Le emicranie e le cefalee sono condizioni estremamente dolorose, mal di testa ricorrenti che a volte sono accompagnati da altri sintomi, come disturbi visivi o nausea. Esistono più di 150 tipi di emicrania e di cefalee. I principali, però, sono:
• emicrania con aura;
• emicrania senza aura;
• cefalea tensiva;
• cefalea a grappolo.
L’emicrania con aura prevede problemi visivi (vista offuscata e comparsa di strani luccichii) che si presentano circa 30 minuti prima del mal di testa. Altri segnali d’avvertimento possono essere il desiderio di dolci, la sete, la sonnolenza o la depressione.
L’emicrania senza aura, invece, non prevede disturbi neurologici.
L’emicrania con o senza aura presentano le seguenti caratteristiche:
• dolore pulsante o martellante;
• spesso colpisce un solo lato della testa; a volte può diffondersi o spostarsi;
• il dolore più intenso è spesso concentrato sui lati della fronte;
• può durare da 4 a 72 ore.
Questi sintomi possono manifestarsi durante o prima del mal di testa:
• nausea e vomito;
• vertigini o stordimento;
• perdita di appetito;
• stanchezza;
• disturbi visivi;
• torpore, debolezza, formicolio;
• intolleranza alla luce, al rumore ed al movimento;
• bisogno di sdraiarsi in una stanza buia e silenziosa;
• irritabilità.
I sintomi che possono persistere dopo che il mal di testa è andato via sono:
• sensazione di stordimento e confusione;
• sonnolenza
• dolore al collo
La cefalea tensiva, meno debilitante dell’emicrania, compare solitamente dopo una situazione di stress fisico o mentale. Spesso è una condizione temporanea, ma a volte può diventare cronica. Un dolore costrittivo, ma non pulsante, tende a colpire i due lati della testa, rendendo quest’ultima pesante. Questo tipo di cefalea è prodotta da tensioni emotive che causano una contrazione della muscolatura e forte dolore.
La cefalea a grappolo è la condizione più dolorosa. Gli attacchi si concentrano principalmente in 1 o 2 mesi e scompaiono nei mesi restanti. Il dolore è quotidiano, può presentarsi sempre alla stessa ora e la crisi può durare anche 3 ore. La zona dolorante è quella oculo-fronto-temporale. La cefalea a grappolo viene associata alla rinorrea, alla lacrimazione ed alla sudorazione. Rende le persone colpite molto irritabili e nervose. Possono scatenare questa condizione cambiamenti dello stile di vita, sonno irregolare e variazioni di temperatura.
I ricercatori non sono ancora riusciti ad individuare l’esatta causa dell’emicrania, anche se sanno che si tratta di variazioni del flusso sanguigno nel cervello. In un primo momento, i vasi sanguigni tendono a restringersi, riducendo il flusso sanguigno; questo porta a disturbi della vista, difficoltà di parola, debolezza, intorpidimento o formicolio in una zona del corpo o altri sintomi simili. Successivamente, i vasi sanguigni si dilatano causando aumento del flusso sanguigno ed un forte mal di testa. Sembra esistere anche un legame genetico: più della metà dei pazienti colpiti da emicrania hanno un membro della famiglia con lo stesso problema.
Fattori che possono causare l’emicrania sono:
• l’alcol, in particolare vino rosso e birra;
• alcuni alimenti, come i formaggi stagionati, il cioccolato, le noci, il burro di arachidi, i dadi, il pesce affumicato, i fegatini di pollo, i fichi, alcuni tipi di fagioli, alcuni tipi di frutta (come avocado, banane e agrumi), alimenti con glutammato monosodico (MSG), le cipolle, i prodotti lattiero-caseari, le carni che contengono nitrati (pancetta, hot dog, salumi), cibi fermentati o in salamoia;
• saltare i pasti;
• piangere;
• le fluttuazioni degli ormoni, ad esempio durante la gravidanza o la menopausa;
• alcuni odori, come profumi o fumo;
• le luci;
• i rumori forti;
• lo stress fisico o emotivo; spesso il mal di testa si presenta quando una persona si rilassa dopo un periodo particolarmente stressante;
• dormire troppo o troppo poco;
• la caffeina;
• il fumo o l’esposizione al fumo di tabacco;
• alcuni farmaci;
• il calore, l’alta umidità e l’alta quota.
Fattori di rischio:
• le donne hanno una probabilità 3 volte superiore di soffrire di emicrania rispetto agli uomini;
• avere altri membri della famiglia con l’emicrania;
• avere meno di 40 anni; l’emicrania tende a migliorare con l’età;
• assunzione della pillola anticoncezionale;
• esposizione e sensibilità ad uno dei fattori scatenanti sopra elencati.
Per ottenere una diagnosi, il medico solitamente raccoglie un notevole quantità di informazioni e può richiedere alcuni esami, tra i quali:
• la tomografia computerizzata (TC), per cercare altri problemi che potrebbero causare il mal di testa;
• la risonanza magnetica (MRI), per cercare anomalie cerebrali e controllare i vasi sanguigni del cervello;
• la puntura lombare, se il medico sospetta la presenza di una meningite o di altre condizioni.
E’ necessario andare al pronto soccorso quando:
• si presentano nuovi sintomi, come problemi di linguaggio, disturbi visivi, perdita di equilibrio o difficoltà di movimento;
• il mal di testa ha un’intensità diversa;
• si verifica il peggior mal di testa della propria vita;
• il mal di testa peggiora quando si è sdraiati.
Questi sintomi potrebbero suggerire la presenza di un ictus, di un’emorragia al cervello o altre gravi condizioni.
È possibile controllare gli attacchi di emicrania con una combinazione di farmaci, apportando cambiamenti al proprio stile di vita e sottoponendosi a terapie complementari. Per individuare le possibile cause dell’emicrania, è consigliabile tenere un diario in cui annotare data e ora dell’attacco, i cibi assunti, le ore di sonno, episodi particolarmente stressanti, durata del mal di testa e rimedi adottati.
Cambiamenti dello di stile di vita che possono ridurre il numero degli attacchi sono:
• evitare le sigarette, la caffeina e l’alcol;
• evitare determinati alimenti;
• fare regolarmente esercizio fisico;
• dormire a sufficienza;
• rilassarsi e ridurre lo stress;
• mangiare regolarmente;
• in caso di mal di testa, spostarsi in una zona buia e tranquilla;
◦ bere liquidi per evitare la disidratazione dopo aver vomitato.
I farmaci per l’emicrania possono essere classificati in due grandi categorie: quelli destinati a prevenire gli attacchi e quelli progettati per alleviare il dolore. Sarà il medico a stabilire quale farmaco assumere e con quale frequenza in base alle condizioni di salute del paziente.
A volte le persone necessitano di un’integrazione di alcune sostanze, tra le quali:
• 5-idrossitriptofano (5-HTP);
• magnesio;
• vitamina B2 (riboflavina).
• anche l’uso di erbe a volte può aiutare.
Può risultare pure utile ricorrere all’agopuntura, alla chiropratica, a massaggi e terapia fisica, all’omeopatia e alla medicina mente-corpo, come il biofeedback (che aiuta a controllare la contrazione iniziale dei vasi sanguigni), le tecniche di rilassamento (che possono ridurre sia la frequenza che l’intensità degli attacchi), l’autoipnosi, la partecipazione ad un gruppo di sostegno, la meditazione, l’immaginazione guidata e la psicoterapia.