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Emperor di Peter Webber – Recensione

Creato il 16 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Emperor

Photo credit: ewen and donabel / Foter / CC BY

Emperor è un film di Pete Webber (La ragazza con l’orecchino di perla; Hannibal Lecter :le origini del male)   e tratta della resa del Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale e della commissione d’inchiesta, costituita ad hoc, per valutare se l’Imperatore sia stato completamente colpevole dello scoppio della guerra, se sia stato lui a dare ordine di Pearl Harbour.
Su questo sfondo Matthew Fox (che, sfortunatamente, verrà per sempre ricordato come il protagonista di Lost, Jack) è il sergente incaricato di indagare sull’Imperatore. Nasconde però al generale Tommy Lee Jones – molto invecchiato ma non per questo meno brillante – di aver avuto una storia d’amore con una ragazza del luogo, e di starla cercando.

La vicenda, trattata completamente dal punto di vista politico, si snoda tra complicati nomi di ministri giapponesi e macchinose riflessioni su spostamenti e movimenti, che dovranno anche ricordare una scacchiera, ma alla lunga fanno perdere la concentrazione allo spettatore.
Sicuramente tra i film di questo genere non è uno dei più fluidi e, forse egoisticamente non riconoscendoci nella vicenda, non si può riscontrare una particolare tensione, o un crescendo di pathos – al contrario, in un film come Thirteen Days , che in fondo ha lo stesso meccanismo-

La lode che si può fare a questo film è di non essere tipicamente filo-americano, anzi. Mostra infatti entrambe le visioni del mondo,  anche in maniera critica rispetto ai soldati statunitensi, i quali mangiano nel lusso, mentre la popolazione fuori dall’ambasciata vive nelle macerie create dagli stessi americani.

Il nucleo di Emperor è lo scontro tra due tipi di civiltà molto differenti, che sembrano però così simili. L’occidentalizzazione del Giappone, spiega infatti uno dei primi ministri, non è altro che apparenza, una patina che ricopre una civiltà millenaria, con i canoni di vita dei guerrieri. Il senso del dovere e la fiducia nelle capacità dell’Imperatore sono totali, ed è qualcosa che una cultura abituata da sempre a scegliere i propri comandanti, come quella statunitense, non può capire.
E’ interessante come il regista abbia creato un collegamento tra queste due visioni del mondo, facendole crescere insieme nel protagonista, e nel suo autista giapponese, che lo accompagna in tutta la pellicola.

Emperor è un film ben girato, con uno stile narrativo classico e senza particolari colpi di scena. Di sicuro piacerà agli amanti della storia e degli intrighi di palazzo, ma annoierà gli altri.


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