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ESCLUSIVO: Intervista a Cinzia Bancone di Tv Talk.

Creato il 05 dicembre 2010 da Daniele7
ESCLUSIVO: Intervista a Cinzia Bancone di Tv Talk.

Cinzia Bancone

E’ un freddo sabato pomeriggio italiano, a Roma come a Milano. E’ il sofa time e mi arriva un trillino su Skype (che rime, che poeta!): Cinzia Bancone, la bella web voice di Tv Talk, Media Educator, Testimonial del RomaFictionFest 2010, ironic critic guest di Davide Maggio (il blog di critica televisiva numero uno in Italia), è disponibile per essere intervistata dall’alfiere del web. Attendevo questo momento da giorni, ma c’erano sempre astri, costellazioni, satelliti, pianeti contrari all’evento. I tarocchi erano sfavorevoli, il fato era avverso, ma dopo vari tentativi ce l’abbiamo fatta. Ecco il risultato della nostra chiacchierata virtuale:

Cinzia, laureata alla Cattolica di Milano in Lingue, con Specializzazione in Scienze dell’informazione e con un contro-relatore d’eccezione come Aldo Grasso. Non deve essere stata una passeggiata di salute?

Anche se ho letto numerosi libri di Aldo Grasso, non ho avuto il piacere di seguire i suoi corsi all’Università, però l’ho avuto come contro-relatore durante la discussione di laurea. E devo ammetter che le domande che mi rivolse mi misero un pò in difficoltà, ma riuscii ugualmente a sostenere un’ottima discussione.

Brava. Titolo della tesi?

Allora, ho fatto una tesi sulla Tv, dal titolo: “Il valore informativo della Tv al servizioi del consumatore e del cittadino”, facendo un excursus storico dal programma ”Mi manda Lubrano” a “Mi manda Raitre”, di Piero Marrazzo. Occorre dire che il Professor Grasso non ha mai avuto un debole per Marrazzo, definendolo il Robin Hood dei poveri, e anche per questo motivo si è rivelato un duro contro-relatore.

Tu sei Media educator. Ma cos’è la Media education?

Allora, la premessa è che la Media education non è molto sviluppata in Italia, lo è invece nei Paesi anglosassoni. Personalmente, lavorando a Tv Talk come analista da dieci anni, e occupandomi di Tv e web a 360 gradi, mi sono occupata anche del rapporto coi telespettatori. In questi anni, in redazione, abbiamo ricevuto numerose richieste da parte di scuole e di vari enti, che ci chiedevano di organizzare dei corsi di formazione, volti a spiegare la Tv a studenti e genitori. Ho notato che è in atto un risveglio delle coscienze e c’è interesse soprattutto da parte delle nuove generazioni a conoscere, a capire meglio cosa è la comunicazione.

Davvero? Raccontami come si svolge…

Ti riporto un esempio pratico. L’anno scorso abbiamo organizzato in una scuola elementare e media, in provincia di Varese, un corso introduttivo sulla Tv e sulla Fiction, in particolar modo sul prodotto “I Cesaroni”. Con le insegnanti ho raccolto questionari per conoscere i gusti e i modelli televisivi di riferimento dei ragazzi.

Quindi anche a Varese c’è la Cesaroni mania? I Cesaroni uniscono l’Italia?

Ebbene si. Ma la cosa sconvolgente di cui mi sono accorta è che c’è una ignoranza di fondo imbarazzante. Per molti ragazzi i programmi, i film, i telefilm, nascono per magia. Non sanno che dietro ci sono nastri, pellicole tagliate, post prodotte, una produzione, un lavoro autoriale di sceneggiatura, eccetera eccetera. Quando ho detto loro che a Tv talk siamo in 80 a lavorare, mi hanno chiesto: “Ottanta? E che cosa fate?”. E questo me lo hanno chiesto anche persone colte, che lavorano, e pensano che invece io lavori soltanto il sabato pomeriggio, e che non ci sia dietro uno studio, un sito da gestire, un montaggio. Infatti gli RVM si montano da soli…

Eh eh eh. Continua a raccontarmi della Media education…

Allora, nella seconda parte del corso abbiamo organizzato un Tele-forum. Come il Cine-forum, ma guardando le puntate dei Cesaroni. Analizzando insieme i personaggi e i loro pensieri, abbiamo smontato i modelli comportamentali che trasmette la fiction televisiva e, alla fine, nessuno dei ragazzi ha dichiarato di volere un genitore come quello dei Cesaroni, portatore di valori non sanissimi.

La Tv è pedagogica?

Sempre, anche se non vuole trasmette sempre dei modelli. Questo me l’hanno insegnato Minoli e Grasso. Alla fine del corso i giovani studenti sono diventati telespettatori più consapevoli, e la più grande soddisfazione è stata quella di aver insegnato che dietro i prodotti televisivi ci sono delle intenzioni precise. Un ragazzino mi disse: “Cinzia, ho visto quella pubblicità di quel prodotto alla Tv, la mandano a quell’ora perché c’è quel target a quell’ora“. Capiscono che spesso è solo business. Ecco cos’è la Media education. Anche se io sono dell’idea che certi programmi vanno guardati per quello che sono, senza stare a pensare alle strategie di marketing che ci sono dietro. Ad esempio, “C’è posta per te” è un programma fatto molto bene.

Questa della Media education è davvero una iniziativa bellissima…

Si. Peccato che non ci sono i fondi per finanziare queste attività extra-didattiche…

Attenzione. Frecciatina?

Eh si.

Hai perfettamente ragione. Passiamo ora ad una domanda sui “C”iovani. La categoria 15 – 24 cosa guarda?

Sicuramente è la comicità a tirare, quindi Zelig, Colorado, i vari tormentoni, ma questa fascia si sta spostando sempre più sul satellite, per vedere le serie tv americane, e sul web. Negli ultimi anni la fascia dei giovani si è allontanata dalla Tv generalista. Facebook e Youtube sono piattaforme che crescono in maniera esponenziale. I nativi digitali adorano Frank Matano e Willwoosh, fenomeni cliccatissimi, e la filosofia del download facile è in ascesa. Una volta, per Tv Talk, ci siamo occupati del fenomeno “Emo e truzzi”, analizzando personaggi che nascono dal basso, su Netlog, e abbiamo notato come due ragazzi gemelli, emo, sono diventati veri personaggi pubblici, con migliaia di utenti che li seguono, interviste e pagine dedicate. E’ cambiato il modo di fruire, i bacini di riferimento, la Tv generalista perderà, e avanzerà il web.

Cosa ne pensi del fenomeno del momento: il Programma di Fazio e Saviano “Vieni via con me”?

Allora, sinceramente, la prima impressione è stata: “Senza Benigni non funzionerà, perché è un programma radiofonico e non televisivo, da ascoltare. E poi a cosa serve quel palco, quella scenografia, per tenere una camera ferma mentre uno parla?” Invece ho “toppato“. Nonostante abbia trovato alcuni elenchi un pò retorici, la forza non era l’elenco in sé, ma chi lo leggeva, quello che rappresentava, l’idea. Fazio ha creato un luogo. E’ la stessa impressione che avverto quando guardo Annozero, forse è il bello della diretta. L’impianto teatrale che hanno questi programmi, hai una sensazione di partecipazione, che qualcosa sta accadendo, che qualcosa potrebbe sorprenderti da un momento all’altro. E’ un momento di condivisione sociale. Pensa che, per guardarlo ho cambiato i miei orari, le mie abitudini. Io sapevo che il lunedì sera, per due ore, non avrei risposto al telefono, sarei stata incollata alla Tv.

E cosa pensi delle lezioni di Saviano? Solo educazione civica?

No. No. Macchè stiamo scherzando? Molte cose neanche le sapevo. Io Saviano lo stimo e lo ascolto con interesse, ma quello che penso è che nel nostro Paese mancano dei maestri e dei modelli di riferimento. Saviano, che ammiro per il coraggio e la resistenza, avere la scorta alla sua età non è facile, è però anche l’unico “paladino della legalità” che abbiamo. In un Paese civile come il nostro ce ne dovrebbero essere di più, di Saviano. Siamo un Paese che si deve accontentare di Saviano. Allora io dico: “Per fortuna che c’è Saviano!”.

Un altro grosso problema del nostro Paese è il giornalismo, perché c’è proprio una de-responsabilizzazione sia del giornalismo della carta stampata, sia di quello televisivo. Per questo motivo si preferisce navigare su internet, dove ti costruisci la notizia, hai più fonti, stai sul documento. E’ quello che fa Wikileaks. Cosa dicono loro? Dicono: “Noi siamo sui documenti e non sulle fonti”, e così dovrebbe essere, ma il giornalista non fa più il suo mestiere. Quando guardo ad Annozero due politici di destra e di sinistra, e si discute su di un fatto oggettivo, ad esempio sulla Riforma della scuola, uno dice: “Questa cosa NOI l’abbiamo fatta nel duemilauno, bla bla bla”, e l’altro risponde: “Ah, NOI questa cosa l’abbiamo fatta prima di voi, nel millenovecentonovantadue…“; Un bravo giornalista dovrebbe essere il garante della verità, e la verità è una sola. Il giornalista dovrebbe essere super-preparato. Il problema dei talk show italiani è che non ci sono presentatori giornlaisti, come quelli anglossassoni, atti a garantire la verità, ma ci sono solo moderatori. Il giornalismo televisivo ha gettato la spugna. È fine a se stesso.

Parliamo ora di una cosa più leggera. Sei esperta di talent show. Hai seguito X Factor per il blog di Davide Maggio. Chi era il tuo cantante preferito? Cosa pensi della vincitrice Nathalie? Chi è il tuo giudice preferito? Cosa pensi del presentatore Facchinetti?

Allora, il mio preferito era Nevruz, anche se non è un cantante, bensì un interprete. Quest’anno il livello dei cantanti era basso, “non arrivavano“, come dice la Tatangelo. Oddio mi sto “tatangelizzando”. Ma è così. Non erano carismatici, mentre in passato ce ne sono stati, penso a Becucci, Mengoni, Noemi, Yuri. Però, essendo uno show televisivo, avrei fatto vincere un personaggio come Nevruz. Te lo immagini Nevruz, con un contratto da 300mila euro della Sony? Poi mi ricorda Rino Gaetano, uno dei mie interpreti preferiti. Di Nathalie, sono contenta che abbia vinto una donna e, dopo aver ascoltato l’inedito mi sono ricreduta, ha comunque vinto il talento, anche se il fattore x ce l’aveva Nevruz. Giudice preferito? Faccio fatica a dirtelo, non mi sono piaciuti, anche se resto una maionchiana convinta. Elio l’ho preferito durante i provini. Facchinetti presentatore? Bravo, elegante, parla bene, ha imparato a gestire gli imprevisti, forse aiutato, forse no, da un format canonico, ha svolto il ruolo ottimamente. Io l’ho sentito in conferenza stampa e parla bene, è sicuro di se, ha un bel piglio, è un ottimo comunicatore, un pò incastrato dal format, dai tempi stretti, grande prete della trasmissione.

Però è un figlio d’arte?

E’ vero, e quando penso ai figli d’arte che fanno carriera e bruciano le tappe, mi viene l’orticaria. Però almeno lui è capace.

Bene. La nostra chiacchierata è giunta al termine. Ti ringrazio Cinzia per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto.

Il sito ufficiale di Cinzia Bancone è: http://www.cinziabancone.it/

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