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Enav , un affare politico , dove il presidente guarguaglini e sua moglie “facevano bene i compiti”

Creato il 23 novembre 2011 da Madyur

Gli atti dell'inchiesta Finmeccanica-Enav raccontano di Sistema "corrotto" , le gare d'appalto "pennellate", i fondi neri, creati con sovrafatturazioni fino al 60 per cento del valore delle commesse, la regola.

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La Politica sempre vorace, nelle sue richieste di denaro e non solo. Che Enav è stata "tasca" e "feudo dell'Udc", dei suoi leader Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa. "Come di An", di almeno un suo ex ministro (Altero Matteoli), della "corrente del sindaco Alemanno", di "Gasparri e La Russa". Che bussavano a denari onorevoli del Pdl (Milanese, Floresta, Brancher), e che anche la Lega voleva un posto al sole.
E ancora: che i vertici di Finmeccanica e Selex - Pierfrancesco Guarguaglini e la moglie Marina Grossi - ne erano "pienamente consapevoli" e raccomandavano di "fare bene i compiti", perché ne sarebbe andata della loro riconferma nella carica.

Tra il giugno e l'ottobre di quest'anno, in 15 diversi verbali di interrogatorio Lorenzo Cola, già "consulente globale di Finmeccanica" e Tommaso Di Lernia, proprietario della società "Print Sistem", l'uomo dei fondi neri, illuminano il fondo di questo pozzo nero.

1. Soldi all'Udc

Il 2 febbraio del 2010, negli uffici romani dell'Udc in piazza di Spagna, Di Lernia consegna 200 mila euro in contanti nelle mani del tesoriere del partito, Giuseppe Naro. Dice: "Pugliesi mi disse che quei soldi erano destinati a Casini. Vennero consegnati al tesoriere dell'Udc, perché erano assenti sia Lorenzo Cesa (il segretario del partito, ndb) che Casini, impegnati in un'operazione di voto, secondo quanto disse il tesoriere".
La presenza di Pugliesi e la circostanza che il "contributo" venga chiesto a un imprenditore che lavora con Enav e sia destinato all'Udc, non sono un caso. "Il braccio destro di Pugliesi in Enav, Raffaello Rizzo, aveva il ruolo di favorire le imprese che erogavano finanziamenti all'Udc. Sostanzialmente, portavano finanziamenti alle feste del partito e facevano donazioni".
Il rapporto con l'Udc è "antico". Sicuramente risale al primo governo Berlusconi. "Ricordo anche - aggiunge Di Lernia - che in un'occasione, per appalti a Venezia, vennero assegnati lavori alla "Costruzioni e Servizi", società vicina a Follini, all'epoca vicepresidente del Consiglio".
2. Matteoli

Enav, come il suo amministratore delegato, ha due padroni: Udc e la vecchia An. Spiega Di Lernia: "Rizzo favoriva anche le imprese che erogavano finanziamenti alla frangia romana riconducibile al sindaco Alemanno. I finanziamenti agli uomini di An, secondo quanto mi ha riferito Pugliesi, avvenivano direttamente nel suo ufficio, dove gli imprenditori portavano le somme di denaro che lui poi dava agli uomini di An".
E, in un caso, i ricordi di Di Lernia si fanno nitidi. "Enav acquisì per una cifra spropositata, circa 15 milioni di euro, un ramo di azienda della "Optimatica", società vicina al ministro Altero Matteoli, che finanzia una fondazione a lui riconducibile.
Enav affidò a Optimatica con delibera dell'amministratore delegato, appalti per 9 milioni e 900 mila euro, di poco inferiore alla soglia per cui era necessario l'intervento del cda. Si trattava di lavori privi del valore indicato nell'assegnazione
".
Matteoli sponsorizzava Luigi Martini (già deputato di An) per la nomina a presidente di Enav, perché debitore verso Martini di un favore che aveva ricevuto. Non so se si trattò dell'assunzione in Alitalia, ovvero del passaggio di un brevetto o un'abilitazione del figlio di Matteoli. Circostanza che ne ha poi consentito l'assunzione in Alitalia. Martini faceva parte della commissione di concorso".
Un fatto, a dire di Di Lernia, è certo: "L'appoggio a Matteoli garantì a Pugliesi la sua riconferma quale ad".
3. Il tavolo politico

I ricordi di Di Lernia sono confermati da Lorenzo Cola, che spiega: "Il potere di nomina del Cda di Enav solo formalmente apparteneva al Ministero dell'Economia. In realtà, già nel 2001, 2002 vi era un tavolo delle nomine all'interno della maggioranza composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega. Pugliesi è sempre stato in quota Udc, originariamente riferibile a Baccini. Mentre dentro Finmeccanica il riferimento dell'Udc era l'ex deputato e consigliere di amministrazione della holding Bonferroni, che è colui cui Borgogni consegnò alla mia presenza i 300-350 mila euro, le "zucchine" che Paolo Prudente di Selex mi aveva incaricato di portargli".
4. Il bisogno di Lega e Pdl

Diventato consigliere di amministrazione di Enav, Ilario Floresta, ex deputato del Pdl, aggancia Di Lernia. Che racconta: "Mi disse che la sua nomina in Enav la doveva all'allora presidente della Commissione trasporti e dunque che doveva recuperare risorse economiche da destinare al suo partito di riferimento, il Pdl. In un'occasione mi disse che avrei dovuto dargli 500 mila euro. Mi disse dunque di attivarmi dentro "Selex" per conto della quale avrebbero dovuto essere erogate somme di denaro anche in relazione alle delibere del Cda relative alla gara europea per il "Four flight", un software per la gestione del traffico aereo".
Non è tutto. "In quella fase, Floresta mi disse che c'erano richieste economiche provenienti anche dal consigliere in quota Lega, credo si chiami Chiatti o Piatti. Aveva fatto pressioni per ottenere il permesso di atterrare su una pista gestita da una società controllata da Finmeccanica. Poi, voleva entrare in partita. Cioè ottenere somme di denaro".
5. Entra anche Brancher

Anche i rapporti con il deputato Pdl Aldo Brancher sono intensi. Di Lernia finanzia la sua "Officina delle libertà" . "Brancher doveva intervenire su Lombardo (il governatore della Sicilia, ndb) perché venissero messi a disposizione i fondi Fas per l'aeroporto Falcone-Borsellino. E venne fatto un accordo, alla presenza di Gori, che prevedeva il versamento di 300 mila euro ad Antonino Vecchio Domanti, dirigente di Enav. Somma che consegnai in contanti".
6. "Pd? Pdl?”

"In Finmeccanica era Borgogni incaricato di erogare somme a rappresentanti politici ed istituzionali", spiega Cola. Il 21 settembre 2010, Borgogni parla con un tale Marco. "Mi ha chiamato "Filippo" - dice Marco - Per quella cosa che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano... Del Pd.. credo sia una cosa del Pdl. Mi ha detto che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica, ma con una società esterna".


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