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Etnicità 23. Paul R. Brass e la formazione dell’identità etnica (parte 1)

Creato il 28 maggio 2014 da Davide

Paul R. Brass è professore emerito di Scienze politiche e Relazioni internazionali presso l’Università di Washington a Seattle ed esperto del subcontinente indiano, che ha studiato dal 1961, su cui ha pubblicato numerosi libri, tra cui The Production of Hindu-Muslim Violence in Contemporary India (2004). Il brano che segue si basa su Ethnicity and Nationalism: Theory and Comparison. SAGE (1991) Londra, pagg. 18-20 e 22-26.
Ci sono tre modi per definire i gruppi etnici secondo Brass: in termini di attributi oggettivi, in riferimento a sentimenti soggettivi e in rapporto a comportamenti. Il problema con le definizioni oggettive sta nel fatto che è in genere estremamente difficile determinare i confini delle categorie etniche in questo modo. Le definizioni soggettive, peraltro, rendono impossibile rispondere alla domanda basilare su come un gruppo di persone giunge all’autocoscienza soggettiva. Le definizioni di comportamento, dal canto loro, sono in realtà una forma di definizione soggettiva dato che presuppongono che ci siano specifici, concreti modi in cui i gruppi etnici si comportano oppure no, particolarmente in relazione con altri gruppi e interagendo con essi. Tuttavia l’esistenza di espliciti codici di comportamento e interazione è più caratteristica, più pervasiva e più evidente nelle società semplici piuttosto che in quelle complesse in cui le persone possono stabilire la loro separatezza in riferimento a specifici attributi senza però adottare un codice di comportamento del tutto distinto.
L’etnicità è una forma di organizzazione sociale e identificazione alternativa rispetto alla classe, ma è contingente e mutevole e, come la classe, può o non può essere articolata in particolari contesti oppure in periodi particolari. I gruppi etnici che usano l’etnicità per fare richieste nell’arena politica che alterino il loro status, i loro diritti civili, il benessere economico o le opportunità di accesso all’istruzione, operano una politica di gruppo d’interesse che divenne preminente negli USA durante i decenni 1960-70. Tuttavia in altri contesti alcuni gruppi etnici possono andare oltre e richiedere diritti collettivi da concedere al gruppo nel suo insieme, per esempio il controllo sull’istruzione pubblica in aree di concentrazione in modo da insegnare la storia, la lingua e la cultura del loro gruppo ai loro figli. Richieste di questo tipo, aggiungo, riguardano gruppo etnici come gli immigrati musulmani in Gran Bretagna e altri paesi europei dove esistono notevoli concentrazioni di quel ‘gruppo religioso-diventato-etnia’,  alla richiesta dell’insegnamento del veneto in Veneto.
Questi gruppi richiedono maggiore importanza decisionale all’interno del sistema politico nel suo complesso, oppure il controllo di un pezzo di territorio all’interno del paese (per esempio, tramite l’applicazione della sharia nei quartieri a maggioranza islamica) oppure richiedono un paese proprio con piena sovranità (come i russofoni in Ucraina), aspirando così a uno status nazionale. Una nazione, perciò, secondo Brass, può essere concepita come un particolare tipo di comunità etnica o, piuttosto, come una comunità etnica politicizzata, con diritti collettivi riconosciuti nel sistema politico.
Questo processo di sviluppo di comunità da categorie etniche è associato in modo particolare con i primi stadi della modernizzazione nelle società multietniche dove le lingue non sono state ancora standardizzate, dove i gruppi religiosi non sono diventati altamente strutturati e compartimentalizzati e dove è prevalente la frammentazione sociale, ma questa transizione può avvenire anche in società postindustriali come gli USA o il Regno Unito. Il secondo stadio della trasformazione dei gruppi etnici, rileva Brass, implica l’articolazione e l’acquisizione di diritti politici, sociali ed economici per i membri del gruppo e per il gruppo nel suo insieme. Se il gruppo etnico riesce tramite i suoi sforzi ad ottenere e a mantenere diritti collettivi tramite la mobilitazione e l’azione politica, è andato oltre l’etnicità per diventare nazionalità.
Il movimento da gruppo etnico a comunità è una transizione che alcuni gruppi non fanno mai, che altri fanno inizialmente in tempi moderni e che altri ancora subiscono ripetutamente in differenti periodi di tempo. Nella prima categoria, osserva Brass, ci sono i vari popoli ‘perduti’ e parlanti di lingue diverse che si sono mescolate o si stanno mescolando con quelle di altri popoli, per esempio gli abitanti della Cornovaglia nel Regno Unito, i Frisoni in Olanda, i Sorbi e i Venedi dell’Europa centrale e orientale, i parlanti la lingua Maithili e numerosi altri dialetti nell’India settentrionale.
Nella seconda categoria ci sono i gruppi etnici di nuova formazione e le nazionalità del XIX e XX secolo, come i Gallesi e gli irlandesi, le nazionalità dell’Austria-Ungheria, gli Ibo in Nigeria, le tribù Naga nell’India nordorientale e la maggior parte delle comunità linguistiche dell’India contemporanea, i malesi in Malaysia. Nell’ultima categoria ci sono gli antichi popoli del mondo, gli Ebrei, i Cinesi Han, gli Egiziani e le maggiori nazionalità dell’Europa occidentale.(segue)


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