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Elogio della genericità (in campagna elettorale)

Creato il 08 febbraio 2013 da Animabella

C'è in giro - a due settimane dal voto - un'ansia di precisione, di dettagli, di promesse circostanziate davvero incomprensibile. Se si votasse per un dittatore dai pieni poteri di un pianeta privo di relazioni con chicchessia forse avrebbe senso chiedere ai vari candidati impegni precisi. Nel nostro caso invece le condizioni reali in cui chiunque vinca si troverà a operare sono talmente tante e intrecciate tra loro - da quelle strettamente politiche a quelle economiche ed europee - che anche solo chiedere "cosa farai una volta eletto?" ha il sapore di una domanda retorica, alla quale necessariamente si deve rispondere sapendo di mentire. E anche chi pone la domanda lo sa.
Io non voglio promesse, voglio prospettive. Non mi interessa sapere cosa esattamente tu che vincerai farai all'indomani delle elezioni, perché non puoi saperlo neanche tu (non sarai, appunto, un dittatore dai pieni poteri di un pianeta ecc. ecc.). Mi interessa conoscere i tuoi valori di riferimento, la tua idea di società, l'Italia che hai in mente, l'Europa che vorresti. Cosa intendi per libertà, per autonomia, per responsabilità, per diritti, per famiglia, per educazione. Mi interessa conoscere l'orizzonte che ti guida, la tua utopia. Non perché ho voglia di ascoltare favole, ma per sapere quale sarà la tua stella polare nel corso del tuo impegno politico. E capire se sei in grado di muovere almeno qualche timido passo in quella direzione. Sarebbe già tanto.
Buon voto a tutti
PS: È possibile che questo sia l'ultimo mio post per un po' di tempo, tra qualche giorno diventerò mamma per la seconda volta.

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