Proprio qualche giorno fa informavamo di un testo uscito da poco nelle librerie inglesi intitolato “La genesi della scienza: come il cristianesimo medioevale ha lanciato la rivoluzione scientifica“ a cura di James Hannam, dottore in Storia e Filosofia della Scienza presso l’Università di Cambridge, nel quale trova spazio un’ampia e docuemtanta confutazione sulla leggenda illuminista circa l’opposizione storica della religione alla scienza (cfr. Ultimissima 16/6/11).
In Italia invece, informa il quotidiano Libero, arriva l’ultimo libro di Rodney Stark, considerato il maggiore sociologo delle religioni vivente, docente alla Baylor Univeristy (Texas). In una recente intervista per Avvenire, ha rivelato di essersi convertito, dall’ateismo al cristianesimo (episcopale), proprio studiando l’eredità lasciata dalla Chiesa nella storia. Il titolo è “A Gloria di Dio. Come il cristianesimo ha prodotto le eresie, la scienza, la caccia alle streghe e la fine della schiavitù” (Lindau 2011) e anche lui affronta, nel cuore del suo lavoro, la nascita della scienza nel medioevo cristiano. Parla di scienza come metodo in cui convergono teoria e ricerca e quello che nasce nell’Europa medioevale non è assolutamente paragonabile, secondo lo storico e sociologo, alle conquiste intellettuali dell’età classica, araba e cinese. La scienza non nasce nemmeno come rifiuto della concezione religiosa, ma proprio come uno dei suoi frutti: la caratteristica principale del cristianesimo, spiega Stark, è quella di presentare Dio come un essere razionale e l’universo come la sua creazione personale, con una sua struttura razionale, regolata e stabilizzata con diverse leggi, che attendeva di essere compresa dagli esseri umani. Di qui l’impulso ad indagare il creato, penetrarne il segreto usando l’intelletto. Anche lui, come Hannam, ritiene che l’inconciliabilità fra scienza e religione sia un mito recente.
Stark affronta anche un altro mito, quello della “caccia alle streghe”. Spiega infatti che il motivo per cui si diffuse fu proprio questo approccio razionale alla realtà, dove ovviamente non poteva far parte la magia. La preoccupazione, oltre al disordine e alla pericolosità sociale di questi individui, non era tanto che la magia funzionasse (perché non funzionava) ma che attraverso di essa il Demonio potesse agire (ancora oggi moltissimi satanisti sono anche perfetti maghi e fattucchieri). Tuttavia, addebitare i roghi all’oscurantismo clericale è scorretto (e qui sta lo zampino dei protagonisti del periodo illuminista), anche perché -dimostra Stark- le principali voci che si levarono contro furono proprio da parte dei religiosi. Nella “terribile” Inquisizione spagnola, inoltre, tra tutte le migliaia di persone processate, meno del 2% venne processato.
Sul quotidiano l’Occidentale si riassume anche quanto Stark dice sulla schiavitù, cioè quell’usanza comune a tutte le società pre-cristiane e che scomparve letteralmente, solo in Europa, solo con l’affermarsi del società feudale. Ricomparve poi nel XV secolo e fu subito condannata dalla Chiesa e sicuramente i più favorevoli al ritorno della schiavitù furono illuministi come Hobbes, Voltaire, Montesquieu e Mirabeau.