaggio su Gentilini nella seconda, a Vicenza si registra la vittoria e quindi la riconferma per il sindaco uscente del Pd Achille Variati, che porta a casa un’importante vittoria per il centrosinistra.
Visti i risultati, è difficile tirare somme definitive per questa tornata amministrativa. Si può registrare un calo dell’affluenza di quasi 10 punti percentuali rispetto alle amministrative precedenti, dove aveva votato in media il 77,16% della popolazione, mentre il centrosinistra sembra sostanzialmente tenere nei comuni capoluogo.
Nell’attesa dei risultati definitivi dei ballottaggi, soprattutto quello della Capitale, non sembra comunque che queste amministrative abbiano mostrato una tendenza netta in una qualche direzione, limitandosi a confermare i dati di un declino e di uno stallo politico sostanziali, con poche probabili ripercussioni sul Governo Letta. Ora la parola passerà come sempre proprio ai politici e alla loro capacità o meno di confermare la fiducia data dagli elettori.
Articolo di Silvio Carnassale.