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Eurabia, mito o realtà?

Creato il 19 luglio 2010 da Dragor

AAAAAAAAAAAAAAAAeurabia      “Eurabia” , il temine coniato dalla storica anglo-egiziana Bat Ye’or, è “un mito, uno spauracchio, una speculazione fondata sulla speculazione, una finzione costruita ad arte, la proiezione allarmista di una manciata di studiosi e politici”, asserisce William Underhill sul settimanale Newsweek. Una creazione della destra cattiva, intollerante e xenofoba nella quale secondo il famoso giornalista un razzista vale l’altro, dal filoisraeliano olandese Geert Wilders all’antisemita inglese Nick Griffin.

  

    Ne siamo proprio sicuri? Nell’ansia di rassicurare i lettori, forse Underhill ha trascurato qualche particolare. Non ha visto le banlieues francesi dove le ragazze che portano la gonna vengono insultate e aggredite, dove un giovane magrebino è stato ucciso perché dopo un incidente stradale voleva fare una constatazione amichevole “come i francesi”, dove le ragazze che denunciano lo stupro vengono perseguitate e bandite dalla comunità, dove un imam contrario al burqa ha rischiato il linciaggio, dove una ragazza è stata lapidata, dove in certe scuole gli insegnanti rischiano l’aggressione fisica di allievi e genitori per insegnamenti contrari all’islam, dove negli stadi si fischia la Marsigliese. Non ha letto le statistiche dei delitti d’onore in Germania, non ha visitato la Deutsche Opera che ha cancellato dalla stagione lirica l’Idomeneo di Mozart dopo avere ricevuto minacce islamiche. Non ha fatto visita al disegnatore Kurt Westergaard in Danimarca o al filosofo Robert Radeker in Francia che devono vivere sotto protezione poliziesca per avere criticato l’islam. Non ha visitato le comunità ebraiche che a Malmö, in Svezia, devono spendere un quarto del bilancio in misure di sicurezza. Non ha considerato la morte di Samira Munir, la deputata norvegese di origine pakistana, spinta sotto un treno per avere difeso i diritti delle donne. Ha sorvolato sul fatto che in Inghilterra si stanno diffondendo i tribunali islamici fondati sulla sharia, che centinaia di ragazze spariscano a causa dei matrimoni forzati e che la croce rossa di San Giorgio è scomparsa  da aeroporti, taxi e pompieri a causa delle pressioni islamiche.

  

   Secondo certe proiezioni, nel 2030 in Europa i musulmani saranno in maggioranza. La cosa non sarebbe un male se restassero nei confini del culto, come dovrebbero fare i fedeli di qualsiasi religione. Il problema è che, come il cristianesimo, l’islam tende a sconfinare. Considerandosi depositario di una verità unica e assoluta di origine divina, ha nel suo DNA la vocazione d’imporla a tutti. Non necessariamente con la violenza predicata dagli imam più estremisti. Ci sono molti modi per indebolire la civiltà occidentale: fondi sauditi o provenienti dagli emirati del Golfo, filantropia islamica, fondii di Hezbollah, Hamas, Hizb ut-Tahrir e Al Muhajiroun, per citare soltanto alcune organizzazioni internazionali. La stessa politica europea riflette l’influenza islamica. I discorsi d’odio contro Israele continuano ad aumentare mentre ogni critica all’islam e ai paesi islamici è proibita. Secondo Bat Ye’or “è stata la questione palestinese lo strumento utilizzato dalla jihad per disgregare l’Europa: infatti  ha costituito infatti il fondamento su cui è sorta l’Eurabia, ovvero la fusione dell’Europa con l’islam germogliata sul terreno dell’antisionismo.” L’Europa che ha accolto milioni d’immigrati per chiudere definitivamente con il suo passato razzista oggi si ritrova a giustificare il nuovo olocausto predicato dall’islam fondamentalista. 

  

   In maggioranza gli immigrati musulmani amano l’occidente, ma molti altri sono ostili alla modernità, alla democrazia e alla laicità. Non hanno nessuna intenzione di assimilarsi e questo sarebbe il minore dei mali, perché ognuno è libero di fare quello che gli pare se rispetta le leggi del paese ospite. Ma la vocazione musulmana, come quella cristiana, porta all’invasione degli spazi pubblici. Il governo laico è percepito come blasfemo perché l’unica legge possibile è la sharia, la legge islamica. In questo universo parallelo l’islam attua una discriminazione di tipo religioso, un apartheid contrario a ogni principio di uguaglianza e democrazia.  

     Dragor


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