Questa mattina su Agorà (Raitre) il ministro uscente Elsa Fornero ha affermato, ancora una volta, che non si può conoscere il vero numero degli Esodati. Ma non è vero: i numeri ci sono, dal 5 ottobre 2012, sono 314.576 persone (fonte Ragioneria di Stato). Cifra non troppo lontana dalla stima Inps, che il ministro aveva tanto criticato. Il vero problema, che Fornero non dice, è che nessuno dei 130mila salvaguardati ad oggi ha ricevuto la pensione, tra iter legislativi infiniti e graduatorie ancora in corso.
Ricapitoliamo: dopo un anno di grande confusione il 5 ottobre 2012 la Ragioneria di Stato mette nero su bianco la cifra esatta degli Esodati: 314.576. Di questi, ad oggi, sono salvaguardati solo 130.130 persone, e già questo sarebbe un dato allarmante perché parliamo di 184.500 persone non salvaguardate. Ma la cosa drammatica, e che nessuno dice, è che dei 130mila salvaguardati, dopo due anni, ancora nessuno ha iniziato a prendere la pensione. La tanto sbandierata “soluzione legislativa”, insomma, che attraverso tre diversi provvedimenti di legge doveva risolvere parte del problema, finora è stata una soluzione solo sulla carta.
La salvaguardia per i primi 65.000, a distanza di 13 mesi dalla sua votazione, non ha ancora terminato il suo iter e in questo l’Ipost – l’ex ente previdenziale degli Esodati postali, di cui ha denunciato anche l’ex parlamentare Pd Codurelli – è il fanalino di coda a causa della strutturale mancanza di personale. Ci spiega Beppe Zani, esodato postale autore di postaliesodati.it: “Di tanto in tanto si affianca qualche unità (pomposamente chiamate “task-force”), ma l’arretrato è spaventoso e alcune pratiche non vengono lavorate. Si parla di 5mila domande di ricongiunzione, computo, riscatto ancora da definire e se non vengono definite non si può procedere alle autorizzazioni alla contribuzione volontaria, le cui istanze continuano ad avere un arretrato”.
“Pare assurdo, ma è così: si continuano ad inseguire emergenze più ‘emergenti’ di altre e non sono in grado di lavorare neanche le pratiche che potrebbero far incassare i soldi (ricongiunzioni e contributi volontari)”, continua Zani. Ci sono persone che avendone i requisiti non stanno ricevendo la pensione a cui avrebbero avuto diritto da febbraio 2013, e forse avranno poi la sorpresa di rientrare tra i “sovrannumerari” (quelli che in graduatoria dei primi 65.000 risultano numerati dal 65.001 in poi) e rifare la trafila per trovare posto in seconda fila, nei successivi 55.000.
I 55.000, appunto: questo secondo iter legislativo è appena iniziato. Per presentare istanza alle direzioni territoriali del lavoro c’è tempo fino al 21 maggio, poi un altro mese per i ricorsi, poi il tempo per le graduatorie… considerato che queste stesse direzioni territoriali non ancora concluso le graduatorie per i primi 65.000, che dovevano terminare lo scorso novembre 2012, le prospettive diventano sempre più nere.
Poi il terzo decreto, quello della legge di stabilità, che dovrebbe comprendere altri 10.130 Esodati. E’ stato firmato e mandato alle ‘competenti commissioni lavoro di Camera e Senato’. Dato che non abbiamo ancora un governo, e quindi neanche le commissioni parlamentari, è tutto bloccato. Inoltre, ci spiega Zani: “Nessuno dei parlamentari che ha chiesto notizia ha avuto la possibilità di leggere il decreto”. Anche questo, poi, prenderà un proprio iter che va a sovrapporsi ai precedenti. Se ne riparla almeno fra un anno.
C’è grande confusione. Ancora Zani: “Bisognerebbe che si prendesse in mano la questione guardando al complesso delle salvaguardie previste e nel frattempo pensare a trovare la modalità per erogare (man mano maturino la pensione con le regole ante Fornero, cioè entro il 5 gennaio 2015) almeno degli acconti di sopravvivenza a coloro che, essendo normativamente salvaguardati, non hanno ancora trovato l’abbinamento con un numero. Meglio ancora sarebbe salvaguardare tutti coloro che avrebbero dovuto prendere la pensione entro il 5 gennaio 2015, senza l’agonia delle graduatorie (come previsto dalla legge di stabilità) e soprattutto venissero liquidate alla data di riscossione prevista, non sulla base della data di uscita dal lavoro”.
E poi dobbiamo cominciare ad affrontare subito il problema di come salvaguardare tutti coloro che ancora oggi sono fuori da ogni salvaguardia. Quasi 200mila persone. C’è grande confusione, e in questo ognuno perde il suo ruolo: “Abbiamo dei politici che si sono assunti per noi il ruolo di sindacato, mentre i nostri sindacalisti si rivolgono direttamente ai loro referenti politici”, racconta Beppe. “Alcuni politici (solo del PD?) stanno svolgendo il ruolo che spetterebbe al Sindacato (Maria Luisa Gnecchi ha incontrato la Fornero, e il Direttore generale Inps Nori). Non riusciamo a parlare con nessuno del M5S. Ci stiamo provando, ma i due che ho contattato hanno detto che non potevano rispondere, perché presi con le cose da capire”.
di Michele Azzu | @micheleazzu
Foto: dalla pagina facebook de L’Isola dei cassintegrati del 6 febbraio 2012 http://on.fb.me/ZOCcxp