Magazine Diario personale

Elogio alla lentezza.

Da Gattolona1964

Nella società odierna e nei modi di vivere di noi anime moderne, vi è troppa frenesia e nervosismo, ci vediamo costretti a compiere ogni gesto di corsa, anche il respiro si è fatto più affannoso e sovente, mentre chiacchieriamo con gli altri, andiamo in apnea o manifestiamo fame d’aria.  Dovremmo cercare di riprendere fiato in tutti i sensi, riappropriarci di piccoli ed all’apparenza banali, gesti ripetitivi e quotidiani, lasciarci cullare dal susseguirsi di azioni identiche, con gesti lenti e cadenzati. E’ più semplice dirlo che farlo, sembra sciocco ed inutile, ma non lo è. E’ un esercizio mentale, consigliato da molti psicologi e psichiatri: a volte può servire ad evitare una compressa per l’ansia e placare un attacco di panico sul nascere. Lo affermo per esperienza personale, anche se in principio ero molto scettica sul mettere in pratica questi accorgimenti semplici ma efficaci. Può essere il ricamo per noi donne: la mano che tocca il filo di cotone, ed esegue lo stesso gesto migliaia di volte, il braccio che si muove nell’identica maniera, gli occhi che si posano con attenzione, su quello che diventerà sicuramente un quadro di fili colorato o bianco e perfetto. E’ utile anche il dipingere, lasciare libera la mente di trasferire su carta, tela o stoffa, o quello che vogliamo, ciò che il nostro cervello vede e sente in quell’istante. La scrittura, metodo ampiamente suggerito e messo in pratica da molte persone,scrivendo  si scaricano le tensioni e le gioie,fissandole nero su bianco, anche quelle più segrete, che non si riescono a pronunciare a voce. Potremmo citare centinaia di tecniche o terapie dolci, senza ricorrere in continuazione ai milioni di farmaci venduti in tutto il mondoper placare ansie e depressioni: dal bricolage, al lavare nel giardino l’automobile, al curare l’orto ed giardino, annaffiando le piantine con amore, dal costruire le casette del Presepio con gli stuzzicadenti, al prendersi cura di un animale. Proviamo con volontà e desiderio di star bene, anche ad osservare  attentamente i bambini, spontanei ed istintivi come solo loro sono, possiamo imparare molto, a costo zero. Essi sanno giocare con una scopa ed una sedia, possono utilizzare un vecchio canovaccio e travestirsi da Zorro. In questi tetri tempi, dove tutto è difficile ed estremamente complicato, dove ogni cosa non è più al proprio posto e persino guidando l’auto si rischia di venire malmenati, se non ci si toglie in fretta. I nostri cervelli e le nostre stanche teste, si stanno ammalando gravemente, non sapendo più che cappello mettersi e come far fronte alle emergenze, che quotidianamente si presentano. Personalmente ho trovato in anni recenti, molta pace e serenità nello stirare, azione ripetitiva e per niente creativa, anche se necessita di tecniche precise che si affinano con il tempo e la pratica.  Stirare è una di quelle incombenze domestiche svolte da migliaia di donne, casalinghe e non, i lsaper stirare alla perfezione una camicia da uomo è tutta un’altra faccenda. Ho odiato lo stiro con tutta me stessa, al solo guardare la cesta con la catasta di biancheria da stirare provavo in me un moto di stizza e ribellione non indifferenti. Oggi, il banale e ripetitivo gesto, sempre uguale e privo di controindicazioni, mi permette di tranquillizzare la mente ed il corpo, mi concentro sull’azione meccanica e non penso più a tristezza, ma solo a cose belle e facili. La musica in sottofondo ed il cellulare staccato, il vapore che invade la mia stanza personale mi fa amare ciò che con le mie mani e l’abilità acquisita, riesco ad ottenere: il vedere la biancheria divisa per capo d’abbigliamento ,suddivisa per componente della famiglia e stirata senza pieghe, mi da un sensazione di pace e di ordine, di pulito e di buono, che raramente sento in altre circostanze della giornata. Avevano ragione per una volta, gli psicologi!

Pubblicata oggi, 30 Maggio 2013, nella rubrica curata dal Dott. Andrea Fiori.



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