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Ettore Messina: un po’ di Italia alle Final Four

Creato il 07 maggio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Con le eliminazioni di Siena, Milano e Cantù, Guerrino Cerebuch, Luigi Lamonica ed Ettore Messina sono gli unici italiani ad essersi meritati l’approdo alle Final Four. L’allenatore nato a Catania torna alla fase finale del maggior torneo continentale dopo quattro anni, l’ultimo dei quali passato nella NBA come assistente di Mike Brown sulla panchina dei Lakers. Il ritorno al Cska è coinciso immediatamente con quello alle Final Four, dove in semifinale incrocerà i campioni d’Europa dell’Olympiacos. L’ex allenatore di Bologna, Treviso e Real Madrid (e probabilmente futuro CT della Turchia) però ne ha viste troppe per farsi intimorire, basti pensare che ha già allenato nove finali di Euroleague in 16 stagioni: per semplificare, due anni su tre la squadra di Messina ha la possibilità di tagliare l’ultima retina. Intervistato da Frank Lawlor per Euroleague.net, Ettore si è lasciato andare sul suo Cska e su questa ennesima Final Four.

Congratulazioni per la grande stagione. Qual è stata la sfida più difficile nel tornare al Cska e portare la squadra alle Final Four?
Più che una sfida è stato un grande piacere ed un sentimento di soddisfazione. Il Cska è cambiato tanto in estate, soprattutto in giocatori chiave. Essere alle Final Four di nuovo significa aver preso le decisioni giuste, e che i giocatori che abbiamo preso hanno la massima fiducia nel club. La grande sfida era arrivare fino a qui, a questo punto tutti possono vincere: saranno semifinali molto equilibrate. Queste quattro squadre sono sopravvissute a tante difficoltà, a delle Top 16 di 14 partite lunghe tre mesi e mezzo. A questo punto la “sfida” non supera il piacere di essere presenti qui.

Cosa hai consigliato ai tuoi ragazzi per non subire pressione per le grandi aspettative?
Le espettative non ci sono solo per noi, anche per Barcelona, Olympiacos e Real. E sicuramente sono alte per tutti. Sono fortunato perchè il management del club ha sempre dimostrato leadership e pazienza, anche nei momenti di difficoltà, che ogni squadra, anche la nostra, ha nel corso della stagione. Io non vedo altro modo di rispettare le aspettative se non con il massimo appoggio della società e dei tifosi. Ma tutte e quattro le squadre avevano come obiettivo le Final Four, per la maglietta che portano, sinonimo di ambizione e tradizione.

Per andare avanti bisognerà passare per l’Olympiacos. Quante ombre della scorsa finale saranno rimaste tra i giocatori?
Bella domanda, è una delle questioni che mi passano in testa. Credo però che nessuno possa sapere realmente quante ombre ci siano nella testa dei giocatori che hanno perso la finale in quel modo lo scorso anno. Io però sono nuovo e “fresco” rispetto a quell’episodio, quindi cercherò di dare tutto il mio supporto ai ragazzi che hanno giocato quella finale. (…) La memoria non può essere cancellata, fa parte di noi, ma alla fine dobbiamo solo trattare questa come una qualsiasi altra partita.

Avete un vantaggio a livello fisico e lo avete sfruttato bene in tutta la stagione, sarà una priorità anche contro l’Olympiacos?
Il primo mismatch della storia fu Davide contro Golia… da quella volta non credo più tanto al vantaggio fisico. La stazza può diventare un vantaggio se muovi bene la palla ed i giocatori fanno quello che devono fare in modo coordinato. Ma se avere stazza vuol dire aspettare la palla vicino al canestro, non funziona. Dobbiamo unire il vantaggio fisico al movimento dei giocatori, a quel punto saremo pericolosi. Ad ogni modo i rimbalzi e la protezione della palla saranno fondamentali: le percentuali di solito si abbassano alle Final Four, avere più possessi è fondamentale.

Dopo tutti i tuoi successi ed i titoli conquistati, come arrivi a queste Final Four?
Sono veramente eccitato. Sono passati quattro anni dall’ultima mia Final Four, ed ogni volta che ne raggiungo una c’è un piccolo pensiero in me che mi dice che potrebbe anche essere l’ultima. Non sai mai se riuscirai a tornare. Quindi è ogni volta una grande emozione, specialmente perchè è una squadra nuova, e perchè ci sono arrivato con questo club, questo staff e questi giocatori. Sono riconoscente a tutte queste persone perchè è grazie a loro che sono tornato alle Final Four.

In bocca al lupo Ettore, tieni alta la nostra bandiera.


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