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Empatia e meccanismi di difesa

Da Psychomer
by Valentina Dettori on dicembre 5, 2012

Le emozioni mediano costantemente il rapporto che un individuo ha con l’ambiente circostante.

Possiamo certamente affermare che queste siano differenti dalle motivazioni poiché, a differenza di queste ultime, che danno una spiegazione riportando il perché un soggetto si comporti in un determinato modo di fronte a specifici stimoli, lo studio delle prime permette un’analisi del come un soggetto modifichi i propri atteggiamenti, riguardanti vissuti ed espressioni, a seconda che i propri scopi siano o meno stati raggiunti.

Essenziale per esplorare il livello emozionale di un individuo è l’empatia, che esprime la capacità di porsi nel punto di vista di un’altra persona, comprendendo i processi psichici che la riguardano, con nessuna o scarsa partecipazione dal punto di vista emotivo.

Paradossalmente, infatti, l’empatia richiede partecipazione, ma allo stesso tempo distacco: ci deve essere identificazione, la fusione quindi di sé stessi con gli altri, fino a sentire “come se” fossimo gli altri, ma l’identificazione deve essere parziale e temporanea affinché le due identità non si confondano e non si possa parlare del meccanismo di difesa, precisamente appartenente al grave livello di distorsione dell’immagine, a causa del quale il soggetto proietta su un altro individuo un affetto inaccettabile, come se fosse realmente l’altro ad aver dato vita a tale affetto o impulso (identificazione proiettiva).

Da qui, una necessaria e doverosa trattazione di quelli che sono i meccanismi di difesa, in origine trattati da Sigmund Freud (1884), che li indicò inizialmente in modo generico con il termine rimozione per poi descriverne dettagliatamente anche altri, ripresi da Anna Freud (1936), per infine essere analizzati e classificati in modo impeccabile da Vaillant (1983), il quale prende in considerazione 7 livelli difensivi:

- Alto livello adattivo: consente un adattamento ottimale nella gestione dei fattori stressanti. Consentono la massima gratificazione e permettono di rendersi consapevolmente conto dei sentimenti, delle idee e delle loro dirette conseguenza (altruismo / ironia).

- Livello delle formazioni di compromesso: mantiene fuori dalla coscienza sentimenti, ricordi, desideri potenzialmente pericolosi (rimozione, il soggetto non è in grado di ricordare o non è cognitivamente consapevole di desideri, sentimenti, aspetti disturbanti / spostamento, il soggetto indirizza su un oggetto meno minaccioso un sentimento prima indirizzato su un altro oggetto / dissociazione, alterazione temporanea delle funzioni integrative della coscienza / intellettualizzazione, uso eccessivo di pensiero astratto per evitare di provare sentimenti disturbanti).

- Livello lieve di distorsione dell’immagine: caratterizzato da distorsioni nell’immagine di sé, del corpo, degli altri (svalutazione, il soggetto attribuisce caratteristiche esageratamente negative a sé stesso o ad altri / onnipotenza, il soggetto risponde ad un conflitto emotivo comportandosi come se fosse dotato di poteri soprannaturali / idealizzazione, il soggetto attribuisce caratteristiche esageratamente positive a sé stesso o ad altri).

- Livello del disconoscimento: caratterizzato dal tenere fuori dalla coscienza fattori stressanti e responsabilità spiacevoli, con o senza l’attribuzione erronea di questi a cause esterne (proiezione, il soggetto affronta conflitti emotivi o fonti di stress rinnegando i propri sentimenti, o intenzioni, attribuendoli ad altri / negazione / razionalizzazione, il soggetto escogita delle spiegazioni rassicuranti, ma inesatte, per giustificare il proprio o altrui comportamento).

- Livello grave di distorsione dell’immagine: grossolana distorsione dell’immagine di sé e degli altri (scissione, il soggetto affronta conflitti emotivi o fonti di stress considerando sé stesso, o altri, completamente buono o completamente cattivo, non riuscendo ad integrare le caratteristiche positive e negative di sé, o degli altri / identificazione proiettiva).

- Livello dell’azione: affronta i fattori di stress utilizzando l’azione o il ritiro da essa (acting out, comporta l’espressione di sentimenti, desideri, impulsi attraverso un comportamento incontrollato, con apparente non curanza delle possibili conseguenze a livello personale e/o sociale).

- Livello della sregolatezza difensiva: caratterizzato dal fallimento dell’organizzazione difensiva, che porta ad una netta frattura con la realtà oggettiva (proiezione delirante, il soggetto affronta conflitti emotivi o fonti di stress attribuendo erroneamente ad altri i propri pensieri, sentimenti, impulsi non riconosciuti).

“L’Io riesce a mediare tra l’Es, il Super-io e la realtà attraverso i meccanismi di difesa che permettono all’individuo di trovare un equilibrio accettabile che non provochi sofferenza, tenendo lontano dalla coscienza tutti quei pensieri che recano angoscia (Villanova M., 2006)”.

I meccanismi di difesa, dunque, sono processi psichici, a cui fan seguito comportamenti più o meno volontari, utilizzati per mantenere l’omeostasi del soggetto e raggiungere un certo livello di benessere, aiutando l’Io, temporaneamente stressato a causa delle forti stimolazioni esterne, ad attuare una mediazione dei conflitti causati da pulsioni e desideri da un lato (Es) e proibizioni interne o della realtà esterna (super Io) dall’altro.


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