Peccato. Sarebbe stata un’ottima occasione per chiedere, in streaming, a Renzi cosa pensa delle grandi questioni su cui il Pd non si e’ mai espresso in modo chiaro. Pensiamo soprattutto agli sprechi costituiti dal proseguimento della realizzazione del TAV e del progetto F35″. “Molti nel Movimento – aggiungono – sono appagati dal fatto che Grillo ‘gliele abbia cantate forte e chiaro’. Ma riteniamo che per esprimere valutazioni, il tempo e i mezzi non ci manchino. Per chiedere risposte precise, invece, bisognera’ aspettare la prossima occasione. Questa l’abbiamo perduta”.Apriti cielo. Grillo li attacca pesantemente sul blog. E parte la richiesta di espulsione dal gruppo. Tra le proteste dei quattro interessati e di parte dei pentastellati stessi.I parlamentari messi alla ‘gogna’ infatti non vengono cacciati perchè non hanno rispettato il programma del Movimento. La loro unica colpa è aver criticato Beppe Grillo. Roba che neanche il Partito Nazionale Fascita.Ieri sera il gruppo vota, a maggioranza e con molti dissenzienti, l’espulsione dei quattro ‘critici’. Sul Blog appare quindi il post di voto per la cacciata dei senatori. Un voto unico, non diviso per persone. E scoppia il caso:
“Abbiamo sbagliato tutto, sospendiamo il voto e calmiamoci”. La senatrice M5s Elena Fattori esce dalla riunione dei suoi a Palazzo Madama con un appello. “C’è stato un errore di gestione della situazione”, dice a ilfattoquotidiano.it, “Siamo umani, anche noi sbagliamo”. La votazione per l’espulsione dei 4 parlamentari grillini, Campanella, Bocchino, Battista e Orellana è in corso fino alle 19 di stasera sul blog di Beppe Grillo, ma il gruppo rischia di non reggere all’ennesimo colpo interno.
La riunione di oggi si svolge tra grida ed insulti reciproci:
“Innanzitutto non ci si può esprimere direttamente su tutti e quattro. Ieri sera noi abbiamo votato per l’espulsione dei singoli. Non possiamo affrontare temi così delicati velocemente, in preda alle emozioni. E’ una tortura così“. Soffrono, qualcuno è uscito dalla riunione piangendo, altri parlano solo di delusione. “Stiamo cercando di convincere i dieci che vogliono andarsene. Non possono lasciarci così. Siamo un gruppo che nel bene e nel male è sempre riuscito ad essere compatto. Cerchiamo di non perdere la calma”.
Grillo però è deciso ad espellere i 4 senatori, tutti insieme e non uno per uno. Così sta votando il web:
Un appello che per ora non ha ricevuto ascolto. Fra poco più di un’ora si saprà la sorte dei quattro senatori dissidenti e forse il Movimento al Senato sarà ancora più debole.
Ed ecco le prime defezioni. Si dimette il senatore Romani:
Il primo ad andarsene ufficialmente è il fiorentino Maurizio Romani: “Oggi non mi sento più in coscienza di seguire certe scelte che considero sbagliate e soprattutto inefficaci”, ha scritto su Facebook, “Se lo facessi tradirei quegli stessi valori e tradirei il mandato ricevuto da chi mi ha eletto e ha fiducia in me”.
Altri senatori pronti a lasciare:
Ma non solo: pronti a lasciare Palazzo Madama dicono di essere anche Alessandra Bencini, Maria Mussini, Monica Casaletto e Laura Bignami. Una decisione che, se poi approvata, lascerebbe il posto a dieci dei candidati non eletti alle scorse dimissioni.
I 5 stelle si stanno sgretolando. C’è da gioire? No. Avrebbero potuto fare molto per cambiare il paese. Ma per non scendere a compromessi hanno preferito il purismo. Ed il purismo li sta facendo fuori uno ad uno. Resterà solo Beppe Grillo con qualche altro adepto. I dissidenti verranno rimpiazzati da soldatini compiacenti. E probabilmente il popolo darà ragione al leaderissimo perchè purtroppo nei partiti ‘personalistici’ il dissenso viene mal tollerato.
Se all’inizio il M5S mi ispirava curiosità, quasi da subito tale sentimento si tramutò in rabbia. Per il loro atteggiamento oltranzista e supponente. Ora subentra la tristezza, per una grande occasione perduta. Ed anche un po’ di paura. Il settarismo e la selvaggia repressione del dissenso sono metodi che ricordano i regimi. Non le democrazie. Se alla base della loro rivoluzione c’è la mancanza di tolleranza delle diversità di vedute, ciò che nascerà non potrà essere qualcosa di buono.