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Els castells: tradizioni e significati

Creato il 11 luglio 2012 da Lundici @lundici_it

Questo articolo tratta dei castells, ossia delle tradizionali “piramidi umane” catalane. Si tratta di una tradizione molto radicata che sottintende significati umani profondi capaci di unire generazioni e persone diverse.

La fisica dei castells

Els castells: tradizioni e significati
I castells sono un misto di equilibrio, forza, coraggio e buon senso. Senza queste premesse di carattere umano, i castells non sarebbero possibili. Infatti, se manca uno di questi ingredienti, è assai probabile che il castell crolli come un castello di carte… Ma c’è un aspetto che ha grande importanza nelle costruzione di una piramide e io lo chiamo fisica. Partiamo dal presupposto che i castells possono essere innalzati perché sono simmetrici. Vale a dire, un castell deve avere almeno un asse di simmetria e più assi di simmetria esistono, più il castell sarà semplice da costruire. Così una struttura con due torri di persone, ha due assi di simmetria. Una struttura di tre torri, ha tre assi di simmetria. Invece, una struttura a 5 presenta un asse di simmetria, essendo composto da una struttura di tre e una struttura di due:

Els castells: tradizioni e significati

Castell “a tre”

Il punto rosso segna il centro di gravità del castell. Da questo punto si produce una forza centrifuga (dal centro verso l’esterno), tanto più forte quanto più più alto e pesante sia il castell. Per contrastare questa forza, attorno alla torre/torri si forma una “pigna” ossia un gruppo di gente che spinge verso l’interno.

La parte alta

Noi castellers diciamo sempre che un castell è l’unico edificio che si inizia con il tetto. E il tetto di un castell è la cima, dove stanno più piccoli, i bambini che sono i veri leader di gruppi di castellers. La cima di un castell si compone di tre piani: l’anxaneta, l’acotxador e i dosos. Un castell di 8 piani ha 5 piani più i 3 piani più alti, uno di 7 piani, si compone di 4 piani e i 3 in cima.

Els castells: tradizioni e significati

Anxaneta

Anxaneta: la parola viene dall’occitano “enjaneta” che significa “piccola freccia”. In effetti l’anxeneta è l’ultimo bambino a disporsi sulla cima della piramide proprio come la punta di una freccia. Si tratta della persona più attesa, il culmine del castell, che alza la mano simboleggiando la fine della costruzione. Esiste una teoria secondo cui la mano alzata era un omaggio al dittatore Francisco Franco quando egli era tra gli spettatori, dato che in precedenza questo gesto non veniva fatto. Ci si può credere o no, non esiste alcuna certezza. Ma torniamo all’anxaneta: passa dietro ai dosos e sopra l’aixecador. Quando è seduti su quest’ultimo, alza la mano facendo la “pinna”, segnalando che è il castell è “coronato” o “caricato”.

Acoxador: è la posizione più complicata di tutte. Sale dietro ai dosos. Prima un piede, poi l’altro. Deve essere posizionato sopra i dosos messo come una rana. La posizione è complicata, perché deve anche fare in modo che l’anxaneta possa passare. Di solito è il bambino più piccolo del gruppo, chiamato acotxador (“avvolto”) per la sua posizione rannicchiata.

Dosos: sono l’ultimo piano. Salgono da dietro di uno dei pilastri del castell, ergendosi presi per le ascelle, i gomiti verso l’alto, sostengono l’acotxador e il passaggio dell’anxaneta.

La storia

Els castells: tradizioni e significati
La storia dei castells non è esente, come molte altre cose che sono andate cambiando nel corso della storia, di vicende poco edificanti, guerre, tragedie, ecc. E’ il 1805 quando appaiono a Valls due gruppi di castells: gli artigiani e i contadini e per questo si ritiene tradizionalmente la città di Valls, come luogo di nascita dei castells. Le attività di questi due gruppi furono però successivamente interrotte a causa della Guerra di Indipendenza Spagnola (1808-1814).

Nel 1812, con la prima Costituzione spagnola, trionfarono le idee liberali che arrivavano dalla Francia in contrapposizione all’assolutismo precedente. Con tutti questi cambiamenti, Josep Batet Llobera, in contrasto con il fratello e il padre (partitari della monarchia assoluta), approfittando di questo nuovo periodo di libertà diede vita ad un nuovo gruppo di castells con i membri del Partito degli Artigiani , che erano liberali. È importante sottolineare che questo fatto costituì il punto di partenza della rivalità tra i castells: da un lato e liberali dall’altro i monarchici.

Verso la metà del XIX secolo, i gruppi di Valls raggiungono livelli notevoli con piramidi di otto piani. Questa stagione è stata spesso chiamata l’epoca d’oro dei castells, tanto che nel 1851 fu innalzata una piramide di nove piani, durante i festeggiamenti di Santa Tecla di Tarragona.

A partire da questo momento, varie guerre – e soprattutto la terza e ultima guerra carlista – causarono un arresto totale di quasi tutta l’attività dei castells durante il periodo 1872-1876.

Anche dopo il 1936, a causa dello scoppio della guerra civile spagnola, si assiste ad una diminuzione del numero dei castells. Tuttavia, nonostante questa sosta drammatica, la maggiore attività dei gruppi aveva preso slancio e dopo la guerra, l’attività dei gruppi tornò ad aumentare, tanto che tra gli anni ’60 e ’70 ci fu un vero e proprio boom ed oggi non esiste una festa popolare in Catalogna senza castells.

[contributo della rivista catalana "El Criteri" gemellata con L'Undici]


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