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Equitalia mandi gli ispettori anche in Parlamento

Creato il 05 febbraio 2012 da Lanzaron @lanzaron
Equitalia mandi gli ispettori anche in Parlamento Lusi, ex tesoriere della Margherita ed oggi senatore del Partito Democratico, ha ammesso la sottrazione di 13 milioni di euro di rimborsi elettorali, e dunque di soldi pubblici, dalle casse del partito. Il partito ne ha preso le distanze, e lo ha espulso dal proprio Gruppo in Senato.
Sommessamente mi chiedo: visto che il fisco sta attenzionando esercizi commerciali, imprese, conti correnti, non sarebbe utile, alla luce di ciò, mandare gli ispettori anche in Parlamento?
Le Riflessioni
Perchè i cittadini devono pagare la nuova tassa sugli immobili, l'Imu, mentre i partiti no? Eppure, i partiti, ne possiedono moltissimi di immobili e non solo non pagano alcuna tassa ma, in più, riescono con dei trucchi contabili, a mettere nei bilanci un valore catastale di questi immobili che è di 10 o più volte inferiore rispetto al valore reale, per avere delle rendite catastali più basse.
Perchè un politico se ruba denaro pubblico non dovrebbe subire la confisca dei beni, come si fa con i mafiosi? Secondo la legge il tesoriere di un partito è semplicemente l'amministratore di un'associazione privata, come può esserlo il Segretario del circolo del tennis o degli amici della birra e quindi, se stiamo alla legge, non può essere così. I partiti, dal punto di vista giuridico, non hanno niente di diverso da queste associazioni culturali private, con la differenza, però, che prendono mezzo miliardo di Euro di rimborsi elettorali ogni volta che votiamo. Non essendo soggetti pubblici, i partiti non sono soggetti alle leggi che riguardano, ad esempio, gli enti pubblici, alla giurisdizione della Corte dei Conti e anche al Codice Penale che punisce i reati contro la pubblica amministrazione. Luigi Lusi, infatti, non è accusato di peculato che è un reato molto grave, punito fino a 10 anni di reclusione, ma soltanto di appropriazione indebita che è una cosa molto più lieve; solo il partito, infatti, può accusarlo di avere fatto una cosa indebita, ma non è punibile dal punto di vista penale. Questo è il paradosso: se a sottrarre dei soldi fosse il tesoriere di un Comune si configurerebbe un reato grave contro il denaro pubblico e i soldi dei contribuenti, mentre se il tesoriere di un partito prende 13 milioni di Euro, che sono sempre soldi nostri, quello stesso reato non è configurabile, perché una volta che diamo i soldi ai partiti diventano cosa loro e ci fanno quello che gli pare.
Perchè i partiti non rischiano nulla se presentano dei bilanci che almeno nella metà dei casi hanno delle omissioni? L'organismo che può controllare i rendiconti dei partiti, ovvero il Collegio dei Revisori dei Conti della Camera formato da 5 tributaristi nominati dai Presidenti di Camera e Senato, nella sua relazione annuale scrive sempre testualmente: 'noi non possiamo, in base alla legge, verificare la corrispondenza tra le spese dichiarate e le spese sostenute'. Questo vuol dire che se un partito dichiara di aver speso 200 mila Euro per ristrutturare la sua sede, i revisori non possono chiedere prova di questa spesa. Dunque, non possiamo sapere se i soldi vengono spesi effettivamente come affermano i partiti, oppure se sono stati usati in un altro modo; poi ogni tanto scopriamo che i tesorieri o altri tra i pochissimi che dentro i partiti amministrano le risorse, magari hanno comprato casa in centro a Roma con i soldi del partito, che alla fine sono soldi nostri.
I partiti, per non pagare, usano il trucco della Fondazione, perchè? Le fondazioni non fanno capo ai partiti, ma a dei singoli politici. Inoltre, i partiti, hanno l'obbligo parziale di dichiarare chi li finanzia, per le fondazioni questo obbligo non c'è, quindi un politico può farsi il suo orticello di finanziatori, di lobbisti che gli danno un sacco di soldi senza che nessuno sappia chi sostiene, ad esempio, la fondazione di D'Alema, quella di Cicchitto, quella di Quagliarello o quella di Gianfranco Fini.
Cambiamo Equitalia con Equa Italia? Neppure l'ingiustizia è uguale per tutti.

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