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Esce “Il vero amore”, l'ultimo cd di Berlusconi&Apicella.; L’Italia è in festa, esaurite in poche ore le vesti da suora e le divise da infermiera

Creato il 04 novembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Esce “Il vero amore”, l'ultimo cd di Berlusconi&Apicella.; L’Italia è in festa, esaurite in poche ore le vesti da suora e le divise da infermiera

Illustrazione Financial Times

Non ci credereste mai eppure accadrà. Martedì 22 novembre, sulle orme di Zucchero e Jovanotti, uscirà l’ultimo cd di Silvio Berlusconi composto e cantato con quel pezzo di Giuseppe Verdi de noantri che risponde al nome di Mariano Apicella da Napoli. Più volte annunciata, la nuova hit del presidente del consiglio si intitola “Il vero amore” e, come dice lo stesso chitarrista compositore “parte lento ma poi si scatena con un samba e un latino-americano da impazzire”. L’annuncio di Apicella, che il cd si troverà puntuale nei migliori negozi di dischi il 22 novembre, ha fatto tirare un sospiro di sollievo al mondo il quale, attraverso gli appelli accorati apparsi sul The Guardian e su Le Monde, si stava chiedendo perché il premier italiano continuasse a privare l'umanità della sua sublime arte canora. L’unico dubbio che ancora resta è legato alla festa che dovrebbe tenersi in pompa magna proprio per presentare in anteprima mondiale assoluta l’ultima fatica discografica del premier a tempo perso. “Sa – confessa Apicella – i negozi di costumi hanno esaurito le divise da infermiere e da poliziotte e le vesti da suora”. Mutatis mutandis, a noi è venuto in mente (chissà poi perché) Lucio Domizio Enobardo Claudio Cesare Augusto Germanico, in arte Nerone, imperatore famoso in tutto il mondo per la sua sfrenata passione per la musica e per la colonna sonora originale con la quale accompagnò l’incendio di Roma nel 64 d.C.. E anche se gli esperti tendono a discolparlo dell’evento luttuoso che rischiò di distruggere la Capitale (inaugurando il prolifico filone del revisionismo storico), l’immagine che resta del Divino Nerone è quella legata al suo suonare la lira con sullo sfondo la città in fiamme. Con una dissolvenza alla Francis Ford Coppola, se dovessimo filmare oggi una scena simile, ci troveremmo di fronte Silvio Berlusconi che, messa una mano sulla spalla del suo chitarrista di fiducia, canta “Il vero amore” e gode della visione di Roma data alle fiamme dai black bloc o dagli anarco-insurrezionalisti che rompono i coglioni agli indignados. Quasi duemila anni fa i piromani furono i cristiani mentre oggi sono i black bloc. Ma tutti sanno chi c’era dietro allora e chi c’è dietro oggi ai presunti attentatori alla virtù di uno stato canaglia. Che la situazione stia precipitando lo sanno quelli del G20 di Cannes e anche gli uomini del Pdl. È di queste ore il passaggio degli onorevoli Bonciani e D’Ippolito dal partito di Silvio a quello di Pierfy e, sempre di queste ore, è il passaggio di tre ex Responsabili al Gruppo Misto. Amerigo Porfidia, Elio Belcastro e Arturo Iannaccone abbandonano “Popolo e territorio” (così si chiamano ora enfaticamente i Responsabili), perché devono dare visibilità al costituendo Gruppo per il Sud. Incerta la posizione di Pippo Gianni, ex Udc, poi Responsabile, attualmente in cerca di collocazione, mentre è chiarissimo Mimmuzzo Scilipoti il quale a domanda ha risposto: “Potrei votare si, potrei votare no. Intanto faccio gli auguri – ha aggiunto sarcasticamente l’agopunturista di Barcellona Pozzo di Gotto – agli amici che se ne sono andati nell’Udc. Magari lo hanno fatto per il bene del paese”. Che ti venga un bene, Mimmuzzo della mamma sua. Ma il meglio, in tutti i sensi, lo sta dando quel gran pezzo di fascista non revisionista che si chiama Francesco Storace. Ha detto il podestà: “Quei deputati che in queste ore cambiano partito mentre Berlusconi è a Cannes per l’Italia, meriterebbero di essere fucilati alla schiena”. Però è strana questa cosa, chi passa dall’Idv al Pdl è un “responsabile”, chi compie il percorso inverso viene considerato un traditore da fucilare alle spalle e con la benda agli occhi. Come funziona la politica non lo abbiamo ancora capito, neppure alla nostra veneranda età. O forse si. Inutile dire che parallelamente alle fughe sono iniziati gli acquisti. Alfonso Papa, smagrito e uscito vivo di galera, è freneticamente al lavoro per portare nel Pdl gli ultimi morti di fame rimasti senza poltrone. Denis Verdini ha iniziato una spietata caccia al trasfuga sapendo che dovrà mettere mano al portafoglio, perché gli incarichi rischiano di essere più che mai “a tempo” e non li vuole più nessuno. Maurizio Gasparri sta cercando con tutte le forze di mostrarsi un po’ intelligente per cercare di convincere qualche altro dipietrista, magari ex Udeur, a servire l’unico vero Silvio che è dio e padrone, mentre Gnazio La Russa sta promettendo a tutti una Mercedes blindata, come ha fatto con i generali dell’Esercito di Franceschiello che scorrazzano in giro per l’Italia alla ricerca di un nemico da combattere dopo Gheddafi. Dal canto suo Gianfranco Fini si è lasciato scappare “Questa volta non ce la fanno”, forse ricordando quel nefasto 14 dicembre passato alla storia come “il giorno dei grandi gigolò”. Se lo spread ha raggiunto i livelli di Irlanda e Grecia non preoccupatevi, dopo il 22 novembre vi terrà compagnia la voce vellutata di Silvio magari in un sottoscala a lume di candela, magari proveniente da una radio a manovella come quelle regalate agli africani che vivono nella savana. Sarà un problema trovare una fonte di elettricità perché la UE, nel frattempo, ci avrà tagliato pure quella.

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