29 ottobre 2013 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •
commento di Maurizio ErmisinoSummary:
Primo Piano Film Ender’s Game di G. Hood
A.A.A. Nuova saga cercasi. Harry Potter si è concluso. Twilight è arrivato a compimento, e ha lasciato il pubblico dei teenager in cerca di nuovi beniamini e nuove storie in grado di catturarli. Proprio la Eagle Pictures, artefice dello sbarco in Italia di Twilight, ci propone Ender’s Game – Il gioco di Ender, tratto dal romanzo Il gioco di Ender di Orson Scott Card, primo libro di una fortunata saga.
Ender Wiggins ha solo dodici anni. Eppure è già in un programma di addestramento che ne farà un soldato. Siamo in un futuro non troppo lontano: la Terra è stata attaccata da una minacciosa razza aliena, gli Scorpioni (Formics, in originale), è riuscita a sconfiggerli ma teme che ritornino. Allora addestra dei ragazzini a combattere, e a diventare delle pericolose macchine da guerra. Sono cresciuti con i videogame, e per questo sono più reattivi, più coraggiosi. La loro mente è più veloce e riesce a gestire tutti gli input tecnologici senza stancarsi. Essere scelti per la scuola di guerra ed entrare nella flotta internazionale non è facile. Non si deve essere troppo sensibili, né troppo violenti.
Per questi motivi i fratelli di Ender non sono stati scelti. E così è nato lui, terzo figlio in un mondo dove sono concessi solo due figli a famiglia. Ender è combattuto proprio tra i due estremi del carattere dei fratelli. “Se segui le regole, perdi. Se sei violento, vinci. È questo che vogliono da noi”. Ender lo capisce subito, giocando ai videogame preparatori e alle simulazioni di guerra. E anche affrontando la vita reale. È uno stratega, un leader nato. E alla Terra serve un Cesare, o un Napoleone. Sarà pronto per combattere? “Per la guerra non si è mai pronti”. Ed Ender, terminato il suo percorso, si chiederà: “il modo in cui vinciamo è importante quanto vincere”?
Ender’s Game è diretto da Gavin Hood, il regista sudafricano di Tsotsi e X – Men: le origini – Wolverine, che riesce a costruire un mondo affascinante, dove la Terra è un ancora un paradiso idilliaco, un posto per cui vale la pena di combattere. Un mondo che contrasta con la spietata freddezza del mondo militare e delle basi di addestramento. Ender ha gli occhi di ghiaccio bollente, – controllo e impeto – di Asa Butterfield, l’indimenticabile protagonista di Hugo Cabret: un ragazzino che era stato scelto da Scorsese, uno che se ne intende.
Qui ha curiosamente ancora una volta Ben Kingsley come mentore. Se ne intendevano anche i Fraelli Coen, quando scelsero Hailee Steinfeld per Il Grinta: qui è Petra, infallibile guerriera bambina. A completare il cast c’è Harrison Ford, nei panni del Colonnello Graff. Sembra ieri che Ford giocava ancora a fare Indiana Jones (ma state pur certi, farà anche il quinto episodio, e sarà ancora Han Solo nel settimo episodio di Guerre Stellari), ma il suo Graff, maturo, umano, ironico sembra aprirgli una nuova fase della carriera.
È una nuova concezione di saga questo Ender’s Game. Lontano dal romanticismo di Twilight e più “adulto” nei contenuti, è un romanzo di formazione (come lo era in fondo Guerre Stellari, di cui riprende alcuni stilemi narrativi e visivi) in cui si riflette se sia giusto per un ragazzino crescere troppo in fretta e se in guerra sia lecito attaccare per difendersi. Il libro è del 1985, ma i temi sono attualissimi.
La saga di Ender sembra somigliare a quella di Hunger Games per come evoca il presagio di un futuro cupo in cui dei ragazzi devono imparare velocemente a cavarsela da soli per sopravvivere. È come se Hollywood, annusando la crisi economica americana e mondiale, voglia prepararci al fatto che il futuro dei nostri figli non sarà facile. Per sapere quale sarà il futuro di Ender, dopo la doppia sorpresa che chiude il film, non ci resta che aspettare il prossimo episodio. To be continued. In fondo è una saga.
di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net
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